Thirty six.

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-"Attento Benjamin." Disse Federico. "La gente potrebbe pensare male anche se ti vede con lei e tu non vuoi pettegolezzi su di te, giusto?"
Benjamin lanciò un'occhiata confusa al più piccolo e corrugò la fronte, si aspettava che l'altro continuasse a parlare, che lo insultasse se ne sentiva la necessità, ma il biondo si limitò ad abbassare lo sguardo e a concentrarsi nuovamente sulla sua colazione.
-"Ci vediamo dopo in ufficio?" Gli chiese il moro e strinse la sua valigetta marrone scuro, il minore però sembrava non averlo neppure sentito e se lo aveva fatto era davvero bravo ad ignorarlo. "Ciao Federico." Sospirò il ragazzo e si fece spazio tra i tavoli per uscire da quel bar.
L'aria fresca di New York lo investì in pieno viso, i suoi capelli, perfettamente pettinati all'indietro, si smossero leggermente e lui si strinse nella sua giacca lunga nera, del medesimo colore della sua camicia, prima di allontanarsi da quel posto lanciò un'ultima occhiata all'interno del bar e sospirò alla vista di Federico, una parte di lui rimase delusa nel notare che il minore non lo stava cercando con lo sguardo come invece stava facendo lui ma non poteva fargliene una colpa, si era comportato male con Federico, gli aveva vietato di toccargli anche solo una mano, solo perché non voleva dirgli come stavano realmente le cose, perché voleva proteggerlo dalla realtà, e sapeva bene a che cosa il ragazzo si riferisse con la sua ultima frase, era lui che avrebbe potuto pensare dei suoi incontri con Vanessa, non altre persone, solo Federico avrebbe potuto pensare male.

Il più grande si trascinava a fatica lungo quelle strade di New York che aveva consumato con i suoi stessi passi solo pochi anni prima, quando un ragazzino che ancora credeva nei suoi sogni si aggirava tra quelle strade e sperava di poterli realizzare, sperava che il mondo potesse essere un posto migliore ma solo dopo pochi mesi aveva visto tutto quello che poteva essere il suo futuro andare via da lui, abbandonarlo ancora prima di averlo raggiunto, tra quelle strade Benjamin rivedeva tutto ciò che era stata la sua vita e si domandava se sarebbe tornato a sorridere passeggiando in quella città tanto bella e tanto malvagia.
L'ennesimo sospirò lasciò la bocca schiusa del ragazzo e, distrattamente, si passò una mano tra i capelli maledicendosi mentalmente subito dopo per aver rovinato la sua pettinatura.
-"Buongiorno splendore!"
Una voce suadente superò il caos di quella città e giunse alle orecchie del maggiore, normalmente Benjamin avrebbe sorriso nel sentirla, o comunque avrebbe provato qualche bella emozione, ma quel giorno il sentire quella voce gli provocò solo un senso di noia.
-"Ciao Vanessa." Rispose annoiato Benjamin è la raggiunse. "Che cosa vuoi?" Chiese.
-"Non mi ricordavo fossi tanto simpatico di prima mattina." Ironizzò la ragazza e con una mano si gettò all'indietro i capelli.
-"Non ho tempo da perdere." Sbuffò il moro e mise le mani nelle tasche del suo pantalone. "O mi dici quello che vuoi o me ne vado." Aggiunse con tono serio.
Vanessa alzò gli occhi truccati di nero al cielo.
-"Dobbiamo parlare." Disse. "Non qui però, andiamo nel tuo ufficio."

Benjamin decise di non controbattere, fece come Vanessa gli aveva chiesto e, affiancato dalla ragazza, raggiunse il suo ufficio, in azienda nessuno sembrò essere particolarmente sorpreso nel vederlo entrare affiancato da Vanessa, anzi, sembravano più che altro sorpresi nel non vedere Federico lì con loro, da quando aveva iniziato a lavorare in azienda non c'era stato un solo giorno in cui non erano arrivati insieme, il maggiore fece fatica ad evitare i commenti sull'assenza del più piccolo e cercò di non pensare a ciò che era successo tra di loro poco prima.
Il tempo passato in ascensore fu particolarmente silenzioso e imbarazzante per Benjamin e Vanessa, i due restarono uno di fronte all'altro, lo sguardo perso nel vuoto e, da parte del moro, nessuna intenzione di aprire una conversazione civile con l'altra.
-"Allora di che cosa vuoi parlarmi?" Chiese Benjamin, una volta entrato in ufficio, e gettò la valigetta sulla scrivania.
Vanessa, che non aveva alcuna intenzione di troncare quella conversazione tanto presto, si prese il suo tempo per accomodarsi su una delle sedie, poste davanti alla scrivania, e ad accavallare le gambe, così facendo, il suo vestito rosso si alzò.
-"Perché hai così tanta fretta, tesorino?" Rispose la ragazza e abbassò lo sguardo sulla sua mano fresca di manicure. "Abbiamo tutto il tempo di questo mondo."
-"Anche se lo avessi non vorrei sprecarlo con te." Replicò il moro e si sedette alla sua solita postazione. "O mi dici che cosa vuoi o sai dov'è la porta."
Vanessa sospirò e scosse la testa, facendo smuovere i suoi capelli ondulati.
-"Vedo che sei di cattivo umore." Disse. "Voglio parlare di noi, Benjamin." Aggiunse e si sporse in avanti verso la scrivania.
-"Di noi?" Ripeté incredulo il più grande. "Non c'è un noi quindi non vedo di che cosa dobbiamo parlare." Continuò e appoggiò la schiena contro lo schienale della sua sedia girevole.
-"Benjamin perché hai deciso di mettere fine a ciò che c'era tra di noi?" Chiese la giovane. "Avevamo un rapporto splendido, eravamo felici.
Perché dobbiamo rinunciare a tutto questo?" Aggiunse e sul suo volto si dipinse una maschera di dolore ma il maggiore sapeva che non stava davvero soffrendo.
-"Era solo sesso, Vanessa." Replicò duramente Benjamin e assottigliò gli occhi. "Non c'era alcun rapporto splendido, non ero felice, niente di ciò che dici era realtà.
Io ti chiamavo quando ne avevo voglia e tu ci stavi per poter lavorare di meno, questa è la realtà." Disse.
Le labbra della ragazza si piegarono in una smorfia di disgusto e inarcò un sopracciglio ben curato.
-"E perché hai voluto mettere fine a questo?" Chiese con tono indispettito. "Non hai più voglia di divertirti?"
-"Non con te." Rispose il moro. "E ora vattene, non abbiamo altro di cui parlare."
Vanessa però non gli diede ascolto, anzi, si alzò dalla sua sedia e con passo lento, e ben studiato in ogni minimo dettaglio, si avvicinò al ragazzo e si poggiò sulla scrivania.
-"È perché sono più grande di te?" Chiese e si spostò i capelli per poter mostrare l'ampia scollatura del suo vestito. "Non ti piaccio più?" Aggiunse.
-"Vanessa..." Sospirò il più grande e si mise una mano sul viso.
La giovane gli scostò la mano dal viso e si accomodò sulle sua gambe, portando la mano del giovane su questo.
-"Dimmelo, non ti piaccio più?" Ripeté. "O è per Federico?" Aggiunse.
Benjamin drizzò sulla sedia al sol sentire il nome dell'altro ragazzo.
-"Che cosa?"
-"Hai sentito bene."
-"Federico è solo un mio collega e amico, non vedo che cosa c'entri lui in questo discorso." Mentì Benjamin e allontanò la mano dalle gambe della ragazza.
Vanessa sorrise divertita e toccò le labbra del maggiore con le sue lunghe unghie laccate di rosso.
-"Se lui non ha alcuna importanza per te e non è per lui che hai interrotto la nostra storia." Iniziò a parlare. "Baciami, Benjamin."
Il volto del moro perse ogni colore, il ragazzo aprì più volte la bocca per replicare ma le parole gli morirono in gola.
-"C- che c- cosa?"
-"Se non è per Federico che fai questo, baciami." Disse la giovane. "Baciami, Benjamin, fallo."
E Benjamin lo vede, in un tempo talmente breve per rendersene conto, il ragazzo portò una mano dietro la nuca di Vanessa e l'avvicinò a lui per baciarla, la ragazza sorrise soddisfatta contro le sue labbra e ben presto quel bacio perse ogni pudore, le loro mani vagavano sui loro rispettivi corpi mentre le loro lingue si cercavano senza fine.
-"Vedo che sei impegnato, Benjamin." Una voce, la voce di chi a stento si tratteneva dal piangere, interruppe il loro bacio e fece sgranare gli occhi al moro, mentre Vanessa continuava a sorridere soddisfatta. "Torno più tardi, buon divertimento." Aggiunse Federico e scappò via da quella stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora