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Caricai l'ultima valigia in macchina e salii le scalette del nostro jet privato, Ethan mi strinse la vita aiutandomi e lo ringraziai.
Avevamo deciso di tornare subito e cancellarci questa esperienza alle spalle, come non mai prima d'ora.
Fatima stava parlando con Zulema e notai il mio scorpione maledettamente tesa, però ero felice per il fatto che stessero incominciando a parlare.
"Hai fame?" disse Tokyo dandomi un bacio veloce nella guancia e scossi la testa, bevendomi un antidolorifico.
"Mangio appena torniamo." dissi serrando la mascella e la mia migliore mi sorrise in lacrime, c'era ancora troppa emozione per tutto ciò che era successo ma era meglio non proferire nessuna parola.
Dovevamo rigenerarci.
"Posso sedermi?" mi domandò Fatima ad un certo punto mettendosi davanti a me e Zulema serrò la mascella.
"Certo, vieni piccola." dissi sorridendole e la ragazza si sedette, era molto più tranquilla e meritava tanto amore.
Infatti incominciò a parlare con gli altri e la vidi molto rilassata, era tanto solare e veramente molto bella.
Era pur sempre la figlia di Zulema.
L'aereo prese quota e mi rilassai mettendomi il cappuccio e accoccolandomi nel sedile, Fatima cercò la mia mano e me la strinse, tanto forte.
"Grazie per avermi salvata, davvero." mi sussurrò dolcemente e le feci un piccolo sorriso, amorevole.

Non appena mi svegliai Fatima era addormentata appoggiata sulla mia spalla e Zulema ci raggiunse, la svegliò sfiorandole il braccio e la ragazza sussultò aprendo gli occhi.
"Vieni con me." disse tesa e me la portò via letteralmente dalle braccia, non si azzardava minimamente a guardarmi e mi alzai dal mio posto incredula.
Cercai le chiavi della mia macchina ma il mio scorpione mi richiamò.
"Hai intenzione di andare nella villa?" disse perforandomi l'anima in due e sospirai, notando Saray mettendosi al suo fianco come sempre.
"No, voglio andare a casa mia." dissi evidenziando l'ultima parola apposta per vedere la sua reazione e serrò la mascella ridendo appena, nervosa.
"Fai come cazzo vuoi." disse brusca ma non appena fece per andarsene la fermai, con la mia voce tanto tagliente e furiosa.
"Certo che faccio come cazzo voglio, tanto sono dotata per questo no? Me lo hai detto tu stessa, Zulema." dissi con le lacrime agli occhi e le sue parole mi avevano ferita, tantissimo.
"Vuoi litigare ora? Perché non ho problemi e lo sai benissimo anche tu." disse avvicinandosi e la gitana l'afferrò per un braccio bloccandola subito.
"No sono stanca di litigare con te, quando capirai che tutto questo l'ho fatto perché ti amo beh, sai dove trovarmi e fanculo al tuo orgoglio!" urlai perdendo la pazienza e Fatima sussultò nel vederci litigare, il mio scorpione fece per rispondermi ma le voltai le spalle andandomene.
"Certo brava, scappa! Ormai sai fare solo quello bionda non avevo dubbi!" mi urlò raggiungendomi e non appena feci per aprire lo sportello me lo richiuse, se avesse continuato non avrei esitato a darle uno schiaffo per farla risvegliare.
Tutto questo per lei era sconvolgente.
"Cosa vuoi? Che cazzo vuoi da me?" urlai furiosa con le lacrime che mi rigavano il viso e la guardai dritta negli occhi, colmi di dolore.
Speravo che mi rispondesse o che mi baciasse ma scosse la testa, andandomene lasciandomi senza parole.
"Bipolare del cazzo, la odio." sbottai alzando la voce per farmi sentire da lei e i miei amici mi guardavano abbastanza confusi da tutto quanto.
Le lacrime mi rigavano il viso e Will strinse il mio braccio, feci un lungo respiro profondo sentendo l'aria di casa e partii non vedendo l'ora di riposarmi.
Per tutta la durata del viaggio i miei amici parlarono e scherzarono tra di loro e gli accompagnai alla villa, Tokyo e Rio scesero subito dalla macchina e abbracciarono Pablo riempiendolo di baci, scoppiando a piangere tantissimo.
"Maca, ti fermi con noi?" disse Raquel sorridendomi ed era incredibile per come tutti quanti erano sollevati nel vedermi.
"5 minuti, vorrei tornare a casa poi." dissi uscendo dalla macchina e mi si illuminarono gli occhi non appena vidi Amelia nella porta d'ingresso, con un sorriso enorme sulle labbra meraviglioso.
Abbracciai tutti quanti e poi corsi da lei, andando tra le sue braccia che non esitarono a stringermi forte.
"Spero che ti abbiano messo i punti in grazia di Dio sennò faccio un casino." disse la mia amica abbassandomi la felpa e sorrise di approvazione, osservandomi.
"Piano Madrid eh? Che genio." disse Sergio abbracciandomi e ricambiai con le lacrime agli occhi, Zulema entrò in tutto il suo splendore e mi portai una sigaretta alle labbra nel mentre che tutti gli altri conoscevano finalmente Fatima.
Il mio scorpione la presentò e le sorrise amorevolmente appoggiando una mano sulla sua spalla possessivamente.
Erano la fine del mondo insieme ed ero felice che la ragazza era finalmente tra noi, senza più nessuna preoccupazione.
"Stiamo per pranzare, vieni?" disse Denver abbracciandomi forte ma scossi la testa, staccandomi dal suo abbraccio.
"Devo prendere solamente il mio computer che si trova in camera mia, voglio assolutamente dormire." dissi gemendo leggermente per il fianco ma ormai il dolore stava svanendo del tutto, ero stata abbastanza brava a non farmi del male.
"D'accordo bionda, te lo meriti." disse il mio amico dandomi un lieve bacio sulla guancia e sotto lo sguardo del mio scorpione, salii le scale quasi di corsa.
Entrai nel mio appartamento e cercai il mio computer, afferrandolo.
"Se te ne stai andando per farmi un dispetto, sappi che non mi interessa." disse Zulema appoggiata nello stipite della porta e alzai gli occhi al cielo, scattai verso di lei e l'afferrai per la gola sbattendola contro alla porta forte.
"Mi stai stancando, perché fai così?" sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra e aumentai la stretta sul suo collo, una lacrima le rigò il viso e mi staccai subito letteralmente stranita.
"Zulema, ti ha fatto del male." dissi spostandole i capelli di lato e sulla sua gola c'erano dei leggeri segni violacei.
Piansi dal nervoso e sollevai la sua felpa nel mentre che la donna davanti a me cercava di non farsi vedere ma era troppo tardi, ormai avevo visto tutto e me lo aveva addirittura confessato.
"Non toccarmi, mai più." disse a denti stretti e sussultai per le sue parole.
"Io non sono lui, non ti farei del male." dissi alzando le mani in modo pacifico avvicinandomi e mi accorsi che stava facendo così perché rivederlo e sentire nuovamente le mani sul suo corpo era stato a dir poco devastante.
"Mi ha toccata, picchiata e violentata tantissime volte in passato e non credevo che potesse farlo ancora." mi confessò con le lacrime che le rigavano il viso e serrai la mascella, percependo una rabbia disumana crescere dentro di me.
"Perché sei andata con lui? Ti ha trattato come cazzo voleva e non hai saputo opporre resistenza. Lui ti voleva nonostante tutto quindi non ti capisco proprio Zulema!" urlai pensando a ciò che era successo e la donna davanti a me pianse il doppio.
"Credevo di amarlo ancora ok?" urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e sgranai gli occhi sedendomi nel letto, altrimenti sarei svenuta di colpo.
Ecco la nostra bomba esplosa.
", pensavo di essere ancora innamorata di lui ma appena ho realizzato che di me non gliene importava un cazzo ho lasciato perdere. Volevo averlo per l'ultima volta Macarena perché lui è sempre stato il mio compagno di vita, il padre di mia figlia e ora è morto cazzo! Ed io non posso accettare il fatto che la mia vita sia andata così, in frantumi per lui." disse camminando nervosamente e mi alzai un'altra volta, tanto sconvolta.
"Mi stai per caso incolpando? L'ho ucciso perché lui avrebbe fatto lo stesso, magari non aveva nulla da perdere mentre io : te cazzo!" urlai senza più fiato in corpo e stavamo piangendo entrambe, con tanto dolore.
"Ho avuto paura di perderti, non ne hai idea Zulema e sono semplicemente stanca di stare male, tu.. sei troppo legata al tuo passato e devi lasciarlo andare totalmente per te stessa." dissi calmandomi un minimo e mi asciugai le lacrime, feci per uscire ma la sua mano si serrò attorno al mio polso molto forte.
"Pensa a tutte le parole che ti ho detto un paio di giorni fa, ora voglio dedicarmi a Fatima e-" disse bloccandosi e sospirai perché ero veramente arrabbiata per come si era comportata, non era rispettoso per me.
"Hai ragione, forse avrei dovuto capirlo fin dall'inizio che una cosa del genere per te era troppo. Ma allora, perché ci siamo sposate?" le domandai esausta e mi era venuto mal di testa talmente la rabbia stava scorrendo impetuosa nelle mie vene.
"Perché una parte di me ti ama con tutta me stessa ma dall'altra sono semplicemente bloccata, ho bisogno di tempo per metabolizzare tutto quanto e anche tu dovresti farlo. Era un momento che stavo aspettando da tutta la vita e ora non ci posso credere che è tutto finito per davvero." disse facendo spallucce e mi morsicai il labbro forte, toccandomi i capelli.
"Lo sai invece cosa speravo di fare?" dissi ad un certo punto torturandomi le maniche della felpa e Zulema mi fece un cenno, intimandomi di continuare.
"Speravo di poterti baciare come prima, fare l'amore con te in quel cazzo di letto tutta la notte felici nell'aver vinto la nostra battaglia. Ma cosa ho ottenuto? Il rifiuto da parte tua, Zulema me lo merito? Merito tutto questo dolore perché ho salvato l'amore della mia vita? Mia moglie?" dissi riprendendo a piangere e la vidi morsicarsi il labbro, innervosendosi.
Ero arrivata dritta al punto.
"Avrai tutto il tempo del mondo perché ti amo con tutta me stessa e non ti avrei mai lasciata lì da sola, in quel deserto del cazzo che tu bramavi con tutta te stessa. Ho ideato questo piano per vivere una vita felice con te insieme a Fatima, quindi al posto di sbraitarmi contro dovresti metterti per una volta nei miei panni perché ora non so più che fare con te. Penso di avertelo dimostrato una volta per tutte che ti amo, per davvero." aggiunsi facendo spallucce e il mio scorpione non sapeva cosa dire perché l'avevo messa con le spalle al muro.
La mia verità era agghiacciante.
"Hai il mio numero, per qualsiasi cosa sai dove trovarmi quindi, ci si vede." sussurrai dopo un paio di secondi di totale silenzio e Zulema non aveva osato aprire bocca, ma chi tace acconsente.

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