103.

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L'odio per sestessi è esattamente identico
al flagrante egoismo, e conduce alla fine
al medesimo crudele isolamento,
alla medesima disperazione.
Senza amore di sé neppure l'amore
per gli altri è possibile.

"Piccola, per favore." sussurrai cercando di dare il biberon a Maisa ma ogni volta spostava il visino, schifata.
Erano passati esattamente 4 mesi e ancora non realizzavo che il tempo stava passando così tanto veloce.
Stavo cercando di svezzarla da giorni e ormai era arrivato il momento che mangiasse autonomamente, il mio ruolo era finito anche perché stava crescendo.
Troppo.
"Dai, è buono." dissi dandole dei piccoli baci sul viso e notai un sorrisetto vispo formarsi sulle sue labbra, capiva veramente tanto e amavo i suoi occhioni verdi.
La presi in braccio cullandola e riuscii a convincerla, bevve il latte rilassandosi e chiuse gli occhi mantenendo con le manine il biberon.
L'amavo da morire.
"Ciao." disse Zulema con i capelli scompigliati e sorrisi mordendomi il labbro pensando a cosa avevamo fatto un paio di ore prima, in camera nostra.
"Stanca? Non hai più l'età e si vede." dissi prendendola in giro e mi fece il dito medio, erano le sette di sera e aveva dormito per quasi tutto il pomeriggio.
"Non ho più l'età? Vedremo stanotte." disse borbottando e mi sedetti nel divano ma Maisa incominciò a lamentarsi.
"Ho capito, non vuoi che la mamma si sieda non è così? Ti accontento." le sussurrai dandole un piccolo bacio e mi rialzai passeggiando attorno al soggiorno, si rilassò nuovamente e per farla addormentare le feci delle carezze piano.
Avevo paura a toccarla, terribilmente tanto e non volevo farle neanche il minimo male.
Era il regalo più bello che la vita mi potesse fare, ed ero tanto grata a felice.
"La stai già viziando." disse il mio scorpione afferrando del tabacco e delle cartine, voleva fumare ma si allontanava quando stavo con la bambina e andava direttamente nel balcone.
"Non voglio sentirla piangere." dissi serrando la mascella e sgranai gli occhi nel vederla leccare la cartina, fissandomi intensamente negli occhi.
Era bellissima.
"Mmm, d'accordo." disse avvicinandosi con la sigaretta tra le labbra senza accenderla e abbassò lo sguardo fissando nostra figlia, la vidi sorridere e le accarezzò piano la guancia.
"Quanto è bella, mamma mia." mormorò afferrando la sua manina e Maisa smise di mangiare, per poterle regalare un piccolo sorriso.
Ormai stava imparando a distinguerci e quando vedeva la mia regina araba le si illuminavano interamente gli occhi.
"Amore, ciao ti sono mancata?" disse passandomi la sigaretta e la prese in braccio pulendole il viso con il bavaglio.
Maisa le toccò le labbra e prese a tirare piano la collana che aveva sul collo, era curiosa di tantissime cose e se le piaceva una cosa la toccava ripetutamente.
Era così intelligente e solare.
"Ti aspetto fuori." dissi al mio scorpione e la vidi annuire nel mentre che le cantava varie canzoni in arabo, facendola addormentare come niente.
Non sapevo nemmeno io come diavolo faceva ma con lei aveva un rapporto diverso, che tanto amavo.
Feci uscire il fumo dalle mie labbra fissando il paesaggio mozzafiato della mia villa e dopo vari minuti il mio scorpione mi raggiunse.
Aveva i capelli raccolti con una felpa oversize addosso e si sedette nella poltrona sotto al nostro gazebo enorme.
"Si è addormenta?" le domandai continuando a fumare e annuì, mi guardò facendo uscire il fumo dalle sue labbra ed io di questa donna non mi stancavo.
Mai.
"L'ho anche cambiata, poco fa." mi rispose e le sorrisi, mi sedetti al suo fianco e spensi la cicca nel portacenere.
Il mio scorpione guardò fissa davanti a sé e non parlai, appoggiando semplicemente una mano sulla sua coscia stringendola.
Seguì il mio gesto e afferrò delicatamente il mio viso, appoggiando il portacene a lato per potermi guardare meglio.
Fissai le sue labbra leccandomi le mie e con mossa veloce mi misi a cavalcioni sopra alle sue gambe.
Il mio scorpione non disse una parola e posizionò le mani sui miei glutei, avvicinandomi con un colpo secco.
Poi successivamente strinse la mia vita e alzò la testa per cercare le mie labbra, mi baciò con molta passione e non volevo essere da nessun'altra parte se non qui con lei, tra le sue braccia forti.
"Sai che ti proteggerò da tutto, vero?" le sussurrai chiudendo gli occhi non appena marchiò il mio collo e mugugnò qualcosa, annuendo.
"È la stessa cosa che farò anche io." mi sussurrò staccandosi e mise il viso di lato, per osservarmi con quei suoi occhioni che amavo alla follia.
"Devo chiudere l'ultimo tassello." dissi appoggiando la fronte sulla sua e Zulema annuì sapendo che avevo ragione.
I miei genitori, Roman.
Mi prese in braccio dopo vari secondi e legai le gambe attorno alla sua vita stretta, la baciai infilandole la lingua in bocca e sorrise contro le mie labbra.
Camminò baciandomi senza stancarsi e mi fece sdraiare nel letto, tolse la sua felpa e feci la stessa cosa anche io.
Tremai percependo la sua pelle rovente contro la mia e strinsi i suoi capelli, avvicinandola ulteriormente a me.
Lasciò una scia di baci sul mio addome facendomi inarcare la schiena ma ci fermammo di scatto sentendo Maisa piangere nella stanza affianco a noi.
"No, ti prego cazzo." disse Zulema riprendendo a baciarmi sperando che smettesse di piangere ma non si fermò.
"Vado io." sbottò nervosa e si tolse da sopra al mio corpo, lasciandomi un ultimo bacio sulle labbra borbottando furiosa.
Risi guardandola mezza nuda e mi fece il dito medio andando a prendere quel piccolo mostriciattolo che amavo tanto.
Tornò dopo alcuni minuti e la bambina era accoccolata nell'incavo del suo collo, sorrisi come un'idiota ed era tremendamente sveglia e bellissima.
"Amore." la richiamai mettendomi seduta e nascose il visino tra i capelli del mio scorpione, quest'ultima rise e si avvicinò appoggiandola al mio fianco.
Stava incominciando a parlare e diceva delle sillabe a caso che mi facevano ridere, per me era tutto nuovo e ogni volta sentirla era un'emozione nuova.
"Ciao, piccolina." dissi mettendomi di lato e riempii di baci il suo viso, rise perché le stavo facendo il solletico e avevamo informato Carina dei suoi atteggiamenti così nuovi.
Tutti i neonati avevano i loro tempi e lei era già maledettamente sveglia, stavamo vedendo e appuntando ogni suo piccolo cambiamento nell'arco dei mesi.
"Sei tutta mia, solo mia." le sussurrai afferrandole le manine e Zulema rise guardandoci incantata ogni volta.
"Nostra." mi corresse borbottando e alzai gli occhi al cielo, baciando ogni centimetro del corpo di mia figlia.
Era gelosa da morire e anche io.
"Sta già incominciando a parlare, secondo te quale sarà la sua prima parola? Scommettiamo bionda." disse mettendosi a pancia in giù e osservai la sua schiena tatuata, Maisa afferrò una ciocca dei suoi capelli e ci giocò.
"Non lo so, hai qualche idea?" dissi mettendomi di fianco nell'altro lato e la piccola era in mezzo al letto, sentendosi maledettamente protetta da noi.
", ma me le tengo per me." disse facendomi la linguaccia e serrai la mascella con un'idea in testa.
"Distenditi meglio, amore." dissi guardando mia moglie che inarcò un sopracciglio ma annuì, obbedendo.
Mi misi seduta e afferrai Maisa mettendola sopra la sua schiena, le si illuminarono gli occhi nel vedere tutti quei tatuaggi e li toccò con le sue manine.
Lo fece ripetutamente e rise piano nel mentre che le sue manine si agitavano ripetutamente, tanto estasiata nel vedere la sua mamma in questa posizione.
La mantenni stringendola per non cadere e il mio scorpione rise sentendola, mettendo il viso di lato per guardarla.
"Guarda quanto è curiosa." le sussurrai fissando mia figlia e le diedi dei piccoli baci tra i capelli, disse delle sillabe a caso toccando le spalla tatuata del mio scorpione e scoppiammo a ridere.
"È proprio uguale a te." disse Zulema e le diedi dei piccoli baci sulla schiena, mantenendo con una mano mia figlia che si distese interamente sopra di lei.
"Hai ragione." sussurrai baciandole il collo e mi accorsi che Maisa si era riaddormentata, con la guancia appoggiata sulla pelle perfetta di mia moglie, completamente rilassata.
Forse non erano tanto diverse loro due.

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