Ancora una volta, la decima o forse anche la ventesima volta, Benjamin e Federico erano riusciti a fare la pace, a ritrovare la loro luce anche quando tutto intorno a loro sembrava buio, ancora una volta avevano ignorato le motivazioni che li avevano allontanati ed erano tornati a stringersi la mano.
Ancora una volta Benjamin e Federico deciso di andare incontro al loro destino mano nella mano, niente e nessuno li avrebbe allontanati, neanche la malattia di Federico.
La malattia di Federico.
In quei giorni per i due ragazzi era diventata il centro di ogni loro pensiero, tutti i bei sogni che condividevano erano stati distrutti e per quanto loro si affannassero per tenerli insieme, questi, finivano per sgretolarsi sotto le loro stesse mani e a loro non restava nulla più che la rabbia per non poter cambiare il destino, per non poter bloccare il tempo in quei loro giorni tanto felici, giorni che sapevano sarebbero terminati prima di quanto volessero e per il più grande sarebbero diventati gli unici ricordi felici di una vita che non gli aveva riservato nulla se non tristezza e dolore.
Federico sarebbe stato l'unico tocco di colore nella sua vita in bianco e nero.Benjamin e Federico avevano fatto l'amore.
Benjamin e Federico avevano fatto l'amore anche se avevano il cuore distrutto dal pensiero di quello che sarebbe stato.
Nel buio della sera i due giovani innamorati si diedero ancora una volta tutto ciò che avevano, lasciarono che i loro timori, tanto simili eppure totalmente diversi, si fondessero per diventare una sola cosa e lasciarono che trovassero il loro punto di forze nel loro amore, nelle loro mani intrecciate, nei loro corpi che erano diventati l'uno l'estensione dell'altro, senza capire dove iniziasse uno e terminasse l'altro, nelle loro bocche che si cercavano senza fine, senza stancarsi mai; in quei momenti i due ragazzi si concessero il lusso di dimenticare tutto, di ricordare solo loro e il loro amore, mentre il più piccolo si spingeva nel corpo del maggiore questo sentiva quanto forte e sincero fosse il loro amore e in quel momento capì che un amore come il loro non aveva fine, neanche la morte lo avrebbe fatto finire.Il sole di quella mattina di metà maggio illuminava la stanza totalmente in disordine dei due ragazzi, mentre la città fuori da quei cancelli era in piena attività, Benjamin e Federico si concedevano i loro ultimi momenti di riposo prima che una nuova giornata li investisse e fossero costretti a dedicarsi alle loro normali attività quotidiane.
Dal salotto proveniva qualche rumore di mobili spostati, segno che le domestiche erano nel bel mezzo delle loro pulizie, proprio come il più grande aveva chiesto loro di fare, ma fu la voce particolarmente esigente di Diana a turbare il sonno dei due ragazzi che si svegliarono di soprassalto.
-"Che cosa sta succedendo?!" Chiese, con voce assonnata e allarmata allo stesso tempo, Federico che era balzato al centro del letto, mentre si stropicciava gli occhi assonnati.
Le coperte giacevano ancora immobili ai piedi del letto, circondate dai loro vestiti che la sera precedente non si erano preoccupati di sistemare, quella stanza era un vero e proprio disordine ma li rispecchiava, era il loro punto felice.
Il moro sbadigliò e prese la mano del minore per farlo sdraiare nuovamente al suo fianco.
-"È solo Diana che dà ordini alle domestiche per le pulizie." Gli spiegò assonnato e poggiò la testa sul petto nudo del minore. "Non preoccuparti, torna a dormire." Aggiunse.
Il più piccolo sbadigliò e gettò un'occhiata alla sveglia, dove i numeri erano messi in evidenza dal loro colore fluorescente, per poi sbuffare annoiato.
-"Sono le dieci e mezzo." Disse.
-"E allora?"
-"E allora potremmo anche alzarci."
-"Mh." Mugolò Benjamin e, con un balzo, si mise sul corpo del minore sorreggendosi sui suoi gomiti. "È davvero quello che vuoi?" Lo provocò e si abbassò per mordergli il labbro inferiore. "Vuoi davvero alzarti o vuoi restare qui a letto con me?" Chiese.
Prima che il biondo potesse rispondere ci pensò il suo stomaco a farlo per lui, un brontolio giunse alle loro orecchie e il moro sorrise mentre lui arrossì per l'imbarazzo.
-"Andiamo a fare colazione?" Propose il più grande e il biondo annuì. "Così questo piccolino smetterà di lamentarsi." Aggiunse e gli baciò la pancia prima di balzare giù dal letto.

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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...