Forty four.

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Le pelli nude dei due ragazzi sembravano essere nate per sfiorarsi, per stringersi tra di loro e creare un legame che non avrebbe mai avuto fine.
Tanti erano i baci che avevano riempito le labbra, che non facevano altro che desiderarsi, di Benjamin e Federico mentre si donavano tutto ciò che avevamo, mente, cuore, anima e corpo, si erano totalmente abbandonati nelle mani dell'altro, non si erano fermati a domandarsi se fosse la cosa giusta o meno, se l'altro potesse ferirlo o meno, si erano limitati a vivere quel loro magico momento che li stava unendo, che stava creando un legame speciale che avrebbe fatto sì che nessuno dei due sarebbe mai svanito dalla memoria dell'altro.
Federico si sarebbe sempre ricordato di Benjamin e Benjamin si sarebbe sempre ricordato di Federico.
I due ragazzi si erano detti le parole più profonde, e sincere, che due innamorati potessero mai dirsi, si erano confessati il loro amore, quel sentimento tanto puro e magico che temevano potesse allontanare l'altro perché prematuro.
Benjamin e Federico si amavano e volevano vivere quel loro amore senza paura.

Le luci del tramonto erano ormai solo un lontano ricordo, il buio della notte si era impossessato della bella New York, lasciando spazio alle insegne al neon dei locali notturni e alle stelle luminose di quella serata di fine marzo, il chiacchiericcio allegro di qualche giovane si confondeva con il caos di New York, tipico della sera quando i lavoratori facevano ritorno a casa e i più giovani uscivano per potersi distrarre dopo una lunga giornata.
L'azienda di Benjamin era ormai vuota, tutti i suoi dipendenti avevano abbandonato il loro posto di lavoro alla fine del turno lavorativo, ignari di ciò che stava succedendo sopra le loro teste, ignari della felicità che stava provando il loro capo.
Benjamin e Federico, invece, erano ancora nell'azienda, nell'ufficio che condividevano, i loro corpi nudi stretti l'uno all'altro a tal punto da non saper differenziare quale arto appartenesse ad uno dei due, le loro gambe intrecciate, le mani unite sul divano nero, il petto di Benjamin sulla schiena di Federico, che ne stava sdraiato su un lato, mentre questo si beava dei continui baci lungo la sua spalla nuda del suo fidanzato.
-"Che bello che sei." Gli disse, per l'ennesima volta, Benjamin prima di dargli ancora una volta un bacio sulla pelle nuda della sua spalla.
Il biondo si lasciò andare ad una breve risata ad occhi chiusi, prima di girarsi e sdraiarsi sulla schiena, per poter guardare negli occhi il suo amato fidanzato.
-"E tu sei un adulatore." Replicò divertito e gli poggiò le mani sulle spalle per invitarlo ad avvicinarsi a lui.
Il più grande non esitò ad accontentarlo, si sistemò nuovamente sul suo corpo stando ben attento a non fargli del male.
-"Colpa tua che sei tanto perfetto." Rispose il ragazzo e gli colpì, giocosamente, la punta del naso con un dito. "E che mi hai fatto innamorare così tanto di te." Aggiunse e abbassò il viso per dargli un tenero bacio a stampo, che lo fece sorridere.
Federico, ormai incapace di smettere di sorridere, portò le mani tra i capelli dell'altro come era diventata sua abitudine fare.
-"Ti amo." Sussurrò Federico e si morse il labbro inferiore.
-"Ti amo anch'io, piccoletto." Rispose sorridente il moro e gli diede l'ennesimo bacio sulla guancia. "Non credevo di farlo ma mi sono innamorato di te e non potrei desiderare di meglio." Aggiunse.
Il più piccolo sorrise teneramente e lasciò che una sua mano scivolasse sulla schiena nuda del ragazzo che gli stava sopra.
-"Ti sei mai innamorato prima di conoscere me?" Chiese, sinceramente curioso di conoscere più cose possibili sulla vita del suo fidanzato.
Benjamin si mise a sedere sul divano e circondò i fianchi del minore con entrambe le braccia per poterlo prendere di peso e sistemarlo sulle sue gambe nude.
-"Come ti ho già detto poco dopo averti conosciuto." Iniziò a parlare il maggiore e scostò i capelli biondi dal viso del ragazzo. "Credo che nella vita ci sia una sola occasione per innamorarsi, intendo amore vero, e prima di conoscere te non ho mai conosciuto neppure quello finto.
Prima di conoscere te immaginavo solo che cosa fosse l'amore ma dubitavo l'avrei mai provato, ai miei occhi appariva qualcosa di talmente grande e magico e non vedevo ragioni per cui proprio io, che per meritarmi una cosa del genere non ho mai fatto nulla, dovessi provate una cosa come l'amore.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, no Federico, prima di te non mi sono mai innamorato." Concluse e inclinò la testa da un lato per poter guardare meglio il viso del suo fiorellino.
-"Posso farti una domanda?" Chiese il biondo e iniziò a giocherellare con le loro mani incrociate, il maggiore annuì. "Prima di me hai detto che non hai mai conosciuto l'amore e allora come puoi essere sicuro che questo che stai provando adesso, nei miei confronti, sia amore?" Continuò.
Il più grande, in un primo momento, aggrottò la fronte nell'udire quella domanda ma subito dopo sorrise e scosse la testa.
-"Guardaci, Federico." Disse e indicò loro due. "Guardaci in questo momento, piccolino.
Siamo solo io e te, tu seduto sulle mie gambe e io ti sto stringendo a me come se fossi disperato, bisognoso di te e forse, anzi sicuramente, lo sono davvero.
Ti necessito nella mia vita e sono certo che questo sia amore.
Hai ragione quando dici che prima di te non ho mai provato amore ma sono sicuro di amarti.
Io ti amo Federico.
Al sol sentire il tuo nome inizio a sorridere come un bambino, vederti fa battere il mio cuore a tal punto che sembra volermi uscire dal petto, ogni volta che ti ho accanto provo sensazioni nuove che mi permettono di sorridere ancora, tu me lo permetti.
Quando tu sei felice lo sono anch'io e ora dimmi, Federico, non è forse amore questo?" Concluse.
Federico scosse la testa, innamorato come non mai, e gli stampò un bacio sulla guancia.
-"Benjamin, credo sia arrivato il momento." Disse.
-"Per che cosa, fiorellino?"
-"Ormai tu fai parte della mia vita in ogni senso e spero che lo stesso sia per te."
-"Certo che fai parte della mia vita, sei la parte fondamentale di ogni mio giorno, non dubitarne mai." Replicò Benjamin e gli accarezzò la guancia.
-"Proprio per questo credo che sia giunto il momento." Ripeté Federico. "Il momento per vivere insieme."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora