Ninety three.

1K 161 36
                                    

-"Grazie, Benjamin." Aveva detto Federico mentre sistemavano le tovaglie e il cesto da picnic nel portabagagli della macchina del più grande.
I due ragazzi avevano passato ore e ore seduti sull'erba fresca a guardare le stelle cadenti e ad affidare i loro desideri a queste, anche se, dovevano ammetterlo, era maggiore il tempo che avevano speso a coccolarsi che quello passato a guardare le stelle.
-"Non devi ringraziarmi, amore mio." Rispose il moro e scostò una ciocca di capelli biondi dal viso dell'altro, sistemandoglielo dietro l'orecchio. "Sai che per te farei di tutto e questo è solo il minimo." Disse.
-"Vorrei poter ricambiare tutto l'amore che mi dai." Sussurrò il più piccolo e abbassò il capo. "Mi sembra di prendere, prendere solo, senza mai darti nulla in cambio e non mi piace.
Vorrei poterti rendere felice, anche con piccole cose ma vorrei farlo." Concluse e sospirò rumorosamente.
Benjamin scosse la testa, gli prese il viso tra le mani e gli sorrise.
-"Tu mi rendi felice e mi dai tutto ciò di cui ho bisogno, Federico." Disse. "Non pensare mai che tu non mi dai nulla, tu mi dai tutto.
Io sono completo solo da quando ci sei tu accanto a me.
Tu mi rendi felice come non lo sono mai stato prima in vita mia, tu sei la mia felicità, piccolo fiore."
Il biondo si prese qualche momento per poter guardare il ragazzo che aveva di fronte negli occhi, quegli occhi che tanto amava.
-"Dio quanto amo i tuoi occhi." Disse e, in pochi istanti, gettò le braccia al collo del maggiore e lo strinse a lui.
Il più grande sorrise e ispirò a pieni polmoni il profumo di suo marito.
-"Non immagini nemmeno quanto io ami i tuoi." Replicò il ragazzo. "E non immagini quanto mi mancherà poterli guardare ogni volta che voglio..." Sussurrò e abbassò il capo.
Nonostante le speranza del maggiore, Federico sentì perfettamente le parole pronunciate dal ragazzo e sciolse quell'abbraccio per allontanarsi di qualche passo.
-"Torniamo a casa, Ben." Disse. "Ormai è notte fonda."
-"Sì, andiamo."

Il viaggio di ritorno verso casa era stato abbastanza silenzioso, solo il rumore della radio metteva un po' d'allegria nel piccolo abitacolo, al contrario di quello che il maggiore credeva le strade erano abbastanza deserte, a differenza loro, forse, gli altri abitanti i New York preferivano continuavano a godere dello spettacolo fornito dalle stelle cadenti in quella notte speciale.
Anche quando i due ragazzi tornarono a casa non si rivolsero la parola, entrambi troppo persi nei loro pensieri che faceva venire loro voglia di piangere, sapendo ciò che era inevitabile sarebbe successo, il maggiore si recò in bagno, limitandosi a dire che voleva fare una doccia, mentre il minore andò dritto ad infilarsi a letto, lottando contro il caldo soffocante di quella serata d'agosto ma fu poco più tardi di un'ora dopo che successe ciò che Benjamin tanto temeva.

Il moro era ancora in uno stato di dormiveglia quando dei gemiti sofferenti provenienti dall'altro lato del letto.
-"Mh..." Mugolò il maggiore e strinse a lui il cuscino, nel tentativo di addormentarsi del tutto.
L'ennesimo gemito di dolore lo fece sbuffare, non rendendosi conto di ciò che stava succedendo.
-"Ho sonno, voglio dormire." Borbottò.
-"B- Benjamin..." La voce di Federico era roca e bassa, se nella stanza non ci fosse stato il totale silenzio il moro avrebbe faticato a sentirlo. "A- aiutami, t- ti prego..." Continuò prima di tossire furiosamente.
In un momento il moro spalancò gli occhi e si rese conto di ciò che stava succedendo, balzò a sedersi al centro del letto e si voltò verso il minore sofferente.
-"Federico!" Esclamò, non preoccupandosi di aver alzato la voce e di correre il rischio di svegliare qualcuno. "Federico che cosa hai?!" Continuò e prese le mani, gelide, del minore che faticava a tenere gli occhi aperti.
-"B- bagno..." Sussurrò il più piccolo ma la sua voce era troppo bassa affinché l'altro lo capisse.
-"Non ho capito, amore, che cosa hai detto?" Chiese Benjamin visibilmente preoccupato. "Che cosa vuoi che faccia?
Che cosa hai?" Continuò a chiedere.
Il biondo tossì nuovamente e cercò di alzare la voce.
-"B- bagno..." Borbottò in preda agli spasmi per il dolore. "P- portami in bagno..."
Il più grande annuì e lo prese di peso.
-"Andrà tutto bene amore, sono qui."

Non appena i due giunsero nel bagno, erano certi di aver svegliato Tyler, Federico, in preda ai conati di vomito, sembrava pronto a perdere i sensi da un momento all'altro, il colore della sua carnagione iniziava a diventare violaceo e non riusciva a reggersi sulle sue stessa gambe, infatti, il moro continuava a reggerlo per paura che potesse cadere e farsi male.
-"Tranquillo amore, tranquillo." Sussurrò Benjamin nella speranza di calmarlo. "Andrà tutto bene piccolino, tranquillo." Continuò mentre gli accarezzava i capelli bagnati per il sudore.
Federico però non riusciva a stare tranquillo, come il moro gli diceva di fare, tutto intorno a lui diventava meno nitido e fitte di dolore sempre più forte si espandevano in ogni parte del suo corpo.
Dei passi giunsero alle orecchie dei due giovani ma il minore si sentiva fin troppo stanco per voltarsi e vedere a chi appartenessero.
-"Ragazzi." Disse. "Che cosa succede?"
Il moro, preoccupato e spaventato come non lo era mai stato, si voltò verso la porta.
-"Tyler, ti prego, chiama subito il dottore." Lo pregò il maggiore, che sembrava pronto a scoppiare a piangere da un momento all'altro e si sarebbe lasciato cadere sul pavimento in preda ad una crisi di pianto se solo non stesse stringendo il più piccolo, che aveva un disperato bisogno di lui.
-"Che cos'ha Federico? Che succede?" Continuò a chiedere Tyler spaventato dalla vista del minore chinato sul water e con il viso pallido come non mai.
-"Federico sta malissimo." Rispose Benjamin. "Continua a rigettare e sta iniziando anche a perdere sangue dal naso." Gli spiegò. "Ti prego chiama Ashton!"
L'uomo annuì e corse a fare ciò che gli era stato chiesto di fare, mentre Federico con un gemito più acuto degli altri gettò la testa all'indietro, chiuse gli occhi e aveva il respiro mozzato per lo sforzo.
-"Amore calmati, ti prego." Continuò a dirgli Benjamin e lo strinse a lui. "Ashton arriverà tra poco e andrà tutto bene." Disse e cercò di convincere anche se stesso.
Federico gemette di dolore ancora una volta prima di poggiare la testa sulla spalla del moro e chiuse gli occhi.
-"Nulla andrà bene, Ben." Sussurrò. "Ricorda sempre che io ti amo."

——————————————————————————
Ehi🎈
Ancora una volta grazie infinite per le visualizzazioni e per il supporto che mi mostrare quotidianamente, grazie infinite per tutto♥
Federico si è sentito di nuovo male, sopravviverà o no?
Mancano solo sette capitoli, più ovviamente l'epilogo, e finirà anche questa storia, secondo voi che cosa succederà?
Se vi va potete commentare questa storia su Twitter usando l'hashtag #TerminalFenji, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate☺
Se volete entrare nel gruppo WhatsApp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @fvedericoshvrt e su Instagram come @/fixhvrtx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora