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Zulema inarcò un sopracciglio confusa dopo la mia affermazione e si dovette tenere al bancone della cucina forte.
Per poco non sveniva davanti a me.
"Che hai detto, bionda?" disse incredula e piansi silenziosamente per l'enorme peso che mi ero tolta dal corpo.
"Ti amo." le risposi semplicemente facendo spallucce e il mio scorpione aveva gli occhi sgranati, incredula.
In quel minuto il tuo mondo si ferma, il tempo si sospende.
A dirla tutta, quel momento è un vero inferno ma per fortuna delle volte il pianto arriva e tutti noi torniamo finalmente a respirare.
C'è un problema quando provi a comprendere tutti gli errori che hai commesso: non puoi e non puoi privarti della tua vita, dei progetti, del futuro.
In più, non puoi imparare davvero dagli errori se smetti di andare avanti.
Proviamo ad evitare a tutti i costi le esperienze negative, ignoriamo il dolore, fuggiamo da tutto ciò che non conosciamo, mentiamo quando ci chiedono come stiamo.
Non dovremmo farlo, perché ho imparato una cosa in questi ultimi mesi: il nostro corpo non può sopportare più di tanto.
"Sono stata un'idiota ma vedi io già sapevo di amarti da tantissimo tempo. Sono in ritardo? , ma almeno lo sai e se volevi la verità beh, eccola qui. Ti amo da morire Zulema, in un modo talmente surreale da farmi gelare il sangue in una maniera assurda. Non ti ho raccontato di Fatima perché avevo paura, , di perderti." incominciai il mio discorso calmandomi un minimo e più le dicevo queste cose, più sentivo la mia anima svuotarsi.
Per intero.
"Il solo pensiero di perderti per colpa di quel figlio di puttana mi ha mandato in estasi e ho preferito fare le cose di testa mia, l'ho monitorata per te, l'ho stretta tra le mie braccia per te. Se te lo avessi detto saresti uscita fuori di testa e ti avrei persa, cazzo.
Zulema, ci siamo trovate nei posti sbagliati al momento sbagliato a causa di alcune persone che ci stanno tormentando da anni." dissi facendo spallucce e mi toccai i capelli sotto al suo sguardo penetrante e ferito.
Era ferita per davvero.
"Ora spiegami che cazzo dovrei fare io con te, mi hai fatto soffrire in una maniera assurda e ora dici di amarmi? Ora bionda? Dopo 3 cazzo di anni?" esclamò alzando la voce e mi morsicai il labbro inferiore piano.
Si staccò dal mio corpo furiosa e afferrò la tazza lanciandola contro al muro e fracassandola in mille pezzi.
In stanza calò il silenzio e odiavo da morire vederla così a causa mia.
Tantissimo.
"Non devi fare niente, perché quella che ha sbagliato tutto fin dall'inizio sono sempre stata solo ed esclusivamente io e l'ho capito stando lontana da te, per anni. Ma non negherò mai il fatto che sei stata la cosa più bella che mi sia successa e darei tutto l'oro del mondo per riavere dei bei momenti insieme a te." sussurrai impaurita dalla sua reazione e anche quando era arrabbiata era bellissima, letteralmente.
"Non ci posso credere cazzo, come al solito devi incasinarmi il cervello." disse prendendosi la testa tra le mani e anche se avessimo parlato del passato tanto mi non importava più.
Al diavolo tutto quanto.
E quando ci chiediamo perché debba fare così schifo a volte, perché debba fare così male, dobbiamo ricordare che in un attimo può cambiare tutto.
Cercare le risposte è meglio che farsi le domande, stare svegli è meglio che dormire.
Fare una cosa, anche se dovesse rivelarsi il più grande, il più tremendo degli errori, è decisamente meglio del non averci provato.
Diede un colpo fortissimo al bancone facendomi spaventare e senza dire una parola l'abbracciai stringendola tra le mie braccia, il suo corpo era rigido come una statua e speravo che capisse che l'avevo fatto anche per il suo bene.
Perché sapevo che Fatima era il suo punto debole da morire e non volevo che rischiasse la vita.
Sandoval è potente.
Ma lo sono anche io.
E se rimaniamo unite possiamo incastrarlo una volta per tutte, insieme.
"Fanculo, davvero." disse dopo alcuni minuti appoggiando la guancia sulla mia testa a causa della mia altezza inferiore e le mie mani circondarono la sua vita stretta, facendomi tremare come una foglia per il troppo contatto.
"Ti odio, da morire e giuro che se mi tocchi un'altra volta ti uccido cazzo." disse furiosa ma non l'ascoltai e mi accoccolai sul suo petto percependo i battiti accelerati del suo cuore, solo per me.
Piansi stringendo la sua maglietta con forza e il mio scorpione allentò la presa per poi scivolare via tra le mie braccia.
Non disse una parola e se ne andò lasciandomi da sola in balia dei miei sentimenti tutti offuscati tra loro.
Ma almeno lo sapeva.
Le avevo detto la verità dopo anni e mi sentivo incredibilmente bene con me stessa, al di fuori di quello che poteva accadere.
Lei lo sa ora.
Ne è consapevole e io lo sono ancora di più perché l'avevo ammesso a me stessa da tempo.

Dopo essermi fatta una doccia rigenerante mi vestii con dei vestiti abbastanza eleganti e scesi al piano inferiore guardandomi velocemente allo specchio per sistemarmi il rossetto.
"Hey." mormorai raggiungendo Tokyo e mi strinse il braccio amorevolmente, le avevo raccontato tutto quanto ed era al corrente di ciò che stava accadendo.
Avevo gli occhi rossi a causa delle ore passate a piangere e incominciai a lavorare al computer cercando di non pensare a niente.
Zulema ci raggiunse abbastanza seria in viso e non mi guardò neanche sotto tortura, era ancora sconvolta e sospirai massaggiandomi le tempie.
"Stai bene?" sussurrò Ethan stringendomi il braccio e annuii percependo le lacrime agli occhi, incominciai a parlare con gli altri nonostante avessi la voce tremolante.
Infatti molte persone si accorsero del mio atteggiamento ma non proferirono parola.
Era successo tutto così velocemente.
"Scusatemi un attimo." dissi alzandomi portandomi una sigaretta alle labbra e andai velocemente fuori lasciando finalmente le mie lacrime uscire.
Scossi la testa cercando di riprendermi e passeggiai a bordo piscina guardando il cielo stellato sopra di me.
"Fanculo." sussurrai maledicendomi serrando la mascella e respirai profondamente calmandomi.
Non sapevo come muovermi per trovare Sandoval, ogni volta che facevo mille passi in avanti successivamente mi portava a farne tre mila indietro.
E avere Zulema così distante non mi aiutava, proprio per niente.

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