Federico ogni volta che incontrava il più grande faticava a staccarsi da questo, gli risultava difficile allontanarsi da Benjamin per passare del tempo senza di lui perché, nel lasso di tempo che avevano condiviso insieme, aveva capito che quando non erano insieme lui smetteva di essere felice, il tempo trascorso separati era una parentesi buia della loro vita, solo insieme vivevano davvero, vivevano il più possibile quella vita che avevano scelto di condividere.
Il più piccolo odiava separarsi dall'altro, seppur per un tempo minimo, vedere Benjamin allontanarsi da lui, salire nella sua macchina e andare via gli provocava una fitta di dolore e il suo sorriso non poteva fare a meno di svanire, pronto però a ritornare più brillante che mai non appena il moro sarebbe ritornato da lui.I due ragazzi avevano trascorso insieme l'intera mattinata e le prime ore del pomeriggio, avevano girato in lungo e in largo per la bella e colorata cittadina, Benjamin aveva mostrato all'altro alcuni dei posti più belli e gli aveva attentamente spiegato come arrivarci, voleva che fosse più a suo agio tra le strade della grande mela perché sperava che sarebbe stata la città in cui avrebbe vissuto tutti i suoi giorni, al suo fianco, si erano imbattuti in un gruppo di ragazzi che stavano realizzando un piccolo spettacolo, tipico del circo, nel bel mezzo della strada, Benjamin aveva adorato il suono della risata del minore ad ogni bizzarro movimento di questi, più di una volta si era incantato a guardare il viso felice di Federico anziché lo spettacolo che tanto lo stava facendo sorridere e non era riuscito a trattenere la sua gelosia, anche a lui sarebbe piaciuto farlo sorridere tanto quanto stavano facendo quei ragazzi, sapeva fosse un sentimento assurdo, che prima di conoscere Federico non aveva mai provato, ma voleva davvero essere lui a rendere felice il biondo e non altri, voleva essere lui a farlo sorridere.
La luna era a stento visibile tra le nuvole che quella sera si divertivano a coprire il suo bagliore, le stelle erano poco più che punti luminosi in una distesa di buio.
La strada che affiancava il motel del più piccolo era un continuo via via di automobilisti, continui clacson disturbavano i residenti in quel posto, il vociare allegro di alcuni giovani giungeva alle orecchie del biondo e questo non poteva fare altro che sospirare annoiato mentre continuava a fare zapping alla TV alla ricerca di qualcosa che gli risultasse interessante.
-"Che noia." Sospirò il ragazzo e spense la TV, ormai stanco di quella ricerca.
Federico, annoiato, si lasciò andare contro lo schienale del divano e chiuse gli occhi.
-"Se almeno Benjamin fosse qui con me." Aggiunse ed emise un verso di noia mentre stringeva le braccia al petto.
Dopo soli pochi istanti il campanello, della stanza del ragazzo, trillò fastidiosamente invadendo, così, la stanza con il suo suono acuto, Federico sbuffò annoiato per l'ennesima volta mentre si costringeva ad alzarsi dal morbido divano e strisciò fino alla porta d'ingresso.
-"Chi è?" Chiese con voce borbottante e, senza attendere una risposta, aprì la porta per sapere chi fosse andato a disturbarlo.
-"Non ti hanno mai insegnato a non aprire la porta se non sai chi è, piccoletto?"
Un raggiante sorriso illuminò il volto, altrimenti pallido, di Federico e questo non riuscì a trattenere il suo stupore e neanche la sua felicità mentre gettava le braccia al collo dell'altro, che barcollò all'indietro e sorrise.
-"Benjamin!" Esclamò Federico, attirando l'attenzione di alcuni suoi vicini di stanza che erano appena usciti, e poggiò la testa nell'incavo del collo del maggiore.
-"Immagino che per questa volta tu possa essere perdonato." Disse ironico il moro e cinse i fianchi del minore con le braccia. "Mi piace questa tua accoglienza, decisamente meglio della precedente." Continuò e stampò un bacio tra i capelli biondi al ragazzo.
Il più piccolo sorrise contro la pelle di Benjamin e respirò a pieni polmoni il profumo di questo.
-"Che cosa ci fai qui?" Chiese e portò le mani tra i capelli del maggiore, come era diventata sua abitudine fare.
-"Oh, se non ti fa piacere vado via." Rispose il maggiore e indietreggiò per separarsi dal corpo dell'altro.
Il minore, per tutta risposta, gli prese una mano e lo portò all'interno della stanza.
-"Non pensarlo nemmeno." Disse. "Ti stavo pensando e, ora, averti qui mi rende felice.
Tu mi rendi felice."
Benjamin sorrise teneramente e gli tracciò il contorno delle labbra con il pollice.
-"Anche tu mi sei mancato." Replicò e tirò fuori dalla tasca interna della sua giacca una scatola di medie dimensioni. "E sono qui per darti questo." Aggiunse e lo porse al minore che corrugò la fronte.
-"Che cos'è?" Chiese il biondo curioso e prese la scatola.
-"Aprilo e lo scoprirai." Rispose il più grande e fece spallucce. "Spero ti piaccia." Aggiunse e andò a sedersi sul divano davanti a lui.
Federico andò a sedersi accanto a lui e fece come gli era stato detto, con molta cura aprì la scatola e gettò via le poche certe che la riempivano, tornò nuovamente a sorridere quando vide che cosa questa conteneva.
-"Benjamin ma non dovevi!" Esclamò e tirò fuori il contenuto.
-"Non è nulla di che." Replicò il moro e sorrise. "Solo l'ho visto e ti ho pensato."
Il più piccolo sorrideva raggiante mentre osservava il braccialetto in oro bianco che l'altro gli aveva regalato, osservava ogni minimo dettaglio di questo e non poteva evitare di adornarne la classe e la semplicità, non sapeva che cosa Benjamin ci avesse visto in lui in quel braccialetto ma lui, di certo, rivedeva la dolcezza con cui l'altro lo trattava.
-"È meraviglioso." Disse e inclinò la testa da un lato. "Grazie di vero cuore, Ben." Aggiunse e si sporse in avanti per lasciargli un bacio a stampo.
-"Vieni, lascia che te lo metta." Rispose e prese il braccialetto per sistemarlo al polso del minore. "Ecco, sapevo che su di te sarebbe stato molto meglio." Aggiunse e sorrise.
Il biondo ricambiò il sorriso e si avvicinò a lui per sistemarsi sulle sue gambe.
-"Io però non ti ho preso niente..." Sussurrò dispiaciuto.
-"Non devi farlo, infatti." Replicò il più grande e se lo sistemò meglio addosso. "Non l'ho fatto perché tu mi comprassi qualcosa."
-"E allora perché lo hai fatto?" Lo prese in giro Federico e poggiò la testa sulla sua spalla.
-"L'ho fatto perché io ti a..." Benjamin si bloccò nelle sue stesse parole quando si rese conto di ciò che stava per dire, sentì un nodo alla gola e questo gli impediva di parlare, gli impediva di compiere un passo tanto affrettato e rischiare che il minore si spaventasse.
-"Tu che cosa, Benjamin."
-"Niente, Federico." Rispose il moro e scosse la testa. "Niente."---------------------------------------------------------
Ehi🌸
Grazie e ancora grazie per le ventimila visualizzazioni, è incredibile il supporto che mi mostrate quotidianamente e mi rende immensamente felice sapere che questa storia vi piaccia, grazie di vero cuore♥️
Benjamin voleva dire ti amo a Federico ma sembra aver cambiato idea, riuscirà a dirglielo o sarà Federico a farlo per primo?
Godetevi questi ultimi momenti di tranquillità perché ben presto finiranno e allora sarà davvero molto complicato per loro due.
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Baci, Michi💕
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...