Fifty nine.

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-"Tu sei il mio ragazzo!" Aveva gridato Federico a pieno polmoni, non gli importava se qualcuno al piano di sotto l'avesse sentito e neanche che cosa potesse pensare Benjamin o Alexander, per la prima volta in quel periodo Federico aveva detto ciò che pensava e ne era soddisfatto.
Il più piccolo sapeva che con ciò che aveva appena detto si era rovinato con le sue stesse mani, in quei giorni non aveva fatto altro che ripetere al più grande che tra di loro era finita eppure in quel momento gli aveva urlato in faccia il contrario, come avrebbe potuto spiegargli la sua ultima affermazione?
Non poteva dirgli che aveva sentito male o inteso male, la frase da lui detta era fin troppo chiara e non aveva modo per rimangiarsela.
Federico credeva che sarebbe riuscito a dimenticare il maggiore, magari continuando a ripetergli che tra di loro era finita se ne sarebbe convinto anche lui e sarebbe riuscito ad andare avanti, ma il solo vedere Alexander prendere la mano del ragazzo che, nonostante tutto, continuava ad amare era stato troppo per lui.
Benjamin era pur sempre il suo Benjamin e non poteva permettere che qualcuno si comportasse in quel modo con lui, per di più in sua presenza.
Benjamin era ancora parte di lui.

Gli sguardi di Benjamin e Alexander erano puntati sul più piccolo, questo aveva il volto rosso, il suo petto si alzava e abbassava irregolarmente, gli occhi iniettati di sangue e sembrava ancora poco cosciente di ciò che aveva appena urlato al moro.
Il moro chiuse la bocca, si sistemò il nodo alla cravatta e chiuse gli occhi per un momento per prendere un respiro profondo, quando li riaprì li puntò sul più piccolo e questo si sentì il sangue gelare nelle vene, mai Benjamin lo aveva guardato in quel modo.
-"Non sono più il tuo ragazzo, Federico." Disse con tono estremamente calmo. "Sei stato tu a lasciarmi e a rifiutarmi più volte in questi giorni, ti ricordo."
Federico rimase a bocca aperta nel sentire quelle parole dall'altro, in quei giorni lui lo aveva rifiutato tante volte, era vero, ma non si aspettava che i suoi rifiuti avessero ferito il moro a tal punto da spingerlo a comportarsi in quel modo.
-"Ora passiamo alle cose importanti, pensiamo al contratto." Aggiunse e spostò una delle sedie rivestite con del tessuto da tappezzeria bianco.
-"Federico forse questo non è il momento di parlare di queste cose." Disse Alexander, con tutte le migliori intenzioni ma l'altro lo fraintese. "Avrete occasioni per parlare della vostra relazione, ma non adesso." Aggiunse.
Il biondo, con aria minacciosa, si avvicinò al ragazzo e lo prese per il colletto della sua camicia azzurra.
-"E tu che ne sai che cosa è meglio per me o per la mia relazione di Benjamin?" Chiese con tono duro e la mascella serrata. "Credi che sbavargli dietro ti dia il permesso di mettere bocca sulla sua vita?!" Urlò.
-"Lui non fa per te, lui ama me!" Continuò ad urlare Federico.
Alexander aprì la bocca per rispondere a quelle accuse, a suo avviso totalmente infondate, ma il moro, senza proferire parola, prese un braccio del minore e lo portò con lui lungo le scale.
-"Ciao Alexander, ti chiamo in questi giorni per l'accordo." Si limitò a dire, non attese neppure la risposta dell'altro o le urla di Federico che gli chiedeva di lasciarlo andare, trascinò il biondo con sé e uscì da quel locale.

-"Benjamin lasciami!" Urlò Federico, per l'ennesima volta, una volta entrati nel parcheggio dove Tyler aveva lasciato la limousine. "Lasciami, lasciami!"
-"Smettila!" Replicò duramente il moro e lo spinse contro la portiera della limousine nera, mentre iniziava a frugare nella tasca del suo pantalone. "Hai rovinato tutto, tutto, Federico!" Gli urlò.
Il parcheggio dove i due si trovavano era deserto, così come il piano superiore di quel locale, anche il parcheggio era riservato a coloro che avevano delle riunioni, non c'era neanche ombra di Tyler che, sotto ordine di Benjamin, era andato a fare qualche commissione e non sarebbe tornato prima di due ore, il tempo che sarebbe dovuta durare la riunione dei due ragazzi con Alexander.
-"Dannazione, perché devi comportarti come se io fossi un giocattolo?!" Chiese, con tono della voce abbastanza alto, Benjamin mentre estraeva dalla tasca le chiavi di riserva della limousine. "Prima mi lasci, mi ripeti che non vuoi stare con me e che tra di noi è finita, poi un ragazzo si avvicina a me e tu urli che sono il tuo ragazzo.
Perché Federico, perché?!"
-"Oh, allora ammetti che Alexander si stava avvicinando a te." Sbuffò il biondo e incrociò le braccia al petto.
Il più grande si passò una mano sul volto e si trattenne dall'urlargli che era uno stupido.
-"Non è questo il punto." Ringhiò e aprì la portiera della limousine. "Sali." Gli ordinò e per evitare che l'altro opponesse resistenza fu proprio lui stesso a spingerlo all'interno.
Federico, una volta dentro, indietreggiò quasi spaventato dalla reazione dell'altro.
-"Benjamin so di aver sbagliato a comportarmi in quel modo." Disse mentre l'altro saliva all'interno dell'autovettura. "È esagerato però comportarsi così come stai facendo tu ora."
Il moro chiuse la portiera e si assicurò che il più piccolo non potesse uscire dalla limousine.
-"Ora noi parliamo." Disse scandendo bene le parole. "E tu non ti muoverai da qui." Aggiunse e si avvicinò a lui.
-"S- sei arrabbiato?"
Benjamin, per tutta risposta, avvicinò il suo viso a quello dell'altro, che ingoiò a vuoto, e gli sfiorò le labbra con le dita.
-"Che cosa vuoi, Federico?" Gli chiese con tono suadente.
-"I- in che s- senso?" Balbettò il biondo e cercò di indietreggiare ma non poteva, l'altro lo stava bloccando con il suo stesso corpo.
-"Che cosa vuoi?" Ripeté il più grande. "Vuoi me o vuoi una vita senza di me, fiorellino?"
La bocca di Federico era improvvisamente diventata secca, il moro si era seduto sulle sue gambe e stava pericolosamente facendo avvicinare i loro visi.
-"È questo quello che vuoi, piccolino?" Continuò a chiedergli il moro e fece sfiorare le loro labbra. "Oppure no?" Aggiunse e si allontanò dalle sue labbra.
Quello per il più piccolo fu decisamente troppo, il suo cervello smise di ragionare, tutto ciò che li circondava svanì, anche le voci dei passanti proveniente dall'esterno, tutto ciò che vide furono le labbra di Benjamin e non perse tempo nel farle sue.
-"Al diavolo!" Esclamò, mise una mano dietro la nuca del più grande e, con estremo piacere del maggiore, fece incontrare le loro labbra.
Benjamin non perse tempo nel ricambiare quel bacio e ancor meno nel consentire l'accesso all'altro, lasciò che le loro lingue si incontrassero, che il più piccolo giocherellasse con i suoi capelli come era diventata sua abitudine fare.

Dopo soli pochi minuti il corpo di Federico si ritrovò schiacciato tra il sedile in pelle e il corpo del maggiore che lo sovrastava, la sua maglia e il suo jeans erano volati in qualche angolo della limousine, e a lui poco importava scoprire come, affiancati dalla giacca, cravatta e camicia del moro che continuava a baciargli il petto.
-"È questo quello che vuoi, Federico?" Continuò a chiedergli il maggiore tra un bacio all'altro.
-"Mh..." Mugolò Federico e tirò su il corpo dell'altro per poterlo guardare negli occhi. "Voglio te, Benjamin." Disse con convinzione.
Il moro sorrise e con un dito tracciò una linea invisibile sul petto nudo dell'altro.
-"Vuoi me?" Ripeté. "E come mi vuoi?" Chiese divertito e gli morse il labbro inferiore.
-"Ti voglio." Replicò il più piccolo. "In tutti i sensi."
-"Allora spogliami." Sussurrò Benjamin prima di gettarsi, nuovamente, sulle labbra del più piccolo.

Il lussuoso abitacolo era pieno dei gemiti del più piccolo, che neanche cercava di trattenersi, e dai continui sussurri del più grande, interrotti solo dallo schioccare dei loro baci.
-"B- Benjamin..." Balbettò Federico prima di lasciarsi andare all'ennesimo gemito, gli occhi chiusi e le unghie conficcate nella pelle delle spalle del minore, aumentava la presa ogni qualvolta l'altro aumentava il ritmo delle sue spinte.
Il moro continuava ritmicamente a spingersi all'interno del corpo del minore mentre baciava ogni centimetro di questo e lo venerava in ogni suo aspetto, osservava la fronte imperlata di sudore del più piccolo e non poteva fare a meno di baciarlo, le loro pelli nude in contatto lo mandavano fuori di testa.
-"Dimmi fiorellino." Disse mentre gli baciava la mandibola. "Dimmi che cosa vuoi." Aggiunse e diede l'ennesima spinta nel corpo del più piccolo.
Il minore gemette in risposta e gettò la testa all'indietro, ormai in preda al piacere.
-"D- di più..." Gemette. "B- Ben, di più..."
E Benjamin lo accontentò, perché non riusciva a dire di no al suo fiorellino, aumentò il ritmo delle sue spinte nel corpo del biondo e lasciò che questo lo graffiasse sulle pelle nuda della sua schiena.
-"Benjamin!" Urlò il più piccolo e inarcò la schiena.
-"Dimmi." Rispose il moro e gli morse il labbro inferiore più e più volte. "Dimmi che cosa vuoi."
-"Voglio te." Disse Federico tra un gemito e l'altro.
-"E io voglio te, Federico." Disse Benjamin prima di far unire le loro labbra.

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Ehi🌸
Grazie e ancora grazie per le quarantuno mila visualizzazioni, oggi questa storia compie due mesi e ci tengo a ringraziarvi anche in questa occasione, grazie infinte per tutto, vi adoro♥️
Federico non ha resistito e ha detto Benjamin di volere lui, torneranno insieme?
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Baci, Michi💕

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