Thirty.

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Bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, dopo ogni sguardo misto ad un sorriso Benjamin e Federico capivano di essere davvero importante l'uno per l'altro, ogni gesto che si dedicavano non faceva altro che confermare loro quanto essenziali fossero nella vita del ragazzo che avevano di fronte, si dedicavano una parte di loro e di quel sentimento, tanto forte da far invidia al mondo, che li stava unendo a tal punto da farli diventare l'uno parte dell'altro.
Il loro appuntamento al cinema era stato migliore di quanto, i due, potessero mai pensare, tra di loro si era creata un'alchimia speciale, unica, e ogni volta che i loro occhi si incrociavano non potevano fare a meno di sorridere, sorridere di vero cuore per quella magica emozione che il destino aveva deciso di donargli, un destino che, a partire da quel momento, avrebbero condiviso insieme, si sarebbero donati tutto ciò che avevano, ogni loro momento, anche nei momenti brutti sarebbero rimasti l'uno al fianco dell'altro e si sarebbero aiutati come meglio potevano.
Ciò che li univa non sarebbe svanito tanto facilmente, loro non lo avrebbero permesso, avrebbero lottato per loro e per il loro sentimento.

Dopo aver visto il film da loro scelto, o meglio dopo aver parlato del più e del meno per tutto il tempo del film, i due ragazzi decisero di dirigersi al parco per poter concludere lì la loro magica serata, nessuno dei due era particolarmente affamato quindi evitarono di andare a cena in qualche locale che avrebbe costretto loro a passare il resto della loro serata ad attendere gli ordini da loro scelti, preferirono godersi ogni momento che avevano la possibilità di passare insieme, ancora una volta parlare di tutto ciò che di cui avevano voglia, di quello che gli accadeva quotidianamente o anche delle cose più banali, semplicemente si beavano del suono della voce dell'altro e di quanta felicità provocasse in loro avere l'altro al proprio fianco.

Quella domenica mattina era resa allegra dalla luce del sole che, maestoso, illuminava il cielo di New York, brillava nascosto dai grandi grattacieli di quella città, faceva scintillare le loro punte di vetro, rifletteva la speranza che gli abitanti di quel posto avevano di poter creare un mondo migliore per i loro bambini e nipoti, di poter migliorare la realtà in cui vivevano e di poter essere soddisfatti di quel che avevano creato.
Le prime ore del mattino erano state riempite da giovani, e meno giovani, che avevano deciso di approfittare di quella calda giornata, abbastanza insolito per essere una domenica come tante altre di fine febbraio, e si recarono al parco per poter praticare attività fisica, in vista delle rilassanti attività che li avrebbero impegnati per tutto il giorno.
Benjamin e Federico, però, non rientravano tra quelli che avevano scelto di svegliarsi presto per andare a correre al parco, loro rimasero nelle loro rispettive case, e motel, a dormire mentre nei loro sogni finivano per immaginare il futuro che li stava attendendo; dopo il loro appuntamento al cinema, i due giovani, decisero di vedersi ancora e ancora e non persero tempo, il moro, infatti, propose all'altro di recarsi a cena insieme il giorno seguente, sosteneva che il minore dovesse mangiare il meglio possibile per riprendersi del tutto dall'influenza che aveva avuto, nonostante fossero state solo poche linee di febbre, Federico dal suo canto non trovò motivi per replicare, proprio come il maggiore, anche lui aveva una voglia infinita di stare con la persona che gli stava migliorando la vita, poco importava quale fosse il contesto in cui si trovava, lui voleva solo stare con Benjamin.

Il campanello situato fuori dalla stanza del più piccolo trillò più volte, il suo suono si diffuse nella piccola stanza del ragazzo e questo si ritrovò a sorridere come un bambino mentre, saltellando, raggiunse la porta, per aprirla, consapevole di chi avrebbe trovato oltre la soglia.
-"Benjamin!" Esclamò felice come non mai quando i suoi occhi azzurri incontrarono quelli del maggiore, che gli sorrideva affettuoso.
Il moro fece un passo verso di lui e gli accarezzò delicatamente i capelli.
-"Buonasera, fiorellino." Rispose e gli sorrise, prima di prendergli una mano. "Sei splendido." Aggiunse e, con una luce particolare ad illuminargli gli occhi, lo fece roteare su se stesso.
Il più piccolo arrossì leggermente e non riuscì a trattenersi dal mordere il suo stesso labbro inferiore.
-"Non indosso nulla di speciale..." Borbottò e abbassò lo sguardo sul suo pantalone nero aderente e sulla sua t-shirt bianca, priva di fantasie.
-"Sei tu ad essere speciale, Federico." Replicò Benjamin e si portò alle labbra la mano del minore per lasciargli un bacio sul dorso.

Dopo pochi altri minuti spesi a parlottare sulla soglia della stanza del più piccolo, Benjamin e Federico, decisero che era giunto il momento di partire per raggiungere il ristorante scelto dal maggiore e questo si era premurato per non fargli scoprire quale ristorante fosse, si era limitato a dirgli che si trovava appena fuori città e, quindi, avrebbero impiegato un po' più di tempo per raggiungerlo, proprio per questo motivo era andato a prenderla appena alle sette e mezzo.
-"Benjamin non mi dirai nulla sul ristorante che hai scelto?" Domandò Federico, per l'ennesima volta in soli dieci minuti di viaggio, e rivolse uno sguardo da cucciolo al maggiore che rise e scosse la testa.
-"Non ti arrenderai, vero?" Chiese retorico e, per un momento, si voltò a guardare il minore con un sorriso stampato sul volto.
-"Voglio solo sapere dove mi stai portando." Replicò prontamente il più piccolo e incrociò le braccia al petto. "Non ti sto chiedendo molto, in fondo, è una cosa che riguarda anche me, anch'io dovrò mangiare lì dove stiamo andando." Continuò e sperò che il suo ragionamento sembrasse all'altro più giusto di quanto in realtà non fosse.
-"Federico." Lo chiamò Benjamin. "Ti fidi di me?" Chiese e si voltò verso di lui.
-"Non cambiare discorso." Borbottò il biondo. "Non riuscirai a farmi dimenticare che non so dove stiamo andando." Aggiunse e mise su un finto broncio che, il maggiore, trovava adorabile, proprio come lui.
-"Non sto cambiando discorso." Replicò il più grande. "Non ti serve sapere dove stiamo andando se ti fidi di me." Aggiunse e lanciò un'occhiata all'altro per capire quale fosse la sua reazione.
Federico boccheggiò più volte prima che il suo cervello gli fornisse una risposta sensata, anche se non ne aveva.
-"Ma io..."
-"Ma tu ti fidi di me, Federico?"
-"Sì, Benjamin, mi fido di te."

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Ehi🌸
Oggi questa storia compie un mese e, ancora una volta, vi ringrazio per le visualizzazioni, siamo in più di diciassette mila e io stento a crederci, siete davvero incredibili e vi ringrazio infinitamente per il sostegno che mi dimostrate tramite i commenti, e tanto altro, ogni giorno, grazie infinite per tutto♥️
Benjamin e Federico sembrano aver trovato un buon equilibrio e le cose procedono bene ma continueranno ad andare così o presto ci saranno nuovi problemi?
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Baci, Michi💕

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