Seventy two.

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Le cose tra Benjamin e Federico andavano per il meglio, entrambi avrebbero detto che non potevano andare meglio, da quando erano riusciti a riunirsi, dopo un tempo che a loro parve infinito, i due ragazzi non si erano separati neppure un secondo, eccezion fatta per la notte quando il più piccolo insisteva per tornare al suo motel pur consapevole che al suo fidanzato non faceva piacere, i due giovani si beavano l'uno della presenza dell'altro e non potevano fare a meno di ringraziare il destino per averli fatti unire ancora una volta e speravano potesse essere la volta decisiva, la volta in cui non si sarebbero mai più separati.
Dopo aver chiarito con Justin, se possibile, il rapporto tra i due ragazzi era diventato ancor più profondo e sincero, ogni parola pronunciata nei confronti dell'altro era sentita, proveniva dal profondo del cuore e speravano che l'altro potesse capire quanto amore ci fosse anche dietro a delle banalissime domande.
Benjamin amava Federico, lo amava come non credeva si potesse fare, lo amava con ogni parte di lui e voleva dedicargli tutto ciò che aveva, tutto ciò che era, allo stesso modo Federico amava Benjamin, per lui il moro era stato la sua possibilità di essere felice, la sua rivincita contro la vita, era il suo tutto.

Erano passati diversi giorni da quando i due ragazzi avevano chiarito con Justin e da quando il moro aveva sorpreso, ancora una volta, il più piccolo proponendo ai due di continuare ad essere amici, Federico e Justin erano rimasti a bocca aperta e si erano ritrovati a chiedersi se il moro avesse sbattuto la testa quando questo invitò il castano a cena a casa sua, Benjamin sosteneva che potesse essere un buon modo per conoscere Justin e anche per farsi perdonare per il comportamento scorretto avuto nei suoi confronti, il ragazzo aveva accettato e il biondo non poté fare a meno di chiedersi che cosa sarebbe andato storto; contro ogni previsione di Federico, però, la cena andò per il meglio e Benjamin e Justin scoprirono di avere in comune anche altre cose che non comprendessero Federico, come ad esempio la musica, il biondo mentre osservava il suo fidanzato parlare con il castano non riusciva a fare altro che sorridere, era orgoglioso di Benjamin.

-"Ben?" La voce, ancora assonata seppur erano quasi le undici del mattino, di Federico riecheggiò tra le stanze vuote della grande casa del moro.
La sera precedente, in seguito ad una cena, il moro lo aveva invitato ad andare a fare colazione a casa sua e Federico non aveva pensato neppure un secondo di rifiutare, gli piaceva passare del tempo con lui e voleva farlo il più possibile.
-"Benjamin?" Lo chiamò nuovamente e anche questa volta non ottenne risposta, il ragazzo era arrivato già da diversi minuti, era entrato con la sua copia delle chiavi che il maggiore gli aveva ridato, ma nessuno era andato ad accoglierlo quindi stava girovagando per la casa alla ricerca del suo fidanzato.
-"Federico, buongiorno!" Esclamò una voce alle sue spalle, proveniente dalla cucina.
Anche se non era la voce che il minore si aspettava di sentire, lo fece sorridere ugualmente e si voltò nella direzione da cui proveniva la voce.
-"Diana, buongiorno a te!" Rispose allegro il ragazzo e si precipitò ad abbracciare la donna.
-"Che piacere vederti gironzolare per la casa." Disse Diana e gli stampò due baci sulle guance.
-"Anche per me è bello essere qui."
-"E allora che aspetti per tornare a vivere qui?"
Federico alzò gli occhi al cielo, senza però smettere di sorridere.
-"Tornerò, non so quando ma tornerò." Rispose. "Diana sai dov'è Benjamin?" Le chiese.
-"Era fuori in giardino, a telefono." Disse la donna. "Raggiungilo pure, non credo gli dispiacerà, gli ho portato poco fa la colazione." Aggiunse.
Il biondo annuì, le stampò un bacio sulla guancia e raggiunse il suo ragazzo.

-"Sì, perfetto, allora ci vediamo questa sera." Disse il moro, impegnato in una conversazione telefonica, quando il più piccolo lo raggiunse in giardino.
Benjamin indossava solo un pantalone della tuta blu scuro e il biondo si prese qualche istante per poterlo guardare meglio, lo conosceva da diversi mesi ma non si stancava mai di guardarlo, era pura magia ai suoi occhi.
-"A stasera allora e grazie per avermi chiamato, ciao." Aggiunse il ragazzo e chiuse la telefonata.
-"Con chi parlavi?" Gli chiese il più piccolo, che aveva fatto ben attenzione a non fare troppo rumore per non disturbarlo, e lo fece sobbalzare.
Benjamin si voltò verso di lui e un sorriso nacque sul suo volto nel vederlo ancora assonato ma splendido come al solito, nella sua felpa azzurra lasciata aperta che mostrava la sua t-shirt nera e il suo jeans nero.
-"Buongiorno, fiorellino." Disse Benjamin e si avvicinò a lui, prese un fiore bianco da una siepe lì vicino e glielo porse. "Un fiore per un altro fiore." Aggiunse, gli stampò un bacio a stampo e gli sistemò il fiore sull'orecchio.
-"Buongiorno a te." Sussurrò il biondo e circondò il collo del maggiore con le sue braccia. "Sei ancora più bello di primo mattino."
-"Sai che potresti vedermi tutti i giorni di prima di mattina se solo volessi tornare a vivere qui?" Gli chiede il più grande e gli diede un leggero morso sulla punta del naso.
Federico alzò gli occhi al cielo e regalò l'ennesimo sorriso al suo fidanzato.
-"Con chi parlavi?" Gli chiede nuovamente. "Dove devi andare questa sera?"
-"Noi andremo ad una festa."

Da quanto il più piccolo aveva capito, in seguito alle spiegazioni del moro, la festa a cui sarebbero dovuti andare quella sera, e a cui lui non si era potuto rifiutare di partecipare, era una sorta di celebrazione che precedeva la premiazione dell'imprenditore dell'anno, premio a cui Benjamin era candidato e che sarebbe stato assegnato nei mesi estivi, e questi erano come obbligati a partecipare, potevano evitarlo solo in caso di seri problemi di salute, e lo erano anche i loro casi, nel caso di Benjamin, come Federico.
Il biondo aveva cercato di spiegare all'altro che quello non era il suo mondo, non faceva per lui stare con della gente che non faceva altro che vantarsi dei loro guadagni e successi ma il più grande non aveva voluto sentire ragioni, lo aveva trascinato in un negozio di alta sartoria e aveva comprato dei completi per entrambi, Federico aveva optato per un completo bianco mentre il suo fidanzato per uno nero, il giorno e la notte, totalmente differenti, eppure si completavano, proprio come loro.
-"Benjamin, dai, riportami a casa." Piagnucolò Federico non appena si avvicinarono al punto in cui si sarebbe svolta la festa. "Questo posto non fa per me."
-"Neanche quel motel fa per te eppure ti ostini a voler vivere lì." Rispose il moro ed entrò nel parcheggio, illuminato da una serie di luci poste ai due lati di questo. "Piuttosto che vivere con me." Aggiunse e lanciò un'occhiata al più piccolo che sospirò.
-"Benjamin questa gente non mi degnerà di attenzioni se non per ridere di me." Replicò il più piccolo. "Loro si vanteranno di tutto il tempo dei loro successi e io me ne starò in disparte a bere qualche drink che costa più di quanto costi il mio intero armadio." Continuò mentre gesticolava freneticamente con le mani.
Benjamin sorrise nel vederlo gesticolare, gli ricordava tanto un bambino, e allora gli prese le mani e stampò un bacio sui dorsi di entrambi le mani.
-"Loro si vanteranno dei loro successi e tu starai con me, mentre mi vanto di te." Disse. "Di te che sei il mio più grande successo." Aggiunse e gli stampò un bacio a stampo.
-"Benjamin, per loro non sono nulla più che il tuo segretario."
-"Per ora, piccolino." Sussurrò il maggiore sorridente. "Per ora."
-"Che cosa intendi dire?" Chiese Federico e aggrottò la fronte.
-"Vieni, amore, la nostra serata sta per iniziare."

Benjamin aveva dovuto praticamente trascinare il suo fidanzato per poter raggiungere la grande sala, dai tanti vetri che la componevano si potevano vedere i flash dei tanti fotografi presenti alla festa, Federico riuscì a scorgere ognuno degli invitati, gente che aveva sempre visto sulle riviste o in televisione, che ridevano mentre sorseggiavano pregiati vini di cui lui non aveva neppure il permesso di conoscere il nome, stringevano sotto al braccio le loro mogli agghindate di tutto punto e lui non poteva fare a meno di sentirsi in imbarazzo, che cosa ci faceva lui lì?
Non era un imprenditore e tantomeno uno di quelle mogli agghindate che bramavano di finire in prima pagina e cose simili, lui non era come gli altri presenti.
Quello non era il suo posto.
Federico aprì la bocca per esprimere, ancora una volta, la sua voglia di abbandonare quel posto ma il moro lo zittì.
-"Federico tu meriti di stare qui, non mi importa di che cosa gli altri diranno.
Non tornerai a casa perché il tuo posto è al mio fianco." Disse mentre lo guardava negli occhi. "Questa sera starai con me, questa sera come tutte le altre sere che arriveranno.
Tu stai con me." Aggiunse e gli strinse la mano.
Il più piccolo sospirò e annuì.
-"Lo faccio solo per te." Disse e si sporse in avanti per stampargli un bacio sulle labbra.

L'interno della sala dove si sarebbe svolta la festa era molto più lussuosa di quel che il più piccolo pensava, i grossi lampadari di cristallo pendevano dal soffitto candido, i tavoli erano ben imbanditi di prelibatezze di ogni genere che davano un tocco di colore alla stanza, un grosso tappeto rosso era sistemato all'ingresso, una miriade di camerieri si muovevano agilmente tra i tanti invitati e porgevano loro champagne e tartine al caviale, quello era fin troppo per Federico che sentiva la testa girargli vorticosamente.
-"Andrà tutto bene." Gli sussurrò il maggiore poco prima che un anziano uomo, dai grandi occhi neri e pelato si avvicinasse loro.
-"Il favorito al premio dell'imprenditore dell'anno, che piacere averti qui!" Esclamò l'uomo mentre a braccia aperte si dirigeva verso di loro. "Benjamin, che bello che tu sia qui." Aggiunse e gli diede una pacca sulla spalla, tanto forte da rischiare di far cadere il giovane.
-"Malcom, il piacere è tutto mio." Rispose il moro e si sforzò di sorridere, il minore non conosceva l'uomo ma sospettava che non fosse tra le simpatie del suo fidanzato.
L'uomo aprì la bocca per rispondere ma la sua attenzione venne richiamata dal biondo che sobbalzò, sorpreso di attirare l'attenzione di qualcuno.
-"Perché hai portato il tuo assistente?" Chiese al maggiore. "Credevo portassi Vanessa, quella bella donna che ho visto qualche volta in tua presenza." Aggiunse.
-"Vanessa non c'è perché lei per me non è niente." Rispose il più grande e fece spallucce.
-"E allora questo bel giovanotto qui per te che cos'è?" Chiese Malcom. "Non fraintendermi, ragazzo, non ho nulla contro di te, è solo curiosità."
-"E io soddisferò la tua curiosità, mio caro." Disse Benjamin, sorridente, e strinse la mano del minore che si sentì mancare. "Federico è il mio fidanzato." Aggiunse e stampò un bacio sulle labbra di Federico.

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