Il dolore lancinante che Federico avvertiva alla testa non voleva saperne di lasciarlo andare, continuava ad infastidirlo e gli rendeva impossibile svolgere una qualsiasi attività senza che gli fosse di peso, anche fare una semplice conversazione con qualcuno gli risultava difficile, trovava insopportabile qualsiasi rumore e dei continui deboli gemiti di dolore lasciavano le sue labbra secche per il freddo.
Per tutto il giorno il più piccolo aveva fatto del suo meglio per ignorare in forte dolore che provava, si era cimentato in tutti i compiti che gli erano stati assegnati ma non era riuscito a concludere nulla, Benjamin si era reso conto di quel suo malessere, dopo tutto aveva imparato a conoscerlo meglio di chiunque altro, forse anche meglio di se stesso, e aveva cercato in tutti i modi di convincerlo a ritornare a casa, o meglio al motel, e di riposare, aveva perfino usato il potere che gli concedeva il suo ruolo ma il biondo non aveva voluto saperne, sosteneva che quello era il suo lavoro, il suo dovere, e non voleva tornarsene a casa solo per uno stupido mal di testa e, anche se non lo aveva ammesso, la presenza del più grande riusciva ad alleviare il suo dolore, il poterlo guardare intento a fare le sue cose o il poter bearsi delle attenzioni che quello gli dedicava lo faceva sentire meglio.
Benjamin lo faceva sentire meglio.Il cielo era ormai diventato buio, la sera era giunta e le nuvole che avevano nascosto il cielo per tutto il giorno erano state oscurate dal blu della notte, solo poche stelle erano visibili nel mantello buio e lasciavano sperare che l'indomani sarebbe stato un giorno di sole.
Federico si trascinava a fatica da una parte all'altra della sua stanza, mugolava qualcosa privo di senso a qualcuno che non era presente, il cordino del suo largo pantalone di tuta nera era diventato il suo passatempo preferito nell'attesa che la medicina appena presa facesse effetto e quel fastidioso mal di testa lo lasciasse finalmente in pace.
-"Mh..." Mugolò per l'ennesima volta il più piccolo mentre stringeva uno dei tanti cuscini dal colore verde presente sul suo letto. "Odio i mal di testa..." Sussurrò e chiuse gli occhi nella speranza di addormentarsi, qualcosa però glielo impedì.
Dopo solo pochi secondi, infatti, il campanello posto accanto alla porta della sua stanza trillò fastidiosamente e, il ragazzo, si ritrovò ad imprecare sottovoce, in un primo momento fu tentato di ignorare chiunque fosse ma quando un secondo incessante trillo si diffuse nella stanza, si ritrovò a maledire mentalmente chiunque fosse e si alzò, riluttante, dal suo morbido letto per andare ad aprire la porta.
-"Si può sapere chi diamine è?!" Urlò il ragazzo ma quando la porta grigia si aprì, il suo volto, si piegò in una strana smorfia. "Oh."
-"Spero che questo diamine non ti disturbi." Disse chi era oltre la soglia e si passò una mano tra i capelli, ormai, disordinati. "Dormivi?" Chiese mentre osservava l'abbigliamento del biondo del tutto casuale.
Il volto pallido di Federico si illuminò grazie ad un ampio sorriso.
-"Benjamin!" Esclamò. "Che cosa ci fai qui?" Chiese felice come un bimbo.
-"Oggi non ti sentivi bene e non volevo lasciarti da solo." Rispose il moro. "E volevo anche assicurarmi che tu mangiassi adeguatamente, quindi ho portato la cena." Aggiunse e mostrò all'altro il sacchetto bianco e il cartoccio di pizza che reggeva.
-"Non devi disturbarti così tanto per me, Benjamin." Replicò il più piccolo, lusingato da così tante attenzioni. "Avrei mangiato un panino, o qualcosa di simile, più tardi."
-"È il minimo che io possa fare per te, prendermi cura di te." Disse Benjamin. "Hai già mangiato poco a pranzo, non permetterò che tu vada a dormire ammalato e a stomaco vuoto." Continuò e l'altro sapeva che non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea.
Il biondo sospirò sconfitto.
-"Non sono malato, ho solo mal di testa e, tra l'altro, ho già preso la medicina ed è quasi del tutto scomparso." Rispose. "Entra, comunque, non puoi restare fuori al freddo." Aggiunse e fece spazio all'altro per entrare.
Il più grande annuì e fece come gli era stato detto.
-"Ti disturbo?" Chiese nuovamente. "Stavi dormendo?"
-"Tu non mi disturbi mai, Benjamin."-"Mi piace!" Esclamò Benjamin mentre camminava lungo la stanza.
-"Che cosa?" Chiese il biondo intento a sistemare la cena che l'altro ave portato.
-"Questa stanza." Rispose il più grande e indicò lo spazio che lo circondava. "Mi piace, ti rispecchia." Aggiunse.
-"Oh, beh, grazie... credo." Balbettò Federico e prese due parti.
-"Resto dell'idea però che sia ora di trovarti una casa, non puoi restare qui in eterno." Disse il moro e si lasciò cadere sul divano bianco presente nella stanza. "Ormai sai che resterai, hai un lavoro e ti stai creando una nuova vita, una casa non può mancare." Continuò mentre osservava l'altro, stava compiendo delle gesta normalissime eppure lui non poteva evitare di ammirarlo con aria sognante.
-"Ben ne abbiamo già parlato." Rispose il più piccolo. "Anch'io vorrei prendere una casa ma un affitto è una cosa seria, nel caso ti venisse voglia di licenziarmi sarei costretto a tornare ad Orlando, qui invece è tutto più semplice." Continuò e si voltò verso di lui.
-"Federico potresti trovare una casa con la metà dei soldi che spendi per restare qui." Replicò Benjamin. "Qui alla prima occasione che non paghi ti cacciano, in una casa invece puoi chiedere fino a tre mesi, oppure potresti comprarla, non avresti più problemi così."
-"Sì, certo." Rise il biondo. "Devo solo trovare qualcuno che mi venda una casa perché gli sono simpatico." Aggiunse e scosse la testa.
-"Potrei farlo io."
Gli occhi del più piccolo si sgranarono e la sua bocca si aprì per la sorpresa.
-"Che cosa?"
Benjamin, con un sorriso stampato sul volto, si alzò dal divano e raggiunse l'altro.
-"Potrei comprati io una casa." Disse. "Ti comprerò una casa e tu, pian piano, mi restituirai i soldi." Spiegò.
-"Benjamin no, assolutamente no." Rispose il biondo. "Non permetterò che ti mi compri una casa." Aggiunse con tono fermo.
-"Federico io farei di tutto affinché tu resti qui, qui con me."
-"Resterò con te, Benjamin, te l'ho promesso." Disse Federico. "E io mantengo le mie promesse."
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...