Ancora una volta Federico si era lasciato ingannare dalle dolci parole del più grande che, nonostante tutto, riuscivano continuamente a confonderlo e a farlo cadere ai suoi piedi, erano bastate solo due carezze e un ti amo da parte del moro e lui si era ritrovato a perdonarlo e, se possibile, ad amarlo più di quanto facesse fino a poco prima.
Al più piccolo sarebbe piaciuto per una volta essere lui quello più serio e impassibile, gli sarebbe piaciuto tenere il punto della situazione e non sciogliersi dopo appena due belle parole, Benjamin lo aveva ferito, per colpa sua era stato male per una notte intera ed era arrivato a chiedersi se avesse fatto qualcosa di male, perché per lui era più facile pensare che fosse stato lui a sbagliare e non dare la colpa a Benjamin che riusciva a renderlo felice, ma non ci riusciva, ogni qualvolta Benjamin lo guardava negli occhi lui finiva per dimenticare tutto il male che aveva provato, si lasciava stringere dal suo fidanzato e ancora una volta lo perdonava.
Benjamin era il suo punto di forza e allo stesso tempo il suo punto debole, Benjamin era tutto ciò che aveva e sapeva che se avesse perso lui avrebbe perso tutto, quello che non sapeva però era che le cose stavano per cambiare e lui si sarebbe ritrovato solo con i suoi ricordi.I due giovani innamorati si erano concessi ancora qualche minuti, lì nella cucina di quella casa che stavano condividendo, Federico aveva attentamente ascoltato ogni singola parola di scusa pronunciata dal suo fidanzato, aveva compreso quanto questo fosse realmente dispiaciuto per il suo comportamento, anche se insisteva a non volergli spiegare il perché parlare dei problemi in azienda lo avesse reso tanto nervoso, e il ragazzo dal ciuffo biondo aveva deciso di perdonarlo, consapevole che non sarebbe riuscito a tenergli il muso ancora per molto tempo.
-"Grazie per capirmi sempre, per venirmi incontro e, soprattutto, per essere sempre al mio fianco." Gli aveva detto Benjamin con il viso sepolto nell'incavo del suo collo. "Non so davvero come farei senza te." Aveva aggiunto e lo aveva stretto più forte a lui.
Federico si era ritrovato a forzare un sorriso, spaventato alla sola idea di quel che poteva essere la sua vita senza il moro a tenergli la mano, aveva già vissuto senza di lui ma dopo averlo conosciuto gli sembrava impossibile poter tornare a trascorrere le sue giornate senza di lui.-"Federico va tutto bene?" Gli chiese Benjamin mentre continuava a digitare qualcosa sul suo computer.
Benjamin e Federico, nonostante non ne avessero molta voglia, erano stati costretti a recarsi in azienda, dove più di una persona richiedeva urgentemente la presenza del più piccolo, ma il biondo sembrava non avere il suo solito entusiasmo, se ne stava seduto sul divano, con la testa tra le mani e senza pronunciare neppure una parola, nonostante l'altro cercasse di aprire una discussione.
-"Mh." Mugolò per l'ennesima volta il biondo e si lasciò cadere all'indietro contro lo schienale del divano, dove poi appoggiò la testa e chiuse gli occhi.
Il più grande aggrottò la fronte, decisamente preoccupato per il comportamento del suo fidanzato, e lasciò la sua postazione per raggiungere l'altro.
-"Ehi." Sussurrò e si sedette accanto a lui. "Che cosa ti prende?" Gli chiese.
Federico emise l'ennesimo gemito e lasciò cadere la testa sulla spalla del maggiore che gli accarezzò il volto.
-"Ho mal di testa." Borbottò il ragazzo e allacciò le braccia sulla vita del più grande.
Il moro gli baciò la fronte e gli scostò i capelli dal viso.
-"Sono molto frequenti i tuoi mal di testa, fiorellino." Disse. "Forse dovremmo andare dal dottore."
-"Sono stato più di una volta da un dottore e mi hanno detto tutti la stessa cosa." Replicò il più piccolo e strofinò la guancia sulla spalla del maggiore. "Sono causati da stress o quando dormo poco." Spiegò.
-"E ora quale dei due casi è?"
-"Facciamo entrambi?" Chiese retorico il minore e abbozzò un sorriso. "Questa notte ho dormito poco."
-"Vuoi che ti prenda qualcosa?" Gli domandò, con tono gentile, Benjamin e l'altro scosse la testa. "Almeno vai fuori a prendere un po' d'aria, sei molto pallido."
-"Devo aiutarti con la relazione."
-"La relazione può aspettare, sei più importante tu."Federico aveva deciso di ascoltare il consiglio del più grande, aveva lasciato da parte il lavoro e si era concesso pochi minuti di riposo; il ragazzo camminava lungo quei corridoi che aveva imparato a conoscere bene, gli occhi chiusi nella speranza di alleviare il mal di testa e una mano appoggiata alla parete in vetro.
-"Dannato mal di testa." Borbottò il ragazzo e, con la mano libera, si massaggiò la tempia.
Dopo solo pochi istanti il suo corpo andò ad urtare una superficie dura che lo fece indietreggiare.
-"Ancora non hai imparato a guardare dove cammini, piccoletto?"
Il più piccolo non impiegò molto tempo nel riconoscere a chi appartenesse la voce.
-"Johnson." Ringhiò prima che l'ennesima fitta lo facesse gemere per il dolore. "Che cosa vuoi?"
-"Per te sono Evan." Rispose il ragazzo. "Ho saputo che sei il fidanzato del capo, ora mi spiego tante cose." Aggiunse divertito e incrociò le braccia al petto.
-"Non ho tempo da perdere con te." Replicò Federico e fece per andare via ma l'altro lo bloccò per il polso.
-"Che c'è?
Il tuo fidanzamento ti ha dato alla testa?" Chiese ironico il ragazzo dai capelli ricci e si mise davanti a lui. "Beh, nel caso fosse così, sappi che non durerà molto quindi scendi dal piedistallo prima che questo si rompa, o ti ritroverai schiacciato al suolo con i resti di ciò che era a cospargerti il corpo." Concluse.
Il biondo dovette reprimere la sua voglia di urlargli contro, di dirgli che tutti loro si sbagliavano e lui e Benjamin sarebbero stati insieme ancora per molto.
-"Pensa quel che ti pare." Si limitò a dire. "Non mi importa che cosa tu pensi, io e Benjamin stiamo bene insieme ed è quel che conta."
-"Non sono solo io a pensarlo e lo sai bene." Replicò Evan. "Tu e Benjamin non siete fatti per stare insieme, e so che lo sai bene anche se non vuoi accettarlo, potrà durare qualche mese o anche qualche anno ma, alla fine, lui si stancherà di te.
Perché Benjamin si stanca di tutto e tu non sei un'eccezione, sei destinato ad essere il passato per Benjamin, fattene una ragione."
STAI LEGGENDO
Terminal || Fenji.
Hayran KurguTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...