Thirty five.

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Se vi va ho appena postato una one shot, si chiama hashtag, ovviamente su Benjamin e Federico, e potete trovarla sul mio profilo, se vi va passate a leggerla.
Spero che il capito vi piaccia.
Baci, Michi💕

Era ormai passato circa un mese da quando i due giovani ragazzi avevano iniziato a frequentarsi, da quando quella sera avevano deciso di dare una possibilità a quel sentimento che stava crescendo, giorno dopo giorno, dentro di loro e gli dimostrava che valeva la pena lottare contro il mondo pur di stare insieme,perché una vita intera vissuta con chiunque altro non avrebbe regalato loro la felicità che un solo istante vissuto insieme gli regalava.
In quel lasso di tempo Benjamin e Federico avevano nascosto il rapporto profondo che si era instaurato tra di loro, alle persone che facevano domande rispondevano che, semplicemente, erano amici e di avere un'alchimia incredibile che gli permetteva di capirsi con solo uno sguardo, sapevano però che prima o poi qualcuno avrebbe iniziato a sospettare qualcosa e loro sarebbero stati costretti a dire a tutti la verità, a rivelare al mondo che ad unirli era un legame ben più profondo della semplice amicizia, che ad unirli era l'amore.

In quel grigio giovedì mattina di metà marzo molti erano gli studenti a sembrare poco felici all'idea di doversi recare a scuola, guardavano con aria persa le bevande che avevano davanti, distrattamente si accingevano a mangiare la loro colazione prima che arrivasse, per loro, il momento di recarsi a scuola.
I bar di New York al primo mattino erano costantemente affollati, erano molti quelli che decidevano di prendersi una pausa per pensare prima di dirigersi alle loro quotidiane postazioni, l'odore dei muffin al cioccolato appena sfornati invadevano le strade di quella grande città e invogliano i passanti a concedersi una dolce pausa prima che la loro giornata iniziasse, anche Benjamin e Federico erano caduti in quella trappola e, in quel momento, i due si trovavano intenti a ridere e scherzare davanti a delle tazze di cioccolato caldo e dolci vari.

-"Quindi oggi dovremmo andare fuori città?" Chiese Federico mentre addentava il suo cornetto alla crema.
Il moro annuì e prese qualche marshmallow dalla sua tazza di cioccolata calda.
-"Il signor Jensen mi ha chiesto di andare alla sua azienda per concludere il contratto." Disse. "È un contratto molto vantaggioso e lui è molto anziano, non ho potuto dire di no." Aggiunse e sospirò.
-"Beh, dopo tutto sembrerebbe che il signor Lee non è riuscito a farti fallire, o sbaglio?" Replicò il più piccolo e sorrise al ragazzo davanti a lui.
Lo sguardo di Benjamin diventò improvvisamente serio, la luce di felicità che prima alleggiava nei suoi occhi era del tutto scomparsa, le sue labbra si chiusero in una linea dura e una strana smorfia si dipinse sul suo viso, strinse i pugni e lasciò cadere il cucchiaio che reggeva, così facendo delle goccioline di cioccolata calda schizzarono lungo il tavolo.
-"Che succede, Ben?" Gli chiese il più piccolo, con tono preoccupato, e allungò una mano per toccare quella del maggiore.
Benjamin, però, quasi d'istinto tirò via la mano e lanciò un'occhiata al minore che lo fece trasalire.
-"Siamo in pubblico, Federico." Disse Benjamin con tono quasi arrabbiato. "Ricorda il nostro patto." Aggiunse e prese la sua tazza.
-"Patto?" Ripeté il biondo e inarcò un sopracciglio. "Io e te non abbiamo nessun patto, abbiamo solo deciso di tenere nascosta la nostra relazione per il momento." Continuò.
-"Come ti pare." Replicò il più grande e fece uno strano gesto con la mano libera. "Comunque sia stai bene attento a come ti comporti, in questo locale mi conoscono tutti e non vorrei alimentare pettegolezzi." Aggiunse e bevve un generoso sorso della sua bevanda ancora calda.
Il viso di Federico si piegò in una smorfia contrariata, il suo sorriso felice era del tutto scomparso lasciando spazio ad un broncio che di adorabile aveva ben poco.
-"Fino a pochi minuti non ti sembrava interessare molto come mi comportavo o se la gente era interessata a noi o meno." Sputò acido il minore. "Fino a pochi minuti fa, in realtà, mi sembravi proprio tu quello che cercava continuamente un contatto fisico con me e non il contrario." Disse.
-"E ora ho capito che stavamo esagerando." Si limito a rispondere il moro.
-"Credi che io sia tanto stupido?" Chiese retorico il più piccolo e poggiò le braccia sul tavolo imbandito di dolci pietanze. "Hai totalmente cambiato umore quando ho nominato il signor Lee, che cosa è successo Benjamin?" Continuò e inclinò la testa da un lato.
Benjamin sospirò e scosse la testa ma l'aria dura che aveva assunto non accennava ad andare via, anzi, il cipiglio presente sul suo viso divenne ancora più profondo.
-"Non è successo nulla, Federico." Rispose il maggiore e si sistemò meglio sulla sedia bianca. "Ho solo notato qualche occhiata di troppo e mi ha dato fastidio." Aggiunse e prese il suo muffin alla banana.
Il biondo però sembrava poco convinto dalla spiegazione che l'altro gli aveva dato, lui sapeva che Benjamin era abbastanza distratto e prestava poca attenzione a ciò che lo circondava, non sarebbe mai riuscito a notare qualcosa senza che lo facesse prima lui.
-"Allora guardami negli occhi." Disse con tono più duro di quanto volesse. "Guardami negli occhi e dimmi che il signor Lee non ha nulla a che fare con il tuo improvviso cambio d'umore, dimmi che si tratta davvero solo di qualche occhiata di troppo.
Devi guardarmi negli occhi e giurarmelo però, Benjamin, puoi farlo?" Continuò e assottigliò gli occhi per guardarlo meglio.
Il più grande stette qualche secondo in silenzio a guardarlo, prima di sbuffare e allontanare da lui la sua tazza di cioccolata quasi vuota.
-"Federico te la stai prendendo troppo." Replicò e alzò gli occhi al cielo. "Non ho fatto nulla di male e non merito questo trattamento così poco gentile da te." Aggiunse quasi indignato e incrociò le braccia al petto.
-"Non ti sto trattando male." Rispose Federico. "Voglio solo capire il perché del tuo improvviso cambio d'umore."
Il moro aprì bocca per replicare ma la suoneria del suo cellulare si diffuse nel piccolo bar, attirando l'attenzione dei presenti, mentre lo schermo di questo si illuminò, Federico si sporse leggermente in avanti per leggere il nome di chi lo stava chiamando ma non ci riuscì, il più grande lo prese e trascinò il dito sulla cornetta verde.
-"Pronto?" La voce annoiata del moro risuonò nel locale. "Mh?
Sì, va bene.
D'accordo, sì.
Ora arrivo, ciao."
Federico cercò di capire qualcosa di quella conversazione ma le risposte del maggiore non gli furono di alcun aiuto.
-"Chi era?" Chiese.
-"Vanessa." Rispose Benjamin e si alzò per prendere le sue cose. "Mi sta aspettando qui all'angolo per andare insieme in azienda, dobbiamo parlare." Concluse e si sistemò la giacca nera.
-"Attento Benjamin." Disse Federico. "La gente potrebbe pensare male anche se ti vede con lei e tu non vuoi pettegolezzi su di te, giusto?"

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