Benjamin quella notte aveva rischiato di perdere suo marito, il suo unico amore, l'unico in grado di donargli tutto ciò di cui aveva bisogno per essere felice e sentirsi vivo, aveva rischiato di perdere tutto ciò che aveva e aveva rischiato di perderlo proprio tra le sue stesse braccia.
Quella notte Benjamin aveva rischiato di perdere Federico, il suo Federico.
Il moro lo aveva visto perdere una quantità di sangue più grande di quanto credeva fosse possibile perdere e restare in vita, lo aveva sentito ripetere che nulla sarebbe andato bene perché era quello il suo destino, che era solo questione di tempo e che se non sarebbe stata quella notte sarebbe potuto essere la prossima o dopo una settimana, lo aveva ascoltato mentre lo scongiurava di ricordarsi che lo amava e di ricordarsi di lui quando non ci sarebbe più stato, il moro lo aveva visto quando gli aveva fatto un ultimo debole sorriso prima di respirare profondamente e chiudere gli occhi, lo aveva visto come giaceva immobile sul suo corpo nonostante lui continuasse a gridare il suo nome e a scuoterlo, Benjamin, però, aveva anche sentito il suo cuore spezzarsi quando si era reso conto di non avergli detto che anche lui lo amava, per non avergli sorriso un'ultima volta e in quel momento le lacrime iniziarono a scendere copiose sul suo volto, non aveva fatto nulla per trattenerlo, l'aveva guardato mentre lo lasciava, infine, lo aveva stretto forte quando si era reso conto che Federico, il suo piccolo fiore, respirava ancora, aveva gridato il nome del ragazzo e lo aveva stretto a lui a tal punto da non riuscire più a distinguere dove iniziasse uno e dove iniziasse l'altro, in quel momento il più grande aveva capito di dovergli dimostrare secondo dopo secondo quanto lo amasse e non dare per scontato neppure un momento passato insieme, sarebbe potuto essere l'ultimo e lui si sarebbe ritrovato, ancora una volta, in lacrime mentre lo implorava di non abbandonarlo.Ottobre era ormai alle porte, l'afoso caldo estivo era diventato un lontano ricordo che faceva spuntare il sorriso sul volto di molti, al pensiero delle giornate felici che avevano trascorso e quando il tempo sembrava essersi fermato in un ricordo felice.
A New York per tutti era stata dura ritornare a lavoro dopo le rilassanti vacanze estive, che le avessero trascorse in città o all'estero, e riadattarsi al frenetico calendario lavorativo ma, con non pochi sforzi, ci riuscirono e anche l'azienda del moro ritornò a lavorare a pieno ritmo ma senza il suo proprietario, tutti i dipendenti dell'azienda avevano saputo che cosa era successo, tutti erano a conoscenza della malattia del giovane Federico e le reazioni erano state le più disparate, c'era chi era sinceramente dispiaciuto per l'accaduto, chi sosteneva che in un modo o nell'altro tra di loro sarebbe finita perché non erano destinati a restare per molto tempo insieme e, per finire, chi era preoccupato per il loro futuro, temevano che dopo l'inevitabile morte di Federico tutto sarebbe peggiorato per loro ed erano preoccupati anche solo all'idea che il moro avrebbe potuto licenziarli in una crisi di rabbia, solo Dylan era davvero dispiaciuto e triste all'idea di perdere Federico che, nonostante il breve tempo, si era dimostrato un buon amico per lui e una piacevole compagnia.
A Benjamin però poco importava di ciò che succedeva in azienda, aveva chiaramente detto a tutti di non contattarlo in alcun modo per problemi relativi al lavoro, voleva vivere ciò che gli restava con Federico senza doversi preoccupare dall'altro, nonostante il più piccolo non fosse felice di quella sua decisione in quanto non voleva allontanarlo dal suo lavoro ma il moro gli aveva detto, e ripetuto più volte, che era lui la sua priorità e tutto il resto poteva attendere, avrebbe avuto tempo per occuparsi di tutto ma non ne aveva da trascorrere con lui, quindi preferiva approfittarne.-"Benjamin preferisci le rose o i girasoli?" Gli chiese Federico, mentre sistemava dei fiori in un vaso color bianco sporco ma gli risultava più difficile di quel che pensava, solitamente era Diana o una delle ragazze ad occuparsi dei fiori per abbellire la casa ma quel giorno aveva voluto occuparsene lui, voleva essere lui a rendere più bella la casa per lui e suo marito.
-"Amore sai che non ho preferenze." Rispose il moro che continuava a guardarlo, sorridente, con la testa poggiata sul bracciolo del divano. "Scegli quello che ti piace di più." Aggiunse.
Il più piccolo roteò gli occhi e prese un girasole.
-"Non è che tu non hai preferenze." Iniziò a parlare. "E che non sai niente di fiori, quindi non sai che cosa scegliere." Disse divertito.
-"Mi stai forse offendendo?"
-"Sto solo dicendo la verità." Rispose il minore e scrollò le spalle. "Sai però che ti amo anche per questo, ti amo per ogni piccola cosa che ti caratterizza." Aggiunse e si voltò verso di lui.
Benjamin, allora, gli prese il polso e stando ben attento a non stringerlo troppo, lo tirò verso il divano per poi prenderlo di peso e sistemarlo sulle sue gambe.
-"Quindi tu mi ami?" Chiese e gli morse il labbro inferiore.
-"Oh, no, certo che no." Scosse la testa il biondo che non riusciva a reprimere un sorriso. "Come potrei mai amare uno come te?" Chiese retorico. "Io sono totalmente folle di te, Benjamin."
Il più grande lo guardò per qualche istante negli occhi, quegli stessi occhi che lo avevano fatto innamorare ancora prima che lui se ne rendesse conto, e lo baciò, gli circondò la vita con le braccia e lo baciò.
Ogni loro bacio, per i due, era una nuova scoperta che portava con sé emozioni e sentimenti che non avevano mai provato prima, loro, proprio come il loro amore, erano una continua scoperta.-"Benjamin, posso chiederti una cosa?" Chiese Federico, sdraiato sul divano con il corpo del maggiore su di lui che continuava ad accarezzargli i capelli biondi diventati più lunghi, tanto da poterli raccogliere in un codino.
-"Tutto quello che vuoi, fiorellino." Rispose il moro intento nel giocare con i capelli del minore.
-"Che cosa farai dopo che io sarò andato via?" Gli domandò il più piccolo, con lo sguardo basso mentre cercava di non farsi tradire dal suo stesso tono di voce.
Benjamin smise immediatamente di giocare con i capelli dell'altro e spalancò gli occhi, le ultime parole che si aspettava di sentire erano quelle, Federico era sempre stato ben attento a non parlare troppo della sua malattia e ancor meno di ciò che sarebbe successo dopo la sua morte, perché tutto ad un tratto gli stava facendo una domanda così esplicita?
-"Perché mi stai facendo questa domanda?"
-"Perché voglio sapere la risposta." Disse il minore senza alzare lo sguardo per guardarlo.
-"Io non voglio neanche pensare a ciò che succederà, come posso sapere che cosa farò dopo?" Chiese Benjamin che stava cercando di rimanere calmo.
-"Succederà però e non voglio che tu muoia con me, voglio che tu continui a vivere." Disse il biondo. "Per questo voglio sapere che cosa farai." Aggiunse e scrollò le spalle.
Il più grande sospirò e gli prese il viso tra le mani, per far incontrare i loro occhi.
-"Non lo so, Federico." Disse. "Non so che cosa farò dopo che tu sarai andato via, non lo so e non credo di volerci pensare per il momento." Continuò. "Una cosa però la so." Aggiunse e prese una rosa rossa tra i fiori che fino a poco prima il minore stava sistemando. "La rosa è simbolo d'amore e io voglio donartene una fino a che potrò, dimostrarti che ti amo ogni giorno."
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...