Forty five.

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-"Ormai tu fai parte della mia vita in ogni senso e spero che lo stesso sia per te."
-"Certo che fai parte della mia vita, sei la parte fondamentale di ogni mio giorno, non dubitarne mai." Replicò Benjamin e gli accarezzò la guancia.
-"Proprio per questo credo che sia giunto il momento." Ripeté Federico. "Il momento per vivere insieme."
Il più grande sgranò gli occhi nel sentire quelle parole, un sorriso raggiante che andava da orecchio a orecchio comparve sul volto del ragazzo che a stento si trattenne dall'urlare della felicità, si limitò a stringere il più possibile la vita del suo fidanzato e a baciargli più e più volte quelle labbra che gli avevano fatto perdere la testa.
-"Grazie, grazie, grazie!" Esclamò, felice come lo era stato poche volte nella sua vita, il più grande e lo strinse forte.
Il biondo regalò un sorriso affettuoso al più grande e gli stampò un bacio sulla fronte.
-"Sempre se lo vuoi ancora, ovviamente." Disse e iniziò, lentamente, ad accarezzare i capelli mori del ragazzo su cui era seduto.
Benjamin gli prese il viso tra le mani e gli stampò l'ennesimo bacio sulle labbra.
-"Certo che voglio vivere con te, mio piccolo fiore." Disse. "Voglio fare tutto con te.
Voglio condividere con te tutto ciò che questa vita mi offrirà.
Tutto, Federico, tutto." Continuò.
Il più piccolo allacciò le braccia al collo del suo fidanzato e fece unire le loro labbra ancora una volta, ancora una volta un uragano di emozioni li travolse e suggellò quel momento tanto speciale e importante per loro.

I due ragazzi faticarono a staccarsi l'uno dall'altro, interrompere quella sequela di baci e carezze a cui avevano dato vita diverse ore prima ma sapevano che ne sarebbe valsa la pena, quella serata avrebbe dato inizio alla loro vita insieme, da quel momento tutto sarebbe cambiato e loro avrebbero avuto la possibilità di vivere serenamente il loro amore.
Una volta riusciti a staccarsi l'uno dall'altro, seppur di malavoglia, Benjamin e Federico si vestirono in fretta e furia, anche se non mancarono gli sguardi lussuriosi e le carezze rubate per poi essere seguite da teneri baci mentre indossavano uno capo di vestiario e poi un altro, prestarono poca attenzione al caos che loro stessi avevano creati e che, in quel momento, riempiva la stanza, mano nella mano scesero al piano di sotto e ogni qualvolta i loro occhi si incrociavano non facevano altro che sorridere.
-"Sei pronto?"
-"Sono pronto." Annuì Federico e gli strinse la mano. "Sono pronto ad amarti e a condividere tutto con te."

La macchina nera di Benjamin aveva sfrecciato, per quanto il traffico gli permettesse, lungo le strade buie di New York, il leggero vento fresco di quella sera soffiava su di loro e gli scompigliava i capelli, mentre tanti sogni su ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi si facevano spazio nella loro mente; dopo poco più di quindici minuti i due giovani innamorati riuscirono ad arrivare alla loro meta, il motel dove fino a quel momento il più piccolo aveva alloggiato era comparso davanti ai loro occhi, Benjamin parcheggiò in quello che era diventato il suo solito posto.
-"Mi mancherà questo posto." Disse Federico e aprì la portiera per poter scendere.
-"Magari potremmo tornarci per la luna di miele." Rispose giocosamente il moro e chiuse la portiera della sua auto.
Lo sguardo del più piccolo slittò sul suo fidanzato e le sue guance si tinsero di una leggera sfumatura di rosso.
-"C- che cosa hai d- detto?" Balbettò imbarazzato ed emozionato.
-"Che cosa ho detto?" Replicò il maggiore e si avvicinò a lui per prendergli la mano.
-"Hai d- detto per la l- luna di miele." Balbettò in risposta il più piccolo e si morse il labbro inferiore.
-"Oh, preferisci andare da qualche altra parte?" Disse Benjamin. "In effetti una luna di miele nella propria città non avrebbe molto senso." Aggiunse e fece una strana smorfia.
-"B- Benjamin." Lo chiamò il biondo e si fermò lungo il percorso che lo avrebbe condotto alla sua, ormai, vecchia stanza. "Tu v- vuoi sposarmi?" Chiese con la voce che gli tremava per l'emozioni, mai aveva detto a qualcuno quelle parole, mai avrebbe pensato che qualcuno avrebbe voluto sposarlo.
-"Federico mi stai facendo una proposta?" Lo prese in giro il più grande e si fermò accanto a lui. "In quel caso dovresti almeno darmi un anello o potrei accettare anche una rosa, qualcosa per renderla più romantica insomma." Aggiunse e fece spallucce mentre continuava a sorridere divertito.
-"Benjamin, ti prego, non prendermi in giro e rispondi alla mia domanda." Lo riprese Federico con tono serio e le mani che gli tremolavano leggermente.
Benjamin inclinò la testa da un lato e gli sorrise teneramente.
-"Certo che voglio sposarti, fiorellino." Disse e gli prese la mano per poi stampare un bacio sul dorso di questa. "Ti ho chiesto di vivere con me, ti ho detto di amarti e credo di averti dimostrato, anche se poco rispetto a ciò che vorrei fare, di volerti accanto in ogni situazione.
Perché non dovrei volerti sposare?
Voglio davvero che tu sia qualcosa per me anche agli occhi della legge, forse è prematuro parlarne adesso, abbiamo una vita intera per farlo e voglio che nessuno dei due se ne penta.
Voglio sposarti, Federico, ma prima ancora voglio amarti." Concluse.
-"Da oggi in poi potremmo amarci ogni giorno." Rispose il più piccolo. "E ogni giorno lo trascorreremo insieme."
-"Insieme nella nostra casa." Aggiunse il moro e gli allacciò le braccia al collo per poterlo baciare ancora una volta in quel luogo che aveva visto nascere quel sentimento che li univa, che era stato un po' il loro rifugio e in quel momento stavano per abbandonarlo, perché non avevano più alcun motivo per cui nascondersi.

I due ragazzi avevano raccolto le poche cose che Federico aveva portato con sé da Orlando, tutto ciò che gli restava della sua vecchia vita, i suoi abiti e avevano consegnato al proprietario del motel quelle chiavi che erano state sue per diversi mesi, aveva detto addio a quella stanza che aveva imparato a riconoscere come casa sua, lì aveva passato tanti bei momenti con il suo fidanzato ma era pronto a passarne di nuovi in quella che sarebbe stata una casa tutta loro.
-"Eccoci qui!" Esclamò Benjamin mentre, con un calcio, aprì la porta di casa sua e reggeva alcune delle valige del suo fidanzato. "Casa dolce casa." Aggiunse ed entrò.
Il biondo sorrise a quelle parole e lo seguì nel salotto, l'unica stanza di cui ricordava il modo per arrivare.
-"Eccoci qui." Ripeté il ragazzo e lasciò cadere le valige al centro della stanza, mentre con aria incredula guardava quella che era la sua nuova casa.
Il più grande lo imitò e andò a circondargli il bacino con le braccia.
-"Benvenuto a casa nostra, amore." Sussurrò e gli diede un bacio a stampo. "Hai ancora le chiavi di casa?"
Federico annuì e si tolse un anello.
-"Le ho ancora e voglio che tu tenga questo." Disse e gli porse il suo anello d'argento, quello che non toglieva mai.
-"Che cosa?" Chiese confuso il moro e aggrottò la fronte.
-"Questo anello è un regalo di mio nonno, diceva che mi avrebbe portato fortuna." Disse il più piccolo. "Fino all'anno scorso credevo si trattasse solo di una stupida storia ma dopo ho conosciuto te e ho capito che era vero, quando mio nonno mi diceva di avere pazienza non sbagliava, sei arrivato tu.
Per questo voglio che lo tenga tu, sei stato la mia fortuna e dopo di te non voglio averne altra del genere, tienilo tu, sarà un modo per avermi più vicino quando non staremo insieme." Concluse.
-"Federico vuoi davvero che io tenga l'anello che ti ha dato tuo nonno?"
-"Non sarà una proposta di matrimonio." Iniziò a parlare Federico e gli infilò l'anello all'anulare. "È un invito però a restare al mio fianco, spero tu voglia accettarlo."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora