Seventeen.

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-"E io potrei anche innamorami di te."
Aveva sussurrato Benjamin nel buio di quella stanza, illuminata solo da qualche abat-jour sistemate in maniera abbastanza casuale.
Federico, dopo aver udito le parole dell'altro, aveva sentito il suo cuore fermarsi per un momento prima di riprendere a battere e minacciare di uscire dal petto del ragazzo.
-"Sei perfetto, Federico, così dannatamente perfetto." Continuò a sussurrare il moro mentre si abbassava sul corpo del ragazzo e continuava a baciare ogni lembo di pelle gli capitasse, si beava del profumo penetrante del più piccolo, lo stringeva il più possibile affinché quel profumo si insinuasse sulla sua pelle e lo accompagnasse in ogni sua avventura.
Le mani di Federico vagavano senza meta, e senza nessuna voglia di frenarsi, lungo la schiena ancora coperta di quello che doveva essere soltanto il suo capo, chiudeva gli occhi ogni qualvolta le labbra carnose del maggiore si poggiavano sulla sua carne morbida, a stento si tratteneva dall'ansimare di piacere ad ogni nuovo contatto.
-"B- Benjamin..." Mugolò il più piccolo e gettò la testa all'indietro per dare all'altro maggiore accesso alla sua pelle.
-"Dovremmo dormire Federico." Disse il moro e toccò le labbra mordicchiate del minore. "Dovremmo proprio dormire." Aggiunse e lasciò, all'altro, un ultimo bacio all'angolo della bocca prima di alzarsi.
-"Dormi qui?" Chiese Federico stordito.
-"Vuoi che dorma qui?"
-"Voglio che resti con me."
-"Senza di te non vado da nessuna parte, Federico."

Il sole era sorto sulla bella e frenetica New York, tra i grattacieli maestosi si estendevano i raggi di quel sole caldo di inizio febbraio, i newyorkesi speravano che quello fosse solo l'inizio della bella stagione che stavano aspettando con ansia.
Clacson di taxi e grida di automobilisti impazienti raggiungevano le finestre chiuse delle case di quella città piena di vita e di colori, famiglie si accingevano ad iniziare una nuova giornata, con la frenesia e le difficoltà che questa portava, giovani studenti sbadigliavano all'idea di un nuovo giorno di scuola, giovani innamorati sorridevano al pensiero della notte che avevano appena trascorso.
New York era un misto di cose, belle e brutte ma di certo non c'era mai tempo per annoiarsi, tante erano le cose che accadevano tra quelle strade e tante erano quelle che ancora dovevano avvenire.
Federico aveva faticato a chiudere occhio durante quelle ore notturne, i ricordi di ciò che era successo continuavano a ripetersi nella sua mente e lui si ritrovava a mordersi il labbro inferiore mentre il suo cuore batteva all'impazzata, continuava a pensare alle labbra di Benjamin sul suo corpo e desiderava poterle sentire ancora e ancora, voleva che quella serata diventasse eterna, che loro diventassero eterni; il respiro caldo, del ragazzo che gli dormiva accanto, che si infrangeva sulla sua pelle nuda e il braccio di questo che gli cingeva la vita non gli erano stati d'aiuto, il sapere che Benjamin era accanto a lui, dopo avergli detto che poteva anche innamorarsi di lui, lo rendevano agitato ma non quella agitazione fastidiosa, non si sarebbe mai liberato di ciò che provava in quel momento se solo avesse potuto scegliere.
Non si sarebbe mai liberato di Benjamin.

L'ennesimo clacson giunse alle orecchie del più piccolo che si ritrovò a sbraitare sottovoce, mentre il suo sguardo era fisso sul ragazzo dai capelli mori e fu proprio un movimento da parte di questo; dopo solo pochi istanti gli occhi di Benjamin si aprirono e vagarono lungo la stanza alla ricerca di qualcosa a lui familiare, solo dopo poco si poggiarono sul ragazzo dai capelli biondi steso accanto a lui e un sorriso illuminò il suo volto assonnato, Federico era quel qualcosa a lui familiare.
-"Buongiorno." Disse Federico, mentre osservava attentamente come fosse il viso del maggiore appena sveglio.
-"Buongiorno fiorellino." Rispose il moro prima di sbadigliare e, istintivamente, strinse il corpo seminudo del ragazzo al suo fianco.
-"Hai dormito bene?" Chiese il più piccolo, a voce bassa, e prese a giocherellare con i capelli disordinati del ragazzo.
-"Ho dormito con te e quando sto con te sto sempre bene." Disse Benjamin e alzò il capo per guardare l'altro.
-"E ora come stai?"
-"Sto bene." Rispose il più grande e accarezzò il petto nudo del ragazzo. "Anche se ho un po' di mal di testa." Aggiunse sorridendo.
Federico abbozzò un piccolo sorriso e attorcigliò i capelli del maggiore sul suo stesso dito.
-"Credo sia normale, hai bevuto un po'." Disse. "Vuoi qualcosa?" Chiese.
-"Voglio solo che tu mi stringa."
-"E io non ho intenzione di fare altro." Sussurrò il più piccolo e allacciò le braccia sul busto del maggiore. "Hai freddo?" Chiese, notando che le sue mani erano abbastanza fredde.
-"Sto bene Federico, non preoccuparti per me."
-"Tu ti preoccupi sempre per me."
-"Perché far sì che tu stia bene è diventata una delle mie priorità." Disse Benjamin. "Tu sei una mia priorità."
-"Ci tieni a me, Benjamin?" Chiese il biondo con lo sguardo fisso su di lui.
-"Più di quanto abbia mai tenuto a qualcuno in vita mia." Rispose il più grande e allungò una mano per accarezzare la guancia del minore. "Sei speciale, Federico, e ci tengo davvero ad averti nella mia vita." Aggiunse.
-"Anch'io tengo a te." Disse Federico. "Forse anche più di quanto dovrei, di quanto sia giusto."
-"Che cosa è davvero giusto o sbagliato?" Chiese retorico il moro. "Se ciò che fai ti fa sentire bene, se è quello che davvero desideri, come puoi pensare che sia sbagliato?
Perché lo dicono gli altri?
Se non fai del male a nessuno, nessuno può dirti che è sbagliato.
Se tu vuoi è giusto, anche noi possiamo essere giusti." Continuò mentre disegnava cerchi invisibili sul petto nudo del minore.
-"Noi siamo giusti?"
-"Se lo vogliamo, sì."
-"E tu lo vuoi?" Chiese Federico.
-"Lo voglio." Rispose Benjamin. "Voglio te, voglio poter avere la possibilità di conoscerti, di uscire e divertirmi con te.
Voglio avere anche la possibilità di litigare con te per poi venire qui, con gelato e pizza, e ricordarti che oltre le nuvole il cielo è sempre azzurro, dirti che noi possiamo essere quel cielo.
Voglio davvero avere la possibilità di averti nella mia vita ma so che dovrò lottare, lottare per te, e lo farò perché, come ti ho detto, vederti felice è una delle mie priorità, Federico."
Il biondo si trattene a stento dal sorridere, prima di sospirare.
-"Dovremmo andare a lavoro."
-"Sì, dovremmo." Annuì il più grande. "Prima però potresti dirmi una cosa?"
-"Che cosa?"
-"Che cosa è successo ieri sera?"

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora