Eighty six.

1.1K 168 29
                                    

La settimana trascorsa ad Hudson Valley era stata forse la più tranquilla che i due ragazzi avevano vissuto durante le loro intere vite, nonostante però la tranquillità di quei giorni, Benjamin e Federico, non si erano annoiati neppure per un momento, quella valle si era dimostrata più bella e ricca di intrattenimenti, non aveva nulla da invidiare alla vicina, bella e caotica New York.
Benjamin aveva portato il suo fidanzato in giro per l'intera valle, gli aveva mostrato ogni zona più bella di quel posto e, ogni volta, non aveva potuto fare altro che pensare quanto fortunato fosse per poter visitare posti del genere mano nella mano con la persona che gli aveva insegnato ad amare e che lo amava follemente, avevano visitato musei di ogni genere e più di una volta Federico lo aveva pregato affinché restassero qualche ora sulla riva del lago a prendere un po' di sole, sosteneva che con un caldo del genere, nonostante fosse solo l'inizio di giugno, fosse doveroso prendersi una pausa per rinfrescarsi e il moro, dal suo canto, non era riuscito a dirgli di no neppure una volta.
Era la notte però la parte della giornata che il più grande preferiva, quando tutto intorno a loro faceva, le stelle brillavano nel cielo buio e lui poteva starsene sdraiato a letto, con l'unica fonte della sua felicità stretta tra le braccia, e raccontare stupidi aneddoti della sua infanzia al più piccolo che rideva di gusto ad ogni sua battuta, Benjamin non sapeva se le sue battute fossero davvero così tanto divertenti o se Federico ridesse solo per non farlo sentire in imbarazzo ma di una cosa era certo, la risata di Federico era il suo suono preferito.

Di malavoglia i due giovani innamorati avevano lasciato la valle e avevano imboccato la strada per tornare alla caotica New York; a differenza degli altri giorni il sole non brillava alto nel cielo ma, anzi, una leggera pioggia cadeva fioca sulla città sottostante, in autostrada c'era una leggera coda che stava facendo sbuffare il moro che continuava a suonare il clacson facendo mormorare il minore al suo fianco.
-"Ben, ti prego, basta..." Sussurrò Federico e appoggiò la testa al finestrino.
Il volto di Federico era fin troppo pallido ed era messo in evidenza dalla maglia nera, a mezze maniche, che indossava, gli occhi arrossati erano circondati da delle occhiaie nere che lasciavano intendere la notte insonne appena trascorsa, il biondo, la sera precedente, aveva iniziato nuovamente a lamentarsi per il mal di testa e il più grande si diede mentalmente dello stupido più volte per aver pensato che tutto sarebbe andato bene e che l'altro non avrebbe avuto mal di testa.
-"Hai ancora mal di testa, piccolo?" Chiese, con tono preoccupato, il moro e abbassò il volume della radio che stava informando i guidatori del traffico sull'autostrada.
-"Sì." Annuì il più piccolo e si rannicchiò su se stesso, sul sedile nero. "Se possibile ora mi fa ancora più male." Disse. "E ho freddo, tanto freddo." Aggiunse.
-"Mi dispiace non aver portato la tua medicina." Sospirò e Benjamin. "Che stupido che sono." Aggiunse.
-"Non darti colpe che non hai, non potevi saperlo."
Il maggiore abbassò il capo e annuì.
-"Se ti senti male o qualsiasi altra cosa, dimmelo subito e mi fermo." Disse. "Va bene, amore?" Chiese conferma.
-"Va bene." Annuì il biondo e si sistemò meglio sul sedile. "Ora però schiaccia il piedi sull'acceleratore e torniamo a casa, voglio riposare."

Benjamin, come richiesto dal suo fidanzato che continuava a tremare e a mugolare strane parole sottovoce ogni volta che qualche rumore più forte di altri li disturbava, cercò di fare del suo meglio per evitare il traffico e tornare a casa il prima possibile e non poté fare a meno di ringraziare quando smise di piovere e le macchine iniziarono a riprendere velocità, anche se la strada bagnata non li aiutava.
Dopo circa un'ora e mezza i due giovani fecero ritorno a casa e il biondo si ritrovò a sospirare di sollievo quando si ritrovarono nel viale di ingresso della grande villa.
-"Ci penso io ai bagagli, fiorellino, tu vai pure dentro a riposare." Gli disse il maggiore mentre apriva il portabagagli della sua automobile.
-"Ma no, Ben, ti aiuto." Replicò Federico e lo affiancò. "Mi sento molto meglio." Aggiunse e si sforzò di sorridere.
Nell'esatto momento in cui il minore poggiò la sua mano fredda su una valigia nera un giramento di testa lo colpì e se non ci fosse stato il suo fidanzato pronto a prenderlo, il ragazzo, sarebbe caduto sulla ghiaia bagnata.
-"Federico!" Urlò il moro e si affrettò a stringere le sue braccia sulla vita del minore, per evitare che questo cadesse. "Oddio ma tu sei bollente!" Esclamò non appena toccò il viso, che diventava sempre più rosso, del minore.
-"P- portami dentro..." Balbettò il più piccolo e si strinse al corpo del maggiore che annuì.

Senza preoccuparsi di chiudere la porta d'ingresso, Benjamin strinse il corpo del minore al suo, lo prese di peso e lo portò nel salotto, il moro continuava ad osservare con sguardo preoccupato il ragazzo tra le sue braccia e non poteva fare altro che pregare mentalmente affinché non gli portassero via il suo amato tanto presto, dentro lui stava crescendo la paura che quella potesse essere la fine e lui sapeva che non sarebbe riuscito a sopportarlo.
-"Diana!" Urlò Benjamin mentre scendeva i pochi scalini che lo separavano dal divano.
Il biondo continuava a stringersi a lui, si contorceva mentre si lamentava per il dolore e ripeteva quanto questo diventasse sempre più acuto, respirava a fatica tra le sue braccia e al maggiore sembrava che Federico scottasse sempre di più. "Tranquillo amore, tranquillo piccolino, andrà tutto bene.
Sono qui con te, stai tranquillo." Disse frettolosamente il ragazzo e gli tolse la giacca di pelle anche se a fatica per via delle mani tremanti. "Diana, corri subito qui!" Urlò nuovamente il ragazzo e gettò all'indietro la giacca del minore prima di dedicarsi alle sue scarpe.
Dopo pochi istanti un rumore proveniente dalla cucina attirò l'attenzione del moro ma un gemito di dolore lasciò le labbra del minore e fece preoccupare ancora di più il maggiore.
-"Diana!"
-"Eccomi, eccomi!" Esclamò la donna mentre si affrettava a correre per raggiungerlo in salotto. "Che succede?"
Federico inarcò la schiena e strinse gli occhi mentre iniziava a grondare di sudore e, quasi, urlava dal dolore.
-"Va tutto bene amore, va tutto bene." Disse il più grande che stava faticando per restare calmo. "Rilassati e andrà tutto bene." Aggiunse e gli tolse la maglia nera, da quanto sapeva se una persona aveva la febbre alta doveva spogliarlo e mettergli del ghiaccio per migliorare la situazione, ma a lui sembrava che il minore stesse sempre peggio.
-"Federico!" Esclamò Diana e corse da loro. "Che cosa hai?
Che cosa sta succedendo?!" Chiese evidentemente preoccupata e aiutò il moro a sistemarlo sul divano.
-"Diana chiama subito il dottore, lo sto perdendo!"

-----------------------------------------------------------
Ehi🎈
Ancora una volta grazie infinite per le sessantasette mila visualizzazioni, grazie infinite perché cresciamo sempre un po' di più, come comunicato su Twitter oggi ci sarà un doppio aggiornamento, spero vi piaccia💕
Dopo la loro vacanza, Federico si è sentito male, che cosa succederà?
Sopravviverà?
Il dottore che cosa dirà?
Altre cose stanno per succedere, saranno belle o brutte?
Mancano quattordici capitoli alla fine della storia e ancora tante cose succederanno.
Se vi va potete commentare questa storia su Twitter usando l'hashtag #TerminalFenji, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate☺️
Se volete entrare nel gruppo WhatsApp non dovete fare altro che mandarmi un messaggio con il vostro nome e numero, vi aggiungerò subito.
Per qualsiasi cosa potete contattarmi qui o mi trovate su Twitter come @fvedericoshvrt e su Instagram come @/fixhvrtx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora