Eighty eight.

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La notizia che Ashton gli aveva dato aveva fatto nascere una nuova, piccola, speranza dentro il moro ma l'uomo si era premurato di avvisarlo di non riporre troppe speranze in quella situazione, Federico non era peggiorato ma neppure migliorato e tutto poteva cambiare da un momento all'altro.
Sotto consiglio del dottore, Benjamin, aveva deciso di non dire nulla al suo fidanzato e di evitare di dare false speranze anche a lui, preferiva che continuasse a vivere come meglio credeva, si era limitato a dirgli che era dovuto al troppo sole e che si sarebbe ripreso in pochi giorni, giorni in cui lui, ovviamente, gli sarebbe rimasto accanto e non lo avrebbe abbandonato neppure per un momento.
Federico, ancora debole per via della febbre, era felice di poter avere al suo fianco nei suoi ultimi mesi una persona come Benjamin, una persona che lo amava a prescindere da tutto, che era disposto a lottare anche solo per passare un momento in più con lui, una persona che gli dava tutto ciò che aveva senza chiedergli nulla in cambio.
Era felice di avere Benjamin al suo fianco.
Il suo Benjamin.

Erano passate quasi quattro settimane da quando Federico si era ammalato, la febbre lo aveva costretto a letto per vari giorni, incapace di compiere anche il movimento più banale, e solo grazie alla presenza del moro il ragazzo era riuscito a non impazzire completamente, il suo fidanzato, Benjamin, infatti gli aveva promesso che non appena sarebbe stato meglio lo avrebbe portato in vacanza nel posto che preferiva ma il biondo aveva deciso di lasciar scegliere a lui, che gli piaceva quando lo sorprendeva e Benjamin lo fece, lo accontentò ancora una volta.
Ancora una volta rese felice Federico.

-"Amore mi dici dove hai prenotato la vacanza? Gli chiese Federico mentre se ne stava seduto sul tavolo della cucina, cambiato recentemente con un tavolo in marmo grigio nuovo, con le gambe a penzoloni e guardava il suo fidanzato intento a rovistare nel frigorifero.
Il moro alzò gli occhi al cielo e sospirò.
-"Non mi hai chiesto di farti una sorpresa?" Chiese e prese del prosciutto cotto dal frigorifero.
-"Sì ma te l'ho chiesto quattro settimane fa." Sbuffò il più piccolo e incrociò le braccia al petto.
-"E lo scoprirai presto, molto presto." Replicò Benjamin e chiuse il frigorifero con un calcio, avendo le mani occupate. "Vuoi un panino?" Chiese e poggiò tutto ciò che aveva preso sul ripiano della cucina.
-"Non ci tengo a morire prima del tempo." Disse il biondo e fece una faccia disgustata alla vista di così tanta roba e al pensiero di ciò che il suo fidanzato avrebbe preparato. "È da giorni che continui a ripetermi che lo scoprirò presto ma presto quando?" Chiese esasperato è curioso come non lo era mai stato in vita sua.
Benjamin riusciva a travolgerlo, nel bene e nel male, come nessuno mai prima di quel momento ci era riuscito, in ogni cosa che faceva ci metteva il cuore e riusciva a trasmettere a tutti gli altri tutta la sua passione e Federico lo amava per quello, lo amava per il suo essere così pieno di vita e di amore, lo amava.
-"I miei panini non sono velenosi." Borbottò il più grande ignorando la seconda parte della frase detta dal suo fidanzato, mentre distrattamente spalmava della senape su un panino.
-"Non far finta di non avermi ascoltato." Lo riprese Federico e incrociò le braccia al petto.
Il moro ghignò divertito e prese del salame.
-"Sei proprio sicuro di non voler un panino?" Gli chiese nuovamente, facendo sbuffare il minore che alzò gli occhi al cielo.
-"Non mi piace quando mi ignori."
-"Io non ti sto ignorando, piccolino, non potrei mai farlo." Rispose il maggiore e lo raggiunse. "Mi preoccupo soltanto che tu mangi a sufficienza, sei dimagrito molto e questo non mi va bene." Aggiunse e gli scostò i capelli decisamente più lunghi e ribelli dal viso, lasciando liberi i suoi occhi azzurri.
Il più piccolo annuì distrattamente e abbassò lo sguardo sulle sue mani unite in grembo, sulla sua maglia grigio chiara.
-"Mi dispiace, Ben." Sussurrò.
-"Ti dispiace per cosa, amore?"
-"Per essere dimagrito, per stare continuamente male e di far star male anche te." Disse il minore senza mai alzare lo sguardo per guardare il ragazzo davanti a lui. "Non volevo rovinarti le vacanze, l'anno e anche tutta la vita.
Volevo renderti felice ma, dovresti saperlo, non riesco mai a fare ciò che desidero.
Mi dispiace per darti continue preoccupazioni, quando invece io dovrei essere colui che riesce a renderti felice e a darti tranquillità." Continuò mentre gesticolava freneticamente con le mani e le lacrime minacciavano di scendere copiose sul suo viso. "Sono un disastro, lo ammetto, è tutto ciò che tocco lo diventa.
I- io non volevo rovinarti ma... ma ti amo e non riesco a lasciarti andare, forse sono egoista ma ti voglio al mio fianco anche se so che tu soffri.
Mi dispiace, Ben, mi dispiace per tutto..." Concluse e una lacrima gli rigò il viso pallido.
Benjamin sentì qualcosa stringergli il cuore quando quella lacrima rigò il viso del suo fidanzato, non voleva che questo stesse male e ancor meno a causa sua; il ragazzo gli mise due dita sotto al mento, gli alzò il capo e gli asciugò gli occhi, prima di sorridergli timidamente.
-"Non piangere amore mio, ti prego di non farlo mai più..." Sussurrò e gli prese la mano per intrecciarla alla sua. "Tu non devi scusarti, non hai colpe di niente, nessuno ha colpe in questa situazione se non il destino che ha deciso di essere tanto cattivo e ingiusto con noi.
Tu non mi hai rovinato nulla, assolutamente nulla, anzi ti dirò di più, tu mi hai dato qualcosa che mai nessuno mi ha dato e che mai mi darà, a te sembra di avermi rovinato la vita ma in realtà me l'hai migliorata, tu mi hai insegnato ad amare e se sono la persona di adesso è solo grazie a te e al tuo amore, tu mi rendi felice, tu mi hai mostrato che cosa è davvero la felicità.
Tu mi hai mostrato chi sono davvero io." Continuò mentre l'altro si tratteneva a stento dal singhiozzare. "E non sei egoista, non lo sei per niente, e se resto accanto a te è perché lo voglio, perché voglio vivere con te quello che ci resta, che sia un anno, un mese o anche solo pochi minuti.
Io resto accanto a te perché ti amo, perché voglio stare con te e ti prego non dire mai più queste sciocchezze.
Io ho bisogno di te tanto quanto tu hai bisogno di me, se non di più." Concluse.
Il biondo si strofinò gli occhi con le mani e abbozzò un sorriso.
-"Ti amo." Sussurrò.
-"Ti amo." Ripeté il più grande e si avvicinò a lui. "E comunque domani partiamo, fossi in te porterei tutti i miei costumi più belli." Aggiunse. "Anzi meglio di no, dopo ti guardano tutti.
Nononono." Sì corresse.
Nel sentire quelle parole Federico si lasciò ad andare ad un vero e proprio grido di gioia, prima di circondare il collo del suo ragazzo e stringerlo a lui.
-"Andiamo al mare?!" Chiese euforico.
Il moro sorrise e gli accarezzò i capelli.
-"Sì, amore, andiamo al mare." Disse. "Solo io e te."
Raggiante come poche volte lo era stato, il più piccolo, prese il viso del maggiore tra le mani e fece unire le loro labbra.

Dopo soli pochi minuti la situazione sembrava pronta a degenerare da un momento all'altro, Benjamin si era sistemato tra le gambe aperte di Federico e continuava a spingersi il più vicino possibile al corpo del minore, le loro labbra continuavano a cercarsi mentre le mani di Benjamin vagavano sotto la maglia leggera del biondo, invece quella del moro era stata tolta è gettata sul tavolo in marmo.
-"Benjamin." Una voce, quella di Diana, risuonò nelle orecchie dei due ragazzi che sobbalzarono affannati. "Questa sarà anche casa tua, se però non scendete immediatamente da quel tavolo e ve ne andate in camera vostra, o ovunque vi pare fuori da qui, ti giuro che vi tiro un secchio d'acqua gelata addosso."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora