Eighty four.

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Ciò che era successo al più piccolo, il suo malore, aveva fatto aprire gli occhi al moro, il ragazzo si era ritrovato ad urtare duramente contro la realtà, questa lo aveva investito senza preoccuparsi di ferirlo, gli aveva mostrato quanto dura sarebbe stata la sua vita a partire da quel momento e lo aveva messo davanti ad una scelta, a due possibilità:
Lasciare Federico e riprendere la sua vita di sempre, senza soffrire per la perdita dell'ennesima persona a lui cara ma vivere senza amore, o restare con Federico, soffrire per lui e per la sua futura perdita ma vivere quegli ultimi mesi come non aveva mai vissuto prima di quel momento e, soprattutto, farlo sapendo di avere qualcuno al suo fianco che lo amava più di quanto fosse possibile amare qualcuno.
Per Benjamin non era stato difficile fare una scelta, anche se sapeva che in futuro se ne sarebbe potuto pentire, scelse di vivere con Federico quegli ultimi mesi, di soffrire ma di sapere di avergli dato tutto.
Benjamin scelse di vivere Federico.

Dopo il malore di quella mattina il biondo sembrava essersi totalmente ripreso, nessun giramento o mal di testa, non aveva la perdita di appetito, Ashton gli aveva detto che sarebbe potuto succedere e di non preoccuparsi in quel caso, o solo segni di stanchezza, anzi, Federico non era mai stato tanto attivo come in quel periodo e, per quanto sapesse che era solo una fase momentanea, Benjamin non poteva non essere felice quando vedeva il suo fidanzato allegro e pieno di forze e di vita.
Dopo la chiacchierata con Diana, che gli aveva consigliato di smetterla di pensare al futuro e viversi il presente, nella testa del più grande iniziò a frullare un'idea e non perse tempo nel metterla in pratica, stando però ben attenti a non far scoprire nulla al suo fidanzato che, se possibile, era diventato ancora più curioso.

-"Piccolo?"
Benjamin era appena entrato nel salotto, dopo aver girovagato per gran parte della casa, e sospirò deluso quando vide che neanche in quella stanza c'era traccia del suo fidanzato, neppure le domestiche sapevano dove fosse e il ragazzo stava iniziando a preoccuparsi.
-"Federico, dove sei?" Chiese e alzò la voce nella speranza che l'altro potesse sentirlo.
In quel momento, il più grande, notò la portafinestra del salotto spalancata e si colpì la fronte per non aver pensato prima di andare a cercarlo in giardino, mancavano solo pochi giorni all'arrivo del mese di giugno e il suo fidanzato non faceva altro che ripetergli quanto caldo avesse, infilò il suo iPhone nella tasca posteriore dei suoi jeans strappati in più punti e, a piedi scalzi e a petto nudo, uscì in giardino.
-"Amore sei qui?"
Quella volta il ragazzo riuscì ad avere una risposta e sospirò di sollievo.
-"Vieni in piscina, Ben!" Urlò il minore, poco distante da lui.
Il maggiore sorrise nel sentire la voce del più piccolo e non perse tempo nel raggiungerlo.
-"Sei qui allora." Disse il moro e si appoggiò alla sdraio dove l'altro era sdraiato. "Ti ho cercato per tutta la casa." Aggiunse e si abbassò per dargli un bacio sulla fronte.
-"Si vede che non hai cercato poi così tanto bene, amore." Lo prese in giro Federico e gli prese il viso tra le mani per stampargli un bacio sulle labbra. "Io sono sempre stato qui." Aggiunse e gli sorrise.
Il moro scosse la testa e sospirò.
-"Potevi dirmi che andavi in piscina, mi hai fatto spaventare." Rispose con tono gentile e gli accarezzò la guancia con il dorso della mano.
Il più piccolo colse la palla al balzo e inarcò un sopracciglio.
-"Non mi sembra che tu mi dica tutto ciò che fai." Replicò con tono indispettito. "Se lo facessi ora saprei che cosa stai organizzando da giorni e che mi nascondi con tanta cura."
Benjamin ridacchiò per l'espressione del minore, gli alzò le gambe e si sedette sulla sdraio per poi sistemarle addosso a lui.
-"Proprio di questo sono venuto a parlarti." Disse. "Questa pomeriggio partiamo, preparati."

Eccitato come non mai, dopo la notizia che il moro gli aveva dato, Federico si lasciò andare ad una raffica di domande che intontirono il più grande e questo si limitò a dirgli che da lui non avrebbe saputo altro, aggiungendoci anche che si doveva sbrigare nel prepararsi o l'avrebbe lasciato a casa senza mai rivelargli quale fosse la meta di quel viaggio, preso dall'eccitazione il biondo annuì e smise di fare domande, corse al piano superiore e si affrettò nel preparare i bagagli anche se ciò diventava difficile se non sapeva quale fosse la loro meta.
-"Ben ci vuole ancora tanto?" Sbadigliò Federico mentre appoggiava la testa al vetro della macchina del suo fidanzato.
I due ragazzi, proprio come il maggiore aveva detto, erano partiti verso le cinque del pomeriggio ed erano in viaggi da circa un'ora.
-"All'incirca venti minuti e saremo arrivati." Gli comunicò il moro e svoltò a destra.
-"Ancora non mi vuoi dire dove siamo diretti?"
-"Mi delude sapere che non te ne sei ancora reso conto." Rispose Benjamin, portandosi una mano sul petto e fingendo un tono drammatico.
Il biondo alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-"Se mi distrai ogni volta che c'è un segnale stradale è ovvio che non capisco dove siamo diretti." Replicò.
Il più grande ridacchiò e si voltò verso di lui.
-"Tra poco lo scoprirai, amore, e spero ti piacerà."

Dopo poco più di venti minuti, Benjamin e Federico giunsero alla loro meta e il più piccolo non riuscì ad evitare di restare a bocca aperta.
Hudson Valley si mostrava maestosa davanti agli occhi sorpresi dei due ragazzi, i colori primaverili risaltavano alla luce del tramonto imminente, il verde di quel posto assumeva un colore più caldo quando le sfumature arancioni del cielo lo illuminava, il fiume hudson sembrava splendere sotto il sole di quella giornata, Federico aveva sentito parlare di quel posto e non poteva negare di aver fatto più di una ricerca in proposito, la bellezza di quel posto lo aveva sempre incantato, ma a vederlo con i suoi stessi occhi era totalmente diverso e avere accanto Benjamin lo rendeva a dir poco magico.
-"Benjamin ma è meraviglioso." Biascicò Federico mentre continuava a guardarsi intorno con aria meravigliata.
-"Sono felice che ti piaccia." Sorrise il moro e gli circondò la vita con le braccia, abbracciandolo da dietro. "E comunque tu sei sempre più bello." Aggiunse e gli stampò un bacio sulla guancia.
Il più piccolo si morse il labbro inferiore e abbassò lo sguardo imbarazzato, portò le sue mani su quelle del maggiore e iniziò ad accarezzarle lentamente.
-"Perché mi hai portato qui?" Chiese.
-"New York è bella, è bellissima a dire il vero ma è anche tanto caotica e con il caldo in arrivo lo è ancora di più." Iniziò a parlare Benjamin e fece voltare il minore per ritrovarselo faccia a faccia. "Volevo staccare per un periodo da tutto quel caos, ho notato anche che ultimamente passi sempre più tempo in giardino e fai strane smorfie quando usciamo, volevo portarti in un posto molto più tranquillo per poter dimenticare, almeno per un periodo, tutto ciò che è diventata la nostra vita e anche il caos di New York.
Volevo darti un po' di tranquillità." Concluse.
-"Quindi hai fatto tutto questo per me?" Continuò a chiedere Federico con un sorriso stampato sul viso e gli occhi che luccicavano alla luce del tramonto.
-"È per te che faccio tutto, è per te che vivo, Federico."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora