Forty one.

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-"Io e Federico stiamo insieme, lui non è solo mio amico o il mio assistente, lui è il mio fidanzato e non vogliamo più nasconderlo."
Queste parole continuavano a ripetersi come un mantra nella testa del più piccolo, mentre questo non poteva fare a meno di sorridere come un bambino a cui era stato appena fatto il più bel regalo che potesse desiderare e, in un certo senso, era realtà, il suo più bel regalo era Benjamin e lo aveva appena reso l'uomo più felice della terra, il suo uomo.
Il più piccolo non avrebbe mai creduto che l'altro potesse fare una cosa del genere, per di più del tutto alla sprovvista così com'era accaduto, che dicesse davanti a tutti i suoi dipendenti, coloro che dovevano rispettarlo pur vedendo in lui il riflesso di suo padre, che loro due erano fidanzati e, anche, che da quel momento in poi avrebbero gestito l'azienda insieme, lo aveva invitato a far parte della sua vita e lo aveva fatto senza chiedergli di nascondersi ancora.
Da quel momento potevano essere felice alla luce del sole, solo loro, dimenticavano però che il sole, prima o poi, tramonta e arriva il buio.

Dopo la dichiarazione, al più piccolo piaceva definirla come tale, di Benjamin, i due ragazzi si erano diretti nell'ufficio che condividevano e non erano usciti da quel luogo per tutto il pomeriggio, sapevano che questo avrebbe provocato non pochi pettegolezzi tra i dipendenti, che di sicuro avevano già abbastanza su cui discutere dopo la rivelazione dei due ragazzi, ma a loro poco importavano, sapevano dividere la vita privata e quella professionale e in quelle ore i due non avevano fatto altro che lavorare, avevano avuto ben poco tempo anche solo per scambiarsi un semplice bacio, anche perché sapevano che dopo aver confessato di essere fidanzati gli occhi sarebbero stati puntati su di loro ancor di più e tutti, da quel momento in poi, si sarebbero aspettati molto di più da loro e, i due ragazzi, non avevano alcuna intenzione di deluderli, per Benjamin il lavoro era molto importante e Federico lo sapeva, lo sapeva bene, e voleva fare di tutto per aiutarlo anche in quel campo.

-"Benjamin sei proprio sicuro di ciò che stiamo facendo?" Chiese preoccupato Federico e si voltò verso il suo fidanzato.
I due giovani si trovavano nella macchina del maggiore, la strada era poco trafficata nel buio della sera, le grandi insegne fluorescenti illuminavano la strada dei due ragazzi che si stavano recando a casa del più grande, per la prima volta insieme.
Il moro si voltò verso il minore e gli regalò un raggiante sorriso che riuscì a confortarlo.
-"Federico oggi ho detto a tutti in azienda che stiamo insieme." Disse. "Perché non dovrei essere sicuro di portarti a casa mia?" Chiese.
-"Beh, perché, appunto, è casa tua." Rispose il più piccolo. "È il tuo mondo, tutto ciò che hai di più privato, è un grosso passo in avanti.
È come farmi entrare del tutto nella tua vita." Concluse.
Benjamin spostò una mano dal volante e la mise su quella del minore, sulla sua gamba.
-"Fiorellino, io voglio che tu entri del tutto nella mia vita." Disse con tono sicuro. "Voglio condividere tutto con te e per farlo devo mostrarti tutto della mia vita e anche della mia casa." 
-"Quindi vuoi farlo?"
-"Federico, con te io farei tutto."

Circa dieci minuti dopo Benjamin e Federico arrivarono alla casa del primo e il minore non poté evitare di emettere un verso di sorpresa nel notare quanto questa fosse grande; la casa di Benjamin, vista dall'esterno, vantava un viale d'ingresso che secondo Federico sarebbe potuto diventare una vera e propria strada, un giardino curato nei minimi dettagli, dove erano piantati diversi tipi di fiori ma ad attirare l'attenzione del biondo fu il cespuglio di rose, tanto grande quanto uno dei più lussuosi appartamenti dell'Upper East Side, l'esterno della casa era color bianco sporco, alcuni rampicanti di rosse decoravano la facciata, grandi finestre lasciavano intendere quanti piani possedesse la casa, un balcone, che il minore definiva adorabile, si estendeva oltre una finestra dai vetri decorati ad arte e Federico non poté evitare di pensare a quanto sarebbe stato bello guardare il tramonto lì, tra le braccia del minore.
-"Questa casa avrà come minimo venti stanze da letto!" Esclamò Federico mentre camminava sul sentiero di ciottoli.
-"Sedici amore." Lo corresse il moro e gli circondò le spalle con un braccio. "E sarò felice di mostrartele tutte." Aggiunse e gli stampò un bacio sulla fronte.
-"Questa casa sembra immensa, ci vorranno delle ore per girarla tutta!" Replicò il più piccolo e poggiò la testa sul petto dell'altro.
-"Direi, senza ombra di dubbio, che la piscina è la parte migliore." Rispose Benjamin e gli fece l'occhiolino. "Abbiamo tutto il tempo del mondo però."
-"Hai una piscina?!" Esclamò incredulo il biondo e rimase a bocca aperta.
-"In realtà ne ho tre, una all'esterno, una al coperto e una sul tetto." Gli spiegò il più grande. "Ora però entriamo, credo che la cena sia pronta."

Federico aveva fatto la conoscenza di Diana, la cuoca del suo fidanzato, ed era rimasto piacevolmente colpito dal calore che questa gli aveva dimostrato dicendogli che era davvero felice di conoscere la persona che stava rendendo felice Benjamin, da quanto ne aveva capito i due avevano davvero un bel rapporto e sapere di essere benvoluto lo faceva sentire più calmo.
L'interno della casa del moro era ancora più bello di quanto il biondo pensasse, i due si trovavano nel gigantesco salotto, dove un televisore al plasma occupava quasi una parete intera, c'era una piccola scala nel bel mezzo della stanza e lo spazio sottostante era occupato da un grande divano beige, una vetrina contenente decine di premi scintillava alla luce del lampadario di cristallo, un tavolo era posto accanto alla portafinestra che dava accesso al giardino e delle sedie nere lo circondavano, la grande scala bianca girava su se stessa più volte prima di poter raggiungere il piano superiore, Federico era incantato dalla bellezza di quel posto, proprio come lo era dal suo fidanzato.
-"Federico?" Lo chiamò Benjamin mentre si buttava a peso morto sul grande divano pieno di cuscini.
-"Dimmi." Disse il biondo e lo raggiunse.
Il più grande lo attirò a lui e gli fece poggiare la testa sul suo petto.
-"Ti sei arrabbiato perché ho detto a tutti della nostra relazione?" Chiese e iniziò ad accarezzargli i capelli.
Federico alzò lo sguardo verso di lui e corrugò la fronte.
-"Perché mai dovrei?"
-"Perché l'ho fatto senza chiederti il permesso."
-"Benjamin, anch'io volevo che tutti sapessero di noi." Disse Federico e alzò il viso per guardarlo meglio. "Non importa che sia stato così o una cosa preparata, ora sanno di noi e possiamo essere felici, questo è l'importante.
Non sono arrabbiato con te, sono felice."
Il moro si morse il labbro inferiore, per reprimere uno dei soliti sorrisi che gli nascevano sul volto quando era in compagnia del minore, e si sporse in avanti per dargli un bacio a stampo.
-"Anch'io sono felice." Disse e fece sfiorare le punte dei loro nasi. "Allora, ti piace questa casa?" Chiese per cambiare argomento e lo strinse a lui.
-"È bellissima." Rispose il più piccolo. "E sono davvero felice di essere qui."
-"E secondo me dovresti restarci."
-"Che cosa?"
-"Federico, se vuoi, potresti vivere qui con me." Disse Benjamin mentre lo guardava dritto negli occhi, serio come mai prima di quel momento.
Federico aprì la bocca più volte, alla ricerca di qualcosa da dire, qualcosa che fosse all'altezza della proposta dell'altro, Benjamin gli aveva appena chiesto di vivere insieme e lui se ne stava zitto ad aprire la bocca.
-"T- tu vuoi che io viva con te?"
-"Sì, Federico, lo voglio."

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora