Thirty eight.

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Federico era il fidanzato di Benjamin.
Benjamin era il fidanzato di Federico.
Quel sentimento che li aveva uniti fin dal loro primo incontro aveva trovato la sua definizione, non erano più due semplici amici, e neppure due ragazzi che avevano deciso di conoscersi meglio, erano fidanzati e nessuno, da quel momento in poi, avrebbe potuto separarli.
Federico aveva davvero avuto paura di perdere Benjamin, il suo Ben, dopo averlo visto baciare Vanessa, la stessa Vanessa con cui aveva una relazione quando aveva messo piede per la prima volta a New York, aveva visto tutte le belle parole pronunciate dal maggiore, nei suoi confronti, distruggersi, cadere in mille pezzi su un pavimento fatto di illusioni che lui stesso si era creato; dopo solo poche ore, però, quella giornata era diventata una delle più belle della sua vita, Benjamin gli aveva detto di tenere a lui, tanto quanto lui stesso teneva al moro, e gli aveva detto che lo vedeva come il suo fidanzato e non più come un semplice amico, il biondo non era riuscito ad essere ancora arrabbiato con lui e si era ritrovato a baciarlo come era abituato a fare, come era diventato il suo unico modo per restare in vita.

Tanti erano i baci che i due ragazzi si erano scambiati alla luce del tramonto, tante erano le carezze che avevano cullato i loro corpi avvinghiati l'uno all'altro e ancor di più erano i sorrisi sinceri che si erano scambiati, felice come non mai di ciò che la vita gli stava riservando e di poter condividere quel che gli accadeva con l'altro.
Una volta giunti al termine della giornata, Benjamin e Federico, non erano riusciti a separarsi, non volevano che la magia di quel momento finisse tanto presto, volevano poter continuare a stare tanto bene ancora qualche ora, o magari per tutta la vita, proprio per questo, Federico, aveva invitato l'altro a passare la notte con lui al motel, voleva poter dormire stretto al suo petto, svegliarsi e trovare Benjamin intento a guardarlo con un sorriso stampato sul volto, i capelli scompigliati e gli occhi ancora assonnati, il moro, dal suo canto, non aveva motivi per rifiutare e se anche li avesse avuti non l'avrebbe mai fatto, condivideva la voglia del più piccolo di passare una notte insieme, di addormentarsi cullati dai loro baci e dalle parole dolci che erano soliti scambiarsi.

-"Sei sicuro che non vuoi una pizza?" Chiese Federico, mentre puliva il tavolo della sua stanza, e inclinò la testa da un lato.
-"Ne sono sicuro." Annuì il moro che lo guardava sorridente, seduto sul solito divano di sempre.
-"Non voglio che tu rimanga senza cena." Brontolò il più piccolo e si appoggiò al tavolo di legno chiaro.
Benjamin scosse la testa e si lasciò andare ad una breve risata.
-"Abbiamo mangiato dei panini prima di venire qui." Disse e si alzò. "Non morirò di fame, fiorellino, stai tranquillo." Aggiunse.
Il biondo sospirò e tornò a guardare l'altro con i suoi occhi dolci.
-"Ne sei proprio sicuro?" Chiese nuovamente e l'altro alzò gli occhi al cielo. "Non ci metto nulla a chiamare la pizzeria e chiedere di portarci delle pizze, devi solo dirmelo!" Continuò.
Il più grande non poté evitare di ridere fragorosamente mentre si avvicinava a lui e gli circondava il busto con le braccia, per attirarlo a lui.
-"Ne sono sicuro, Federico, non ho fame." Replicò e sfiorò la punta del naso del minore ci la sua.
-"Ma se dovesse venirti fame?" Rispose Federico. "In quel caso è meglio prevenire che curare." Aggiunse con tono sicuro.
-"In quel caso mangerò te." Disse Benjamin e, in men che non si dica, fece unire le loro labbra in un nuovo bacio che li travolse entrambi.
Il più piccolo non poté evitare di sorridere a quel contatto, ogni loro gesto gli provocava una scarica di felicità, lo faceva sorridere come mai aveva fatto prima di quel momento, sorrise contro le labbra carnose di Benjamin, che aveva imparato a conoscere come se fossero le sue, prima di lasciarsi andare a quel contatto e tra le braccia del più grande.

A quel loro bacio seguirono tanti altri, sempre più passionali, sempre più profondi, sempre più disperati di contatto reciproco, le mani di Federico vagavano tra i capelli del moro e la sua schiena, mentre Benjamin lo stringeva possessivamente al suo corpo e aveva spostato le sue mani sotto la maglia del più piccolo per poter toccare la sua pelle morbida.
Un continuo schioccare di baci si udiva nella piccola stanza, mentre questi a fatica si trascinavano lungo questa per poter raggiungere il letto matrimoniale, Benjamin, ad un certo punto, decise di prendere di peso il più piccolo per potersi spostare più facilmente, lasciò che questo stringesse le gambe sul suo bacino e gli mordesse il labbro inferiore come era solito fare.
-"Mhh..." Mugolò Benjamin e raggiunse il letto del più piccolo.
-"Sei il mio fidanzato, Benjamin." Disse il biondo e si morse il labbro per reprimere un sorriso. "Sei il mio fidanzato."
Il più grande sorrise e fece accomodare il ragazzo sul letto, per poi sistemarsi accanto a lui.
-"Sì, lo sono." Annuì il ragazzo e fece unire nuovamente le loro labbra.
Federico, che non sopportava quella distanza tra i loro corpi, prese il braccio del maggiore e lo tirò sul suo corpo, Benjamin sorrise a quel gesto e si sistemò meglio sul corpo del minore.
Le mani del moro ben presto finirono sotto la maglia di Federico e decise che per lui era di troppo, infatti, dopo solo pochi istanti gliela tolse rivelando il suo busto abbronzato.
-"Vedo che qualcuno è impaziente." Rise Federico e accarezzò la guancia del maggiore sopra di lui.
-"Ora va molto meglio." Disse Benjamin e si morse il labbro inferiore, mentre con sguardo lussurioso osservava il corpo del biondo. "Potrebbe andare meglio però." Aggiunse e portò le mani all'altezza della cintura del pantalone di Federico, una mano di questo però si poggiò sulla sua.
-"Ben..." Sussurrò, sul suo volto era scomparso il sorriso di poco prima. "No..."
-"Che cosa c'è?" Chiese il moro e corrugò la fronte.
-"Benjamin, i- io..." Balbettò il più piccolo e abbassò lo sguardo, incapace di reggere ancora quello dell'altro.
Benjamin non ci mise molto a capire quale fosse il problema dell'altro, gli alzò il viso e gli sorrise teneramente.
-"Non importa se non sei pronto." Disse e gli stampò un bacio sulle labbra. "Io ti aspetterò, io voglio te, non il tuo corpo."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora