Ninety six.

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-"Fai l'amore con me." Disse il biondo, tutto ad un tratto, mentre il vento gli scompigliava i capelli.
-"Che cosa?"
-"Voglio fare l'amore con te, Benjamin."
-"Adesso?"
-"Qui ed adesso." Rispose Federico. "Ti voglio e non posso aspettare." Aggiunse.
-"Allora non farlo, amore mio." Disse Benjamin e fece unire le loro labbra.
Il biondo rilasciò un lungo sospiro di sollievo quando sentì le labbra morbide e carnose del più grande poggiarsi sulle sue, più sottili e screpolate, nonostante fossero passati solo poco più di dieci minuti dal loro ultimo bacio, all'uscita dal ristorante, il ragazzo sentiva davvero la mancanza dei baci che solo suo marito sapeva dargli e quel contatto, per lui, fu come una ventata d'aria fresca che tornò a farlo respirare.
-"Mh." Mugugnò lo stesso Federico, prima di mettere le mani tra i capelli, scompigliati dal vento, del moro e approfondire quel bacio.

Non passò molto tempo prima che i due si ritrovarono stesi sulla sabbia asciutta e fredda della spiaggia, il corpo del minore intrappolato tra questa e il corpo atletico del moro che continuava a lasciargli umidi baci sul collo, dopo avergli liberato il petto dalla camicia blu scuro e averla lanciata da qualche parte sulla sabbia dietro di loro.
-"Ora non hai più freddo?" Ghignò divertito Benjamin e alzò la testa per guardare il viso arrossato di suo marito.
Il biondo alzò gli occhi al cielo, in quel momento coperto da qualche nuvola, ma non poté evitare di reprimere un piccolo sorriso.
-"Zitto e baciami." Ordinò.
-"Altrimenti?" Lo provocò il più grande e inarcò un sopracciglio.
-"Altrimenti ti bacio io." Rispose Federico e si alzò leggermente per poter prendere il viso del maggiore tra le mani e far unire le loro labbra.
Dopo solo pochi istanti le situazioni si capovolsero e il più grande si ritrovò posizionato sotto il corpo esile del minore, in parte scoperto, con le labbra ancora unite Benjamin alzò un braccio per poi andare ad accarezzare la schiena nuda dell'altro e quando lo fece rabbrividì, riusciva a sentire chiaramente le ossa di Federico sotto la sua mano, come queste si muovessero in base ai movimenti del biondo, era palese che il più piccolo fosse dimagrito ma non si era mai soffermato a pensare effettivamente a quanto peso avesse perso, lui si preoccupava che mangiasse a sufficienza ma le continue nausee che aveva rendevano tutti i suoi sforzi vani, Federico si stava pian piano spegnendo e lui non poteva fare nulla se non amarlo alla follia, proprio quello che stava facendo e che, in particolare, quella notte tra baci e gemiti mal trattenuti gli dimostrò.
Benjamin amava Federico e lo avrebbe amato fino alla fine, a prescindere da se lo avrebbe avuto accanto o meno.

Quella notte i due ragazzi rincasarono solo quando le luci dell'alba iniziarono ad essere visibili, quando la notte stava lasciando spazio ad un nuovo giorno, e non si preoccuparono di che ora fosse, entrarono in casa ridendo e scherzando come se fossero due bambini e forse lo erano davvero, quando stavano insieme vedevano il mondo con occhi diversi proprio come solo un bambino era capace di fare, trovavano la loro felicità nelle piccole cose e si completavano come mai nessuno sarebbe stato in grado di fare.
Esausti ma felici, Benjamin e Federico, si diressero nella loro stanza da letto per riposare qualche ora prima della visita del più piccolo dal dottore, Ashton, dopo soli pochi minuti, però, i due ragazzi si ritrovarono ancora una volta a baciarsi e stringersi in quel letto che aveva cullato tante loro notti d'amore, non ci misero molto a spogliarsi ancora una volta dei loro vestiti e a dimostrarsi il loro profondo e eterno amore.

-"Amore, credo che dovremmo alzarci." Disse Federico con lo sguardo fisso sul petto nudo del maggiore, lo stesso su cui aveva poggiato la testa diversi minuti prima e stava , in quel momento, disegnando forme geometriche invisibili.
-"Non vuoi restare a letto ancora un po'?" Gli chiese il moro e si voltò a guardarlo con occhi supplichevoli, non aveva alcuna voglia di lasciare quel caldo giaciglio e ancor di meno se sapeva che sarebbe dovuto andare a sentire altre cattive notizie riguardanti la salute del più piccolo, a Federico restavano meno di due mesi e lui non aveva alcuna voglia di sentirselo ripetere e guardare il minore mentre si sforzava di sorridere per non farlo stare male.
Già, nonostante fosse lui quello malato, Federico si sforzava di sorridere per non far stare male il moro, viveva per due e Benjamin si domandava come avrebbe fatto senza di lui, gli aveva promesso di vivere anche per lui ma come poteva farlo se non riusciva a vivere neanche per se stesso?
-"Quando torneremo staremo a letto tutto il tempo che vuoi." Rispose il più piccolo e si mise a sedere, accanto al maggiore che stava sbuffando. "Ora però Ashton ci sta aspettando, sai che è sempre molto impegnato e fa di tutto per avere sempre tempo per noi, non mi va di farlo aspettare dopo tutto ciò che sta facendo per noi." Concluse.
Benjamin sospirò e annuì, il minore aveva ragione, non era colpa di Ashton se stava male, anzi, lui aveva fatto di tutto per salvarlo e farlo stare bene in qualche modo, aveva cercato di convincerlo a sottoporsi alle cure e, quando aveva capito che Federico era irremovibile, a dargli qualche rimedio che lo facesse sentire meglio quando i suoi dolori erano troppo forti, Ashton gli era sempre stato accanto e non meritava che gli facessero anche perdere del tempo inutilmente, proprio come aveva detto Federico, al loro ritorno avrebbero avuto tutto il tempo per stare a letto insieme o almeno lo sperava.

Dopo molti incitamenti da parte del biondo, i due ragazzi giunsero allo studio medico di Ashton, ancora vuoto perché avrebbe aperto solo dopo un'ora, salutarono la sua infermiera che avevano imparato a conoscere e che, a sua volta, aveva imparato a smettere di chiedere a Benjamin di aspettare fuori e aveva imparato anche che il moro non avrebbe mai lasciato da solo il suo piccolo fiore e non perché era Benjamin Mascolo e le stava dimostrando di poter fare tutto ma perché amava quel ragazzo molto più di quanto avesse mai amato anche se stesso.
-"Federico, allora, sei pronto?" Gli chiese Ashton mentre si infilava un paio di guanti di lattice azzurri e mentre il maggiore aiutava il più piccolo a sistemarsi il camice bianco.
-"Come al solito, no?" Scrollò le spalle il biondo e prese la mano di suo marito quando questo finì di aiutarlo.
-"Sì, come al solito." Rispose il dottore e si sforzò di sorridere. "Benjamin tu aspetti qui o preferisci venire con noi?" Chiese al maggiore.
Benjamin diede uno sguardo al suo cellulare che continuava ad illuminarsi, lasciato sulla scrivania del dottore, prima di rispondere.
-"Faccio un paio di telefonate per controllare come va in azienda e vi raggiungo." Rispose, prima di voltarsi verso il minore. "Ti raggiungo subito amore, tu resta calmo, mi raccomando." Gli disse.
Federico sorrise e annuì.
-"Fai pure con calma, ormai sono abituato." Disse. "E non preoccuparti per me, queste analisi non mi faranno nulla, quello che dovrebbe restare calmo sei tu." Continuò divertito prima di lasciare le mani del ragazzo. "Ci vediamo dopo." Aggiunse prima di sparire oltre la porta con Ashton.

Proprio come aveva detto, Benjamin, dopo aver fatto un paio di telefonate raggiunse Ashton e Federico ma dopo soli pochi minuti si pentì di quella sua scelta, vedere suo marito collegato a così tanti macchinari che gli avrebbero detto quanto ancora aveva da vivere lo faceva stare male, sentiva gli occhi diventare più lucidi e gli diventava sempre più difficile respirare, il dottore gli aveva proposto di tornare nel suo ufficio e di attenderlo lì ma il moro rifiutò, aveva promesso a Federico che sarebbe rimasto lì con lui e non aveva alcuna intenzione di venire meno alla parola data.
Dopo poco più di un'ora i tre fecero ritorno nell'ufficio, dove i raggi del sole prenotavano attraverso la grande finestra posta alle spalle della scrivania di Ashton, il moro teneva per mano Federico che continuava a parlargli di ciò che voleva mangiare per pranzo e che cosa fare quel pomeriggio, Ashton però non sembrava molto allegro come il biondo e questo stava facendo preoccupare non poco Benjamin che non riuscì a tenere la bocca chiusa.
-"Ashton." Lo chiamò. "Che cosa hai?" Gli chiese, provocando anche la curiosità del più piccolo che iniziò a guardare insistentemente il dottore.
-"Uhm, cosa?" Balbettò Ashton e fece il giro della scrivania per raggiungere la sua sedia. "Non ho nulla."
-"Ti conosco da sempre, so che c'è qualcosa che non va e temo riguardi Federico." Disse il moro. "Quindi voglio sapere che cosa succede." Aggiunse.
L'uomo sospirò.
-"Sedetevi ragazzi." Disse e indicò le due sedie davanti a lui.
Seppur titubanti i due giovani fecero come era stato chiesto loro di fare.
-"Che cosa succede?" Chiese Federico, insicuro di voler conoscere la risposta.
-"Le analisi non sono andate come pensavo." Disse il dottore. "L'ultima volta sembrava esserci un miglioramento, minimo ma c'era, invece oggi ho capito che mi sbagliavo totalmente."
-"Ashton non fare troppi giri di parole e parla." Ringhiò Benjamin mentre sentiva la mano del biondo, stretta alla sua, iniziare a tremare.
-"Federico è peggiorato, Benjamin, la malattia si sta diffondendo molto più in fretta di quanto credevo e i farmaci che prende gli serviranno a ben poco." Disse Ashton con voce tremante. "Temo che gli restino meno dei due mesi che pensavamo."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora