Ninety one.

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Si erano sposati.
Benjamin e Federico si erano sposati.
In quella Basilica di San Paolo di Daytona beach, Benjamin e Federico, due folli innamorati, si erano detti di sì, si erano scambiati promesse d'amore e si erano giurati di amarsi fino alla fine, anche se dubitavano ci sarebbe stata una fine per quel loro amore tanto forte e puro, le loro vite si erano incrociate e da quel momento sarebbero state per sempre unite.
In quella chiesa, in una città del tutto sconosciuta, con un sacerdote di cui non sapevano neppure il nome e con dei testimoni che avevano accettato di essere tale solo in cambio di una viaggio a New York di cui sapevano a stento il mondo, in un posto a loro estraneo si erano sposati e mai come in quel momento si erano sentiti nel posto giusto, nel posto in cui i loro cuori battevano all'unisono e in cui i loro occhi si dedicavano interminabili frasi d'amore, nel posto in cui tutto il resto spariva e restavano solo loro con il loro amore.
Benjamin e Federico erano uniti.
Benjamin sarebbe stato il per sempre di Federico, Federico sarebbe stato il ne è valsa la pena di Benjamin.

Una volta fuori da quella chiesa Benjamin e Federico non era riusciti a fare altro che stringersi forte l'uno all'altro, ancora sulla soglia del portone della basilica, e baciarsi come se non potessero fare altro per restare in vita, i loro occhi sorridevano tanto come le loro labbra, quelle labbra che non facevano altro che cercarsi ad ogni passo che facevano, la prima meta dei due novelli sposi era stato il negozio di tatuaggio più vicino, i due avevano dovuto pregare un po' il proprietario affinché facesse loro il tatuaggio in quel momento e non attendere settimane per una prenotazione, dopo avergli raccontato, sommariamente, la loro storia il proprietario aveva sospirato e aveva detto loro di accomodarsi, poco più di un'ora dopo i due ragazzi avevano inciso sulla pelle il segno della loro unione, di quel loro matrimonio, del loro amore.
-"Sono felice." Sussurrò Federico mentre camminava con la testa poggiata sulla spalla del maggiore, che continuava a stringerlo a lui, ignorando qualche sguardo indiscreto che qualcuno gli lanciava. "Sono tanto, tanto, tantissimo, felice e solo grazie a te, amore mio." Aggiunse e regalò un raggiante sorriso, uno dei tanti quel giorno, al ragazzo che amava.
Il moro gli stampò un bacio sulla tempia e si morse il labbro inferiore.
-"Anch'io sono felice, piccolino, e lo sono ancor di più se penso che sto condividendo una cosa tanto bella con te." Rispose. "Con te che sei la cosa più bella della mia vita." Aggiunse. "Ti amo, Federico."
Il più piccolo si sporse in avanti e rubò un bacio stampo al maggiore che mugolò in disapprovazione, non gli bastava un semplice bacio come quello.
-"Appena arriveremo in albergo potrai avere tutti i baci che vuoi." Ridacchiò il ragazzo mentre un leggero venticello gli scompigliava i capelli. "Ti amo anch'io, Ben." Aggiunse mentre lo guardava negli occhi.
Il sole era ormai tramontato, il buio della notte stava abbracciando la bella Daytona beach e un leggero venticello rinfrescava quella sera d'estate di luglio, essendo il fine settimana le strade erano abbastanza trafficate e il moro si ringraziò mentalmente per aver preferito fare una passeggiata e non noleggiare una macchina.
-"Allora che aspettiamo?" Chiese Benjamin facendo corrugare la fronte al minore. "Corriamo in albergo perché ho intenzione di avere molti, moltissimi, baci."

Spensierati come sapevano non sarebbero mai stati in vita loro, Benjamin e Federico si presero per mano e iniziarono a correre nella direzione che li avrebbe condotto all'albergo, le risate dei due ragazzi riecheggiavano tra quelle strade e più di una persona sorrise nel sentirle; dopo circa quindici minuti i due giunsero all'albergo e Federico scosse la testa mentre sorrideva al pensiero di quanto l'altro si preoccupasse per lui.
L'Hilton Daytona Beach Oceanfront Resort era, senza alcun dubbio, il miglior hotel della zona, questo vantava ogni tipo di comfort e Federico era certo che l'altro avesse pagato affinché disponessero di ognuno di questi.
-"Benjamin non devi spendere così tanto per me." Disse Federico mentre percorrevano la lussuosa hall.
-"Ti ho detto che voglio darti tutto, questo è solo una minima parte di tutto quello che vorrei darti." Rispose il moro. "E comunque non pensare al prezzo, pensa solo a goderti questa vacanza." Aggiunse e gli prese la mano per trascinarlo verso la reception.
Una volta giunti alla reception di marmo bianco, Benjamin suonò il campanello color argento posto su questa e attese che qualcuno andasse ad accoglierli.
-"Buonasera signori, come posso aiutarvi?" Chiese un uomo, di circa quarant'anni dai folti capelli neri, che rivolse un sorriso ai due.
-"Salve, abbiamo prenotato una stanza." Rispose il moro. "A nome Mascolo." Aggiunse.
L'uomo annuì e digitò il cognome del ragazzo sul computer, per constatare se avesse davvero una prenotazione.
-"Sì, abbiamo sistemato i suoi bagagli diverse ore fa." Disse dopo un po'. "Mi dica i vostri nomi, signore, così posso inserirli sul registro."
-"Benjamin Mascolo e Federico Rossi."
-"No, amore, Federico Mascolo." Lo corresse Federico che sentì una strana sensazione invaderlo mentre lo diceva, i suoi occhi brillavano e il moro sentì il suo cuore fermarsi per qualche istante quando vide suo marito tanto emozionato.
-"Giusto." Sussurrò. "Benjamin e Federico Mascolo." Disse all'uomo.
L'uomo scrisse i loro nomi e passò una chiave elettronica al maggiore che l'afferrò.
-"Ultimo piano, è l'unica porta, non può confondersi." Gli spiegò. "L'ascensore è nel corridoio a destra."

Federico era rimasto, letteralmente, a bocca aperta quando vide la stanza, o per meglio dire l'appartamento, che il moro aveva prenotato per entrambi, questo disponeva di ogni genere di comfort, era suddiviso in tre stanze: il bagno, il salotto e la camera da letto, per finire un terrazzo che disponeva anche di una piscina; nella camera da letto un grande letto, con delle coperta viola chiaro, era posto al centro della stanza e due comodini bianchi erano sistemati ai suoi lati, un armadio bianco occupava la parete laterale destra e di fronte al letto un tavolo argento, con due sedie, e un televisore al plasma sul muro azzurro cielo.
-"Benjamin...." Disse Federico ma venne bloccato dall'altro che lo abbracciò da dietro.
-"È stupendo." Rispose il moro completando la frase per lui. "Mi fa piacere ti piaccia, tesoro." Aggiunse e gli stampò un bacio sulla guancia.
-"Non saprò mai come ringraziarti." Replicò il più piccolo e si voltò verso di lui, tra le sue braccia.
-"Io un modo ce l'ho." Sussurrò Benjamin e ghignò malizioso. "E non puoi tirarti indietro." Aggiunse prima di catturare le labbra del biondo che sorrise divertito.

Da un semplice bacio i due ragazzi si ritrovarono avvinghiati sul letto, le coperte gettate sul pavimento coprivano i loro indumenti; le mani di Federico si persero tra i capelli di suo marito mentre continuava a gemere in preda al piacere, Benjamin sentiva la terra mancargli sotto i piedi ogni volta che il minore pronunciava il suo nome tra un gemito e un altro, continuava a spingersi ritmicamente nel corpo caldo di Federico che continuava a stringerlo.
-"D- di più, Benjamin, di più..." Gemette Federico e inarcò la schiena.
-"Vuoi di più, piccolino?" Lo provocò il moro e gli morse il collo.
-"Ti voglio di più." Disse Federico con tono fermo. "Marito mio."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora