Twenty nine.

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Benjamin non era riuscito a separarsi dal minore neppure per un secondo durante tutto il giorno, era rimasto al suo fianco e aveva cercato di prendersi cura di lui come meglio poteva, come meglio credeva, aveva cercato di farlo sorridere quanto più gli era possibile, si era ritrovato più di una volta a guardarlo ammaliato quando il minore scoppiava a ridere, senza un motivo apparente per lui ma, ciò che lui non sapeva era che, a Federico bastava averlo accanto per essere felice e dimenticare tutti i suoi problemi e preoccupazioni, il solo saperlo a poca distanza da lui lo faceva sentire meglio, il suo cuore diventava più leggero.
Per tutto il pomeriggio, Benjamin e Federico, avevano preferito non fare attività troppo complessa, dato che il più piccolo continuava ad avere la febbre seppur non alta e anche perché volevano che quella bolla di magia tutta loro che si era creata continuasse ancora per un po', volevano poter vivere ancora per qualche qualche quel magico sentimento che li stava unendo senza che terzi incomodi credessero di poter interferire, volevano essere solo loro ancora per un po', felici ancora per un po'.

Il fine settimana era giunto, l'ennesimo sabato era iniziato, grandi e piccini sembravano rinascere in quel giorno, tutti pensavano con felicità al giorno di riposo che li attendeva e si lasciavano alle spalle le lunghe ore di lavoro che durante tutta la settimana avevano stremato tutti.
Le strade di New York erano piene di persone di tutte le fasce d'età, le grida gioiose dei bambini si espandevano nell'aria fresca di fine febbraio, le foglie gialle degli alberi attiravano l'attenzione di questi che finivano ad osservarle divertire, i più grandi sembravano non comprendere il perché di tanto interesse verso le foglie ma erano ugualmente felici nel vederli tanto sorridenti, lasciavano che la loro felicità dipendesse dai bambini.
Federico stava camminando nervosamente tra le strade, fin troppo affollate per i suoi gusti, e di tanto in tanto il suo sguardo ricadeva su qualche piccolo dettaglio su quella città che, secondo lui, non avrebbe mai scoperto del tutto, mentre giocherellava distrattamente con qualsiasi oggetto trovasse nelle sue stesse tasche, che fossero le cuffie del cellulare o qualche foglio appallottolato e lasciato nella tasca, a grandi passi si dirigeva verso la sua meta e, passo dopo passo, sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto.
La sera precedente Benjamin, prima che lasciasse il suo motel per far ritorno a casa dopo sua insistenza, gli aveva proposto di uscire, di andare al cinema.
-"La prima volta che siamo usciti insieme siamo andati al cinema e mi piacerebbe tornarci."
Gli aveva detto e lui, davanti al sorriso raggiante e gli occhi splendenti di Benjamin, non era riuscito a dire di no.

-"Benjamin!" La voce allegra di Federico arrivò alle orecchie del maggiore, che lo attendeva all'ingresso del cinema proprio come la prima volta, e questo si voltò a guardarlo con un sorriso stampato sul volto.
-"Federico!" Esclamò allegro tanto quanto l'altro e gli corse incontro. "Ma che bello che sei." Aggiunse sorridente e gli sistemò il colletto della sua giacca di jeans, che andava a coprirgli il maglione nero in tinta con il jeans.
-"Tu non sei di certo da meno." Replicò il più piccolo e gli stampò un sonoro bacio sulla guancia, non era solito a tali gesti di smanceria ma Benjamin riusciva a tirare fuori il meglio di lui e non voleva nasconderlo.
Benjamin gli sorrise e gli scompigliò leggermente i capelli, provocando un mugolio di lamentela da parte del minore.
-"Hai già deciso che film vedere?"
Il biondo scosse la testa e cercò di sistemarsi nuovamente i capelli.
-"Non ho preferenze." Rispose. "Lascio scegliere a te." Aggiunse.
-"Allora per me va bene guardare te."

Dopo non poche smancerie e tempo passato a decidere quale film dovessero vedere, i due, optarono per un remake di una vecchia commedia nella speranza che facesse davvero ridere e speravano anche che la sala non fosse troppo affollata, così da poter chiacchierare tranquillamente nel caso il film non fosse stato di loro gradimento.
-"Benjamin non credi di aver esagerato con i popcorn?" Gli chiese Federico mentre lo aiutava a farsi spazio tra i vari seggiolini rossi presenti nella sala.
-"No, non lo credo." Rispose il moro che vedeva a fatica tra così tanti sacchetti di popcorn e bevande. "Posti numero 78 e 79, sono questi." Aggiunse e indicò due posti alla loro destra.
Il più piccolo annuì e si sedette su uno dei due posti riservati a loro.
-"Non c'è nessuno qui." Costatò dopo essersi guardato velocemente intorno.
-"Meglio per noi, no?" Chiese sorridente Benjamin e sistemò tutte le cibarie da loro prese su un seggiolino accanto a lui.
-"Benjamin quel posto potrebbe essere stato riservato a qualcuno, non puoi usarlo così!" Esclamò il biondo.
-"Federico questa sala, come hai detto tu, è vuota, possono andare a sedersi in qualsiasi altro posto." Replicò il più grande. "E poi voglio stare solo con te, non voglio che qualcuno ci disturbi." Aggiunse e si voltò verso di lui.
Le guance di Federico si tinsero di rosso e quella volta non poté dare la colpa alla febbre, grazie alle cure attente e amorevoli del moro non ce n'era più traccia, quel suo rossore era dovuto solo all'effetto che il maggiore aveva su di lui.
-"E così vuoi restare solo con me?" Chiese e cercò di mascherare le emozioni che stava provando in quel momento. "E perché?" Aggiunse e inclinò la testa da un lato.
Il moro, divertito, con uno scatto felino circondò il busto dell'altro e se lo portò addosso, lo fece accomodare sulle sue gambe coperte da un pantalone bianco.
-"Perché voglio restare solo con te?
Mhhh... vediamo un po' da dove posso iniziare." Iniziò a parlare e lasciò che l'altro si sistemasse sulle sue gambe mentre lui continuava a stringerlo con un braccio. "Voglio restare solo con te perché sento che solo in tua compagnia posso essere me stesso, da quando tu sei entrato nella mia vita ho smesso di usare maschere per piacere alla gente, ora ci sei e quando mi guardi so che vedi ciò che sono realmente e non ne sei spaventato, anzi, ti prendi cura delle mie paure e sorridi per i miei pregi.
Voglio restare solo con te perché mi hai fatto impazzire, mi hai fatto impazzire totalmente Federico, con i tuoi occhi tanto belli da fare invidia ad ogni cosa, con il tuo sorriso spontaneo che riesce a far sorridere anche me, mi hai fatto impazzire con il tuo modo di fare, delle volte da bambino e delle volte da uomo che sa ciò che vuole dalla vita e, devo ammetterlo, più di una volta mi sono ritrovato a sperare di essere io quel qualcosa che vuoi dalla vita, ho sperato che tu mi volessi come io voglio te, mi hai fatto impazzire con le tue battute che non tutti capiscono, con i tuoi sguardi che sembravano indirizzati solo a me.
Voglio restare solo con te perché è solo te che voglio, solo te Federico."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora