One hundred.

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Arriva un momento nella vita in cui le cose sembrano non poter andare in altro modo, un momento in cui noi vorremmo cambiare tutto e iniziare una nuova vita ma nulla può più cambiare perché la fine è arrivata.
Arriva un momento nella vita in cui le cose le si sa anche senza volerlo, che una sensazione invade l'intero corpo e diventa sempre più forte con il passare dei giorni, ci sono cose che le si sente ma che non si dicono per evitare di creare altro dolore, lasciando che il destino lo faccia per noi.
Federico in quei giorni si sentiva proprio in quel modo, sapeva ciò che stava per succedere e non poteva fare nulla per impedirlo, avrebbe voluto parlarne con qualcuno, sfogarsi come non aveva mai fatto in quei mesi ma non voleva che Benjamin soffrisse ancora di più a causa sua, aveva detto al moro, mesi prima, di aver rinunciato alle cure per poter vivere ma in realtà voleva che fosse Benjamin a vivere, voleva mostrargli il suo modo di vedere il mondo e assicurarsi che anche lui iniziasse a vederlo in quel modo, non voleva vederlo seduto su una sedia a piangere, voleva vederlo felice al suo fianco pur sapendo che quelli sarebbero stati gli ultimi momenti insieme.
Federico aveva rinunciato alla sua vita per far vivere Benjamin.

In quella grande casa che attirava l'attenzione di tutti i passanti continuava a regnare il caos, nulla era più al suo posto e nessuno sarebbe più riuscito a risistemarlo, la tranquillità aveva abbandonato quella dimora e sembrava non volerne far più ritorno, la paura di ciò che stava succedendo, invece, si era impossessata di ogni angolo di quella casa e nessuno sapeva come cacciarla via.
Giorno dopo giorno per Federico stava diventando sempre più difficile aprire gli occhi al mattino e cercare di sorridere per non far preoccupare gli altri, le ore diventavano sempre più lunghe e lui temeva potesse essere sempre l'ultima, voleva dire addio al moro ma come poteva dire addio alla persona che era tutto per lui?
Come poteva guardarlo negli occhi e dirgli che quella sarebbe stata la loro ultima volta insieme?
Non poteva farlo, non ci riusciva, si limitava a prendergli la mano e a ripetergli che lo amava e avrebbe continuato a farlo.

Era notte fonda, le stelle erano coperte da dei grossi nuvoloni che sembravano non promettere nulla di buono, le strade erano silenziose e quasi tutte le luci spente, solo il verso di qualche animale randagio risuonavano in quella notte particolarmente fredda per essere solo metà ottobre, per essere solo il 13 ottobre.
Nella grande casa dei due innamorati però il silenzio non voleva saperne di arrivare, le luci erano tutte accesse e Diana si affannava tra la cucina e la camera da letto dei due ragazzi per portare al minore qualsiasi cosa necessitasse, o meglio ciò che lei e Benjamin credevano necessitasse dato che il minore non riusciva neanche a parlare, troppo occupato a tossire e gemere di dolore.
-"Ti prego, amore, basta, basta..." Sussurrò Benjamin, distrutto dal vedere quanto suo marito stesse soffrendo senza che lui potesse fare nulla. "Calmati, ti prego..." Aggiunse e gli accarezzò il busto osseo.
Federico continuava a stare male da ore, avevano chiamato Ashton e questo era arrivato dopo soli pochi minuti ma non aveva potuto fare nulla per farlo sentire meglio, i farmaci non avevano più alcun effetto e neppure i rimedi naturale, Federico, ridotto a pelle e ossa e dal viso pallido come non mai, si stava spegnendo sempre un po' di più e nessuno poteva fare nulla per impedirglielo.
-"B- Benjamin..." Tossì Federico, facendosi forza per parlare.
-"Dimmi amore, dimmi." Rispose prontamente il moro. "Che cosa vuoi?
Che cosa c'è?"
-"V- voglio passare Natale con t- te..." Disse, in preda al dolore, prima di gettare la testa sul cuscino e sospirare profondamente.

Quella notte era stata un vero e proprio inferno per Benjamin che non era riuscito a chiudere occhio neppure per un momento, Federico era stato male per tutta la notte ed era riuscito a conciliare il sonno solo a notte inoltrata, invece il moro non aveva dormito, si era concesso qualche minuto per guardare suo marito, l'amore della sua vita, prima che un'idea lo facesse svegliare del tutto e si mettesse al lavoro per realizzarla, per far felice Federico.
-"Tesoro, ti senti bene?"
La voce di Diana riecheggiò nelle orecchie del piccolo Federico che stava facendo fatica a vestirsi, questo sentiva la testa girargli vorticosamente ed aveva un forte senso di nausea ma Diana aveva insistito affinché si lavasse e si vestisse elegantemente, al suo risveglio però non aveva trovato Benjamin e la donna si era limitata a dirgli, sorridendo, che lo stava aspettando per una sorpresa, il biondo avrebbe fatto i salti di gioia se solo avesse potuto.
-"Sì, Diana, grazie." Rispose con voce flebile il minore mentre si sistemava gli abiti. "Possiamo andare." Aggiunse.
La donna sorrise e gli prese la mano.
-"Ti piacerà, vedrai." Disse.

Terminal || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora