Nonostante tutto, nonostante la malattia, i litigi, i brutti momenti e tutto ciò che si era intromesso tra di loro, Federico restava la cosa più bella che Benjamin aveva, l'unico per cui valeva la pena vivere pur sapendo che lui non avrebbe più potuto farlo, pur sapendo che la cosa più bella della sua vita aveva poco tempo da vivere, da vivere con lui.
Nonostante tutto ciò che i due sposi stavano passando, nessuno dei due avrebbe rinunciato a quel condividevano, non avrebbero rinunciato neppure ad un momento in compagnia dell'altro, nonostante tutto loro continuavano ad amarsi più di quanto il mondo potesse capire, più di quanto fosse possibile amare e, se possibile, la scoperta della malattia del più piccolo aveva fatto crescere quel loro sentimento tanto profondo, i due ragazzi si erano ritrovati a vivere una vita in pochi mesi, a realizzare quelli che dovevano essere i sogni di un futuro insieme nel poco tempo che avevano, stavano vivendo un amore che non si sarebbe consumato neppure avendo a disposizione l'eternità, stavano vivendo giorno dopo giorno e lo stavano facendo insieme, mano nella mano affrontavano ogni cosa che il destino gli poneva davanti, lo facevamo in nome del loro amore.
Benjamin faceva di tutto per dare sollievo ai dolori del più piccolo ma questo sembrava non riuscire a riprendersi, giorno dopo giorno si sentiva sempre più debole e gli diventava sempre più difficile anche compiere le azioni più semplici, anche solo respirare gli era difficile, continuava a sentire un peso sul petto che non lo lasciava riposare, minuto dopo minuto diventava sempre più pesante e diventava peggio dei dolori che continuava a sentire; Federico avvertiva una brutta sensazione che non voleva saperne di lasciarlo andare, sperava di sbagliarsi ma non riusciva a pensare ad altro, non ne aveva parlato con il moro perché non voleva dargli ulteriori preoccupazioni, non quando si trattava solo di una stupida sensazione, preferiva vederlo sorridere quando anche lui riusciva a farlo, non voleva dargli il peso di sapere che quello poteva essere il suo ultimo sorriso, Federico stesso non sarebbe riuscito a sopportare di vedere i suoi occhi spegnersi man mano che lo faceva lui, voleva vederlo radioso come lo era sempre stato, era quella l'ultima immagine che voleva della persona che lo aveva reso felice.Quel giorno il sole brillava timidamente tra le nuvole che si divertivano a coprirlo, le strade di New York era piene di passanti che si affannavano per svolgere le loro attività quotidiane in vista del fine settimana che li stava aspettando e che, a loro volta, stavano aspettando con ansia.
Anche a Benjamin e Federico sarebbe piaciuto uscire e divertirsi come prima erano soliti fare ma il più piccolo era del tutto privo di forze e il moro non sarebbe mai uscito senza di lui, non avrebbe mai fatto nulla senza di lui.
-"Non voglio che tu resti chiuso in casa per colpa mia." Piagnucolò Federico, seduto sul divano in pelle nel salotto, con le gambe stese in avanti e un cuscino stretto tra le mani. "Esci se ne hai voglia, io starò bene." Aggiunse.
Il moro, posizionato alle spalle del minore a cui stava facendo un massaggio, alzò gli occhi al cielo per l'ennesima volta in breve tempo.
-"Quante altre volte ti dovrò dire che non voglio uscire senza di me?" Chiese retorico e fece una smorfia con le labbra ma l'altro non riuscì a vederlo essendo di spalle.
-"E quante altre volte io ti dovrò ripetere che non voglio che tu resti rinchiuso in casa a causa mia?" Replicò il più piccolo e incrociò le braccia al petto.
Benjamin smise di massaggiare le spalle, coperte da una felpa blu scuro, del minore e con un balzo andò a sedersi davanti a lui, a gambe incrociate.
-"Io non sono rinchiuso." Disse. "Io qui, con te, sono felice e non saprei che cosa fare lì fuori senza di te." Aggiunse e prese le mani fredde del ragazzo che gli stava davanti. "Io voglio stare con te."
Il biondo si morse il labbro inferiore e rimase qualche secondo a guardare suo marito, prima di rispondere.
-"Dovrai abituarti però."
-"A che cosa, fiorellino?"
-"A stare lì fuori senza di me." Disse Federico con tono piatto e lo sguardo basso, si sentiva male solo a pronunciare quelle parole ma era la realtà, non voleva far soffrire il maggiore ma non voleva neanche illuderlo.
Il sorriso del moro si spense del tutto nell'udire quelle parole, anche se non riusciva a pensare ad altro sentirsi dire quelle parole era un colpo al cuore, una pugnalata in pieno petto che gli impediva di respirare e di sorridere.
-"Federico, ti prego..." Sussurrò e abbassò il capo a sua volta.
-"Non vorrei dirtelo, non vorrei ricordartelo, ma purtroppo è ciò che ci aspetta e dovrai trovare il modo di andare avanti." Rispose il più piccolo che faticava a non scoppiare a piangere come un bambino.
-"Perché proprio adesso?" Chiese Benjamin mentre sentiva le lacrime diventare sempre più prepotenti. "Perché dobbiamo parlarne proprio adesso?" Continuò a chiedere. "È una bella giornata c'è il sole e siamo quasi al fine settimana, perché proprio oggi?" Aggiunse.
-"Prima cosa, non c'è il sole, le nuvole lo coprono." Puntualizzò il biondo. "E poi ne parliamo proprio oggi perché potrebbe essere il nostro ultimo giorno." Disse. "Ora ci sono, domani chi lo sa, non sappiamo neppure se tra un'ora ci sarò ancora, non possiamo continuare a rimandare." Concluse.
-"Chi ti dice che io non morirò prima di te?" Replicò il più grande e iniziò a gesticolare freneticamente con le mani. "Chi ti dice che io uscendo da casa non venga investito?
Chi ti dice che per qualche assurda casualità del destino io non morirò prima di te?" Continuò. "Potrebbe essere il tuo ultimo giorno ma allo stesso tempo il mio."
-"Benjamin, per favore, non dire stupidaggini." Sospirò Federico e strinse il cuscino al petto.
-"È una stupidaggine che io non voglia parlare di quando tu non ci sarai più perché so che non riuscirò a reggerlo?" Replicò il moro. "È una stupidaggine che io non riesca ad accettare la realtà?
È una stupidaggine che preferisca morire io pur di non vederti spegnere giorno dopo giorno come sta succedendo?
E non credere che io non me ne sia reso conto, ti osservo sai, li vedo i tuoi occhi perdere la loro luce, vedo il tuo viso diventare sempre più pallido, ti vedo che non hai forze neppure per sorridere.
Lo vedo che ti stai spegnendo ogni minuto sempre un po' di più, anche ora mentre ti parlo, stai perdendo la tua vitalità e presto di te in questo mondo non resterà che un ricordo." Continuò. "Forse sono egoista ma io non voglio parlare di questo per non stare male.
Non voglio perderti, Federico, questa è forse una stupidaggine?" Concluse.
-"No, non lo è." Rispose il minore. "Nessuno dei due però può nulla contro il destino.
Io morirò."—————————————————————————
Ehi🎈
Innanzitutto ancora una volta mi scuso per non aver aggiornato ieri e se solo ieri vi ho ringraziato per le ottantamila visualizzazioni e oggi vi ringrazio per le ottantuno mila, questa storia cresce ogni giorno sempre di più e non immaginare quanto ciò mi renda felice, grazie per tutto ciò che fate per me♥
Manca un solo capitolo alla fine, che cosa succederà?
Federico ha ragione e sarà lui a morire o sarà Benjamin ad avere ragione?
Se vi va potete commentare questa storia su Twitter usando l'hashtag #TerminalFenji, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate☺
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Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...