Da quando il più piccolo era entrato nella sua vita, Benjamin, aveva imparato quale fosse il lato più bello della vita, aveva smesso di vedere tutto ciò che lo circondava per il suo lato più brutto, pian piano iniziava a vedere quanta bellezza ci fosse anche nelle cose più semplici, quelle che una volta definiva banali, Federico era riuscito davvero a farlo cambiare, forse anche senza volerlo, la sua felicità lo stava contagiando, il suo modo di essere tanto semplice aveva trovato il modo di incastrarsi perfettamente al suo essere così preciso ed esigente, Federico aveva trovato il modo per diventare una parte della sua vita e, giorno dopo giorno, la parte che il giovane occupava diventava sempre più importante per lui, la cosa più bella che aveva.
Ogni momento passato nella loro reciproca compagnia, per Benjamin e Federico, era un momento che andava custodito con cura, difeso da chiunque volesse in seguito intaccarne il ricordo, i due ragazzi sapevano che ogni momento passato insieme era una nuova possibilità per accrescere quel sentimento tanto bello che li stava rendendo felici come non mai, per poter portare quel loro rapporto ad un nuovo livello che vedeva loro due felici insieme, in una casa tutta loro e un roseo futuro ad attenderli.Una nuova settimana era giunta al termine, l'ennesima domenica dell'anno era arrivata, di primo mattino le strade profumavano di pane appena sfornato e di dolci profumi delle pasticcerie più rinomate della grande mela, gli anziani si deliziavano alla vista della città in tutta la sua bellezza, osservavano ogni minimo dettaglio ed erano orgogliosi di conoscere la storia di quei dettagli.
Benjamin continuava a sorridere raggiante mentre si spostava agilmente tra la leggera folla che riempiva le strade di New York, le mani nelle tasche della sua giacca, di tessuto leggero, nera e la testa tra le nuvole, pensava che da lì a poco avrebbe rivisto il suo Federico e allora tutto, per lui, avrebbe ripreso ad avere senso, il più piccolo, infatti, lo stava aspettando all'ingresso del cinema, unico posto che non creava problemi d'orientamento al minore ancora estraneo a quelle strade, pronto a passare una nuova mattinata in sua compagnia.-"Benjamin!" Esclamò allegro Federico, non appena i suoi occhi trovarono il moro stretto nel suo jeans strappato, e alzò un braccio affinché l'altro lo notasse.
Il moro si guardò per qualche momento intorno prima di scorgere, tra la folla, il minore e sorridere ampiamente, a grandi passi si fece spazio tra la gente e raggiunse il più piccolo che non faceva altro che sorridergli.
-"Fiorellino." Disse e inclinò la testa da un lato. "Buongiorno." Aggiunse e si passò una mano tra i folti capelli disordinati.
-"Ora che ti vedo è davvero un buongiorno." Replicò il più piccolo e, dopo essersi guardato attentamente intorno, stampò un piccolo bacio sulla guancia dell'altro. "Mi sei mancato tanto ieri." Aggiunse e sorrise debolmente.
I due ragazzi, infatti, il giorno precedente non erano riusciti a vedersi, per via degli impegni lavorativi del maggiore che era stato fuori città per tutto il giorno.
-"Oh, al diavolo." Blaterò Benjamin e prese per il braccio minore, stando ben attento che nessuno prestasse loro troppa attenzione, per trascinarlo in una stradina desolata poca distante.
-"Ben." Lo chiamò il biondo e aggrottò la fronte. "Che stai facendo?" Chiese e lasciò che questo lo guidasse dove più gli piaceva.
Il più grande, senza aprire bocca, spinse il corpo del minore al muro, stando però attento a non fargli del male, e lo bloccò con il suo stesso corpo.
-"Anche tu mi sei mancato, Fè." Disse e gli sfiorò la guancia con la mano. "E non ho alcuna intenzione di accontentarmi di un bacio sulla guancia." Aggiunse e prima che l'altro potesse rispondere, fece incontrare le loro labbra in un nuovo bacio che tolse il respiro ad entrambi.Dopo la piccola sosta avuta in quella stradina, Benjamin e Federico, avevano continuato con la loro mattinata insieme, i due ragazzi avevano camminato in lungo e in largo nella grande e bella New York, il moro aveva mostrato all'altro alcuni dei suoi posti preferiti e aveva scoperto fossero ancora più belli se vissuti in compagnia di Federico, in compagnia di Federico e del suo modo speciale di vedere il mondo, di trovare del bianco anche in una distesa di nero, il più grande non era riuscito a fare altro che amare ogni singola espressione comparsa sul volto di Federico mentre lui gli mostrava ogni posto e quando gli parlava di questi, aveva sorriso per tutto il tempo perché sapeva che Federico era felice e, di conseguenza, lo era anche lui.
-"Che cosa ti va di fare ora?" Chiese Benjamin mentre uscivano da un negozio di antiquariato, uno dei preferiti del maggiore.
-"Mh..." Mugolò il biondo e pensò qualche istante alla risposta. "In realtà mi andrebbe un gelato!" Esclamò e si strinse al braccio del maggiore.
-"Un gelato?" Ripeté incredulo il più grande e aggrottò la fronte. "È marzo, non credo sia il periodo più adatto per un gelato." Aggiunse.
-"Beh, che importa il mese o la stagione?" Chiese retorico Federico e fece spallucce. "Ho voglia di un gelato, nulla di più." Aggiunse.
Il moro sospirò e scosse la testa più volte.
-"Sei testardo, davvero testardo." Disse. "Come ti ho già detto, però, non riesco a dirti di no." Aggiunse e sospirò sconfitto.
Un radioso sorriso si stampò sul volto del più piccolo e strinse più forte il braccio di Benjamin.
-"Quindi andiamo a prendere un gelato?" Chiese conferma con tono allegro.
-"Andiamo a prendere un gelato."-"Pistacchio e fior di latte?" Commentò Federico mentre osservava il gelato dell'altro e inarcò un sopracciglio. "Sei serio?" Aggiunse quasi inorridito.
-"Che cosa hanno di male questi due gusti?" Replicò il moro. "Sono molto più buoni di quel che pensi." Continuò e leccò il suo gelato prima che questo iniziasse a gocciolare.
-"Questi due gusti insieme sono da denuncia!" Esclamò il più piccolo e spalancò le braccia, rischiando di far cadere il suo gelato al cioccolato e fragola. "Da te che hai gusti così tanto raffinati mi aspettavo di meglio." Aggiunse.
Benjamin mugolò e si avvicinò a lui.
-"Quando ti ho dimostrato di avere gusti raffinati?" Chiese e non poté evitare di sorridere divertito.
Il biondo si sistemò il suo gilet di jeans e assunse una finta aria superiore.
-"Scegliendo me, ad esempio." Replicò.
Il più grande scoppiò in una fragorosa risata e sporcò di gelato il naso e le labbra dell'altro.
-"Scegliendo te, eh?" Ripeté e baciò la punta del naso del minore. "Sappi che lo rifarei altre mille volte, anche ora che sai di pistacchio e fior di latte." Aggiunse e catturò le labbra sporche di gelato di Federico.
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...