Hudson Valley era un vero e proprio angolo di paradiso, tanto vicina ad una città caotica e folle come New York ma, allo stesso, tanto diversa dalla sua vicina.
Quella valle non era molto famosa, a differenza della sua vicina newyorkese, ed era possibile trovarla solo in seguito a molte ricerche, proprio come era successo al più piccolo anni prima ed era finito per innamorarsi di quel posto senza neppure averlo mai visitato, immersa nel verde delle campagne e nella tranquillità che solo un posto del genere sapeva donare.
Non era un posto particolarmente affollato o almeno la zona dove Benjamin aveva affittato un cottage non lo era e quel dettaglio piaceva non poco al biondo che fin dal loro arrivo non aveva fatto altro che sorridere.
Il cottage affittato dal più grande aveva fatto, letteralmente, gridare dalla gioia il più piccolo che non si era trattenuto dal gettargli le braccia al collo e ringraziarlo continuamente tra un bacio e l'altro; la struttura era in mattoni tinteggiati, apparentemente di recente, di bianco, a due piani e con una piccola soffitta che Federico sperava di usare come la loro stanza, anche se il suo fidanzato non sembrava molto convinto di quella idea, l'interno era abbastanza rustico e non c'erano cianfrusaglie a rovinare l'atmosfera tranquilla che invadeva l'intera valle, Federico avrebbe voluto girovagare per quella casa finendo per notare ogni dettaglio, come era suo solito fare, ma la stanchezza ebbe la meglio su di lui che finì per addormentarsi come un sasso sull'ampio divano marrone.I raggi del sole erano in parte bloccati dai rami degli alberi posti davanti alle finestre del cottage ma non abbastanza affinché questi non svegliassero i due giovani dormienti; la sera precedente il moro, con un tenero sorriso stampato sul viso, si premurò di prendere di peso il suo fidanzato, che si era addormentato sul divano come un bambino, e di portarlo nella loro stanza da letto dove il colore predominante era il marrone chiaro, proprio come nel resto della casa.
Quella mattina i due ragazzi si svegliarono di primo mattino, anche a causa dei raggi del sole penetrati in parte nella loro stanza, e si divertirono a preparare insieme la colazione, dato che quando erano a casa era Diana a farlo per loro, e quando ebbero finito sembrava che un uragano fosse appena passato nella cucina.
-"Certo che abbiamo creato davvero un bel disastro." Commentò divertito Federico mentre faceva avanti e indietro dalla cucina al salotto per sistemante tutto ciò che avevano preparato sul tavolino in legno posto davanti al divano.
-"Ci siamo anche divertiti però." Replicò il moro e gli andò incontro per rubargli un bacio a stampo. "O almeno io mi sono divertito." Aggiunse e gli sorrise, prima di superarlo e poggiare dei piattini in ceramica bianca sul tavolo.
Il più piccolo, stanco e soddisfatto per tutto ciò che avevano preparato, si gettò sul divano e sorrise stanco.
-"Mi sono divertito anch'io." Disse. "Un po' meno però quando mi hai rovesciato l'intero pacco di farina addosso." Aggiunse e lanciò un'occhiataccia al suo fidanzato che rise divertito.
Benjamin saltò per sedersi sul divano morbido, provocando un tonfo quando arrivò e facendo sobbalzare il minore, e allungò un braccio per circondare le spalle del biondo che sorrise.
-"Mi sembra però che poi ti ho aiutato a ripulirti." Commentò. "Anche se non ho approvato la tua scelta di rivestirti." Aggiunse e fece una smorfia.
Il biondo rise e appoggiò la testa sulla spalla del più grande.
-"È davvero bello qui." Disse cambiando argomento.
-"Ti piace davvero o lo dici solo per farmi felice?" Lo stuzzicò il più grande e si sporse in avanti per prendere un biscotto al cioccolato.
-"Mi piace davvero." Rispose Federico e gli prese il biscotto dalle mani per mangiarlo lui. "È davvero tranquillo e devo ammettere che mi dispiace non poter usare quel caminetto - lanciò un'occhiata al caminetto in pietra bianca - ma magari potremmo tornare a Natale e usarlo, passare le serate abbracciati al caldo." Aggiunse sorridendo ma dopo poco il suo sorriso svanì. "Oh."
Il moro si era totalmente irrigidito nel sentire le parole dell'altro, quando avrebbe smesso di stare male al pensiero che il minore era destinato a lasciarlo presto?
Quando sarebbe diventato impassibile a ciò che stava per succedere?
-"Se ci sbrighiamo a fare colazione, poi possiamo andare al lago." Disse il moro con lo sguardo perso nel vuoto. "Non dovrebbe esserci molta gente, così possiamo goderci questa meraviglia."Benjamin e Federico non avevano più toccato l'argomento futuro durante tutto il resto della colazione, il moro si era limitato a spiegargli a grandi linee quali erano i suoi piani per quella settimana che avrebbero trascorso ad Hudson Valley e a mostrare su internet alcune delle loro mete al più piccolo, che ne era rimasto ammaliato.
Dopo circa un'ora i due ragazzi giunsero al lago e Federico non poté fare altro che respirare a pieni polmoni quell'aria fresca e pulita, sapendo che non avrebbe avuto altre occasioni per farlo.
-"Io mi sono innamorato di questo posto." Esclamò Federico e mise le mani sui fianchi nudi mentre si guardava intorno ammaliato e felice. "Io lo amo, lo amo follemente!" Aggiunse sorridente.
Il moro, che era dietro di lui a sistemare due asciugamano sul terreno privo di erba, aggrottò la fronte.
-"Così ti sei innamorato, eh?" Chiese. "Lo ami tanto tanto." Aggiunse. "E ti sei dimenticato del buon vecchio Benjamin che ti ha portato qui." Continuò con finto tono offeso.
Il più piccolo ridacchiò, si voltò e corse da lui.
-"Posso anche amare questo posto." Iniziò a parlare il ragazzo. "Ma quello che provo per te è molto più profondo.
Più importante e sincero del semplice amore." Continuò e gli prese il viso tra le mani per baciarlo.
Benjamin sorrise a quel contatto, gli mise una mano dietro la nuca e ricambiò quel bacio, schiude le labbra quando il minore passò la lingua sul suo labbro inferiore per chiedergli l'accesso.-"Volete una caramella?"
Una voce leggera e dolce interruppe il bacio dei due ragazzi e li fece voltare per capire chi avesse parlato.
-"Ma chi ha parlato?" Chiese il maggiore mentre si guardava intorno confuso.
-"Ehi, sono qui giù!" Rispose la stessa voce di poco prima.
Benjamin e Federico abbassarono il capo e sul volto del secondo comparve un radioso sorriso, una bambina dai capelli ricci e rossi, con una spruzzata di lentiggini sul viso bianco che incorniciavano i suoi occhi verdi era davanti a loro con una sacchetto bianco stretto tra le mani.
-"Ma ciao piccolina, che ci fai qui?" Chiese Federico e si abbassò per essere alla stessa altezza della bambina che aveva davanti.
-"Volete una caramella?" Ripeté la bimba e gli porse il suo sacchetto.
-"No, grazie tesoro, tieni pure le tue caramelle." Rispose il moro e si abbassò anche lui.
-"Guarda che non sono avvelenate, puoi mangiarle." Replicò la bambina e prese una caramella rosa dal suo sacchetto. "E tu biondino la vuoi una caramella?"
Il biondo sorrise e prese una caramella blu dal sacchetto della bambina.
-"Grazie tesoro." Disse e le scostò i capelli dal viso. "Sei qui da sola?" Le chiese.
La piccola scosse la testa e allungò un braccio verso la destra.
-"La mia mamma è lì." Rispose. "E il mio papà ci raggiungerà tra poco, ci sta organizzando una sorpresa." Spiegò orgogliosa delle sue parole.
Benjamin sorrise e si sedette sul terreno.
-"Sai che sei davvero una bella bambina?" Chiese retorico.
-"Sì che lo so, la mia mamma me lo ripete sempre!" Esclamò.
-"Come ti chiami piccola?" Le domandò il più piccolo.
-"Elizabeth, tutti però mi chiamano Liz."
-"Proprio come la regina d'Inghilterra." Commentò Benjamin e sorrise alla bambina. "Tu però sei molto, molto, molto più bella." Aggiunse.
La piccola Liz arrossì e ricambiò il sorriso.
-"Voi avete una bambina o un bambino?" Chiese.
Il più piccolo scosse la testa.
-"No, piccola, noi non abbiamo bambini."
-"Ma li avrete?"
Questa volta fu il moro a scuotere la testa.
-"Non li avremo." Disse con una punta di malinconia nella voce.
-"E perché?" Continuò a domandare Elizabeth.
-"Perché non è una cosa che dipende da noi." Rispose Federico. "Non possiamo, anche se vorremo." Aggiunse.
La bambina sembrò pensarci su qualche momento prima di sorridere radiosa.
-"Come ti chiami?" Chiese rivolta al biondo.
-"Mi chiamo Federico."
-"Allora quando avrò un figlio lo chiamerò Federico!" Esclamò Elizabeth. "Così sarà un po' anche figlio tuo." Spiegò.
Lo sguardo di Federico si intenerì e non poté fare a meno di sorridere.
-"Ehi e mio no?" Chiese il moro fingendosi offeso.
-"No, lui mi è più simpatico." Replicò la bambina e fece la linguaccia al moro che rise.
-"Elizabeth vieni, papà è tornato!" Esclamò la donna poco prima indicata dalla bambina.
-"Arrivo mamma!" Urlò in risposta la piccola. "Io ora devo andare ma magari potremmo rivederci." Disse ai due. "Io vengo qui ogni anno, se vi va potete farlo anche voi e, così, l'anno prossimo ci rivedremo e sarete voi ad offrire le caramelle a me!
Ciao!" Esclamò prima di correre dai sui genitori.
Lo sguardo del più piccolo si era totalmente spento e serrò i pugni mentre lottava contro se stesso per non piangere.
-"Magari..." Sussurrò.

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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...