La voce del più grande continuava a risuonare nella mente confusa del biondo, la voce di questo mentre gli chiedeva se poteva essere felice lavorando lì continuava a ripetersi e Federico non poteva fare a meno di porsi quella domanda.
Il giovane dai capelli biondi non aveva mai visto il lavoro come, invece, Benjamin faceva, non aveva mai pensato che il lavoro da lui svolto dovesse renderlo felice, secondo lui era solo un modo per sopravvivere e per essere felice al di fuori dal contesto lavorativo, non aveva mai pensato che ciò che avrebbe fatto durante la sua intera vita dovesse renderlo felice, il giovane non aveva mai visto nessuno felice di svolgere il proprio lavoro, neppure Benjamin stesso.
Federico, allora, poteva essere felice di lavorare con Benjamin?Il più piccolo continuava a fare indietro tra i diversi piani di quell'azienda che, secondo il suo personale modo di vedere le cose, a parer di Federico sembrava essere immensa e, allo stesso modo, gli sembrava che passo dopo passo diventasse sempre più grande e che la sua meta fosse sempre più lontana.
Dopo la chiacchierata avuta con il più grande, il biondo, era stato incaricato di diverse commissioni che l'avevano costretto a girare tra le tante stanze che quel luogo poteva vantare, al ragazzo avrebbe fatto comodo che qualcuno lo aiutasse, pur sapendo che erano compiti che spettavano soltanto a lui, ma nessuno che lavorasse lì sembrava apprezzarlo, per qualche assurdo motivo tutti in quel posto sembravano deriderlo e Federico non poteva evitare di chiedersi il perché, non aveva fatto nulla di male, neppure aveva parlato a nessuno di loro, ma tutti sembravano non gradire la sua presenza.Dopo l'ennesima commissione, Federico, poté tirare un sospiro di sollievo costatando che quella fosse l'ultima, o almeno per il momento, e si recò verso l'ufficio del suo capo, che era anche la sua postazione di lavoro, ma qualcuno lo bloccò.
-"Federico Rossi?"
Una voce, roca e quasi fastidiosa, giunse alle orecchie del giovane che si voltò, subito dopo, per scoprire a chi appartenesse.
Un ragazzo, dimostrava all'incirca sui trent'anni, dal fisico massiccio, alto tanto quanto lui, dalla barba nera incolta e dai riccioli neri che gli scendevano sul viso privo di imperfezioni e gli incorniciavano gli occhi scuri tanto quanto i capelli.
-"Sì, tu chi sei?" Rispose il biondo e incrociò le braccia al petto.
-"Poco importa." Replicò l'altro ragazzo e scrollò le spalle. "Dovresti farmi un favore." Aggiunse.
Federico scrutò attentamente il ragazzo davanti a lui, non conosceva neppure il nome di questo e già gli chiedeva favori, era così che funzionava a New York?
-"Se posso." Fu tutto ciò che disse il ragazzo.
-"Tu sei l'assistente di Benjamin, giusto?" Chiese il ragazzo dai capelli ricci e il minore annuì. "Allora vai a fare dei caffè." Aggiunse.
-"L'ha chiesto Benjamin?"
-"L'ho chiesto io e i miei amici."
-"E perché dovrei farvi dei caffè?" Chiese Federico e inarcò un sopracciglio. "Non sono il vostro assistente."
-"Sei l'ultimo arrivato però e qui funziona così." Rispose il ragazzo come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "E dovresti anche sbrigare delle pratiche." Aggiunse.
Il biondo strinse i pugni e faticò a non colpire l'altro in pieno viso.
-"Da dove vengo io, invece, se vuoi qualcosa muovi quel culo che ti ritrovi e vai a farlo." Ringhiò il più piccolo. "Potrò anche essere l'ultimo arrivato ma non lavoro per te e mai farò qualcosa per te.
Buona giornata."Federico sospirò pesantemente e continuamente mentre si recava all'ufficio del moro, continuava a ripensare a come quel ragazzo si fosse comportato con lui e non poteva fare a meno di essere sollevato dal non avere nulla a che fare con chi lavorava in quel posto, se erano tutti come quel giovane preferiva non scambiarci neppure una sola parola, si sarebbe semplicemente limitato a svolgere il suo lavoro e a crearsi una carriera, non aveva bisogno di nessuno.
Una volta giunto davanti alla grande e maestosa porta dell'ufficio del moro, Federico, senza pensarci troppo tempo, abbassò la maniglia placcata in oro e spalancò la porta.
Grosso errore, Federico.
Fu ciò che il ragazzo udì nella sua testa non appena il biondo scoprì che cosa si nascondeva all'interno della stanza, i suoi occhi spalancati e la bocca, improvvisamente, priva di salivazione.
Davanti agli occhi del biondo c'erano due corpi, semi nudi, aggrovigliati sul morbido divano in pelle che lui usava come postazione di lavoro, vide le mani curate del suo capo scivolare giù su una schiena nuda e qui riuscì a distinguere dei lunghi capelli neri ad onde e l'immagine di una donna, conosciuta solo pochi giorni prima, prese vita davanti ai suoi occhi.
Vanessa.
Vanessa e Benjamin.
Vanessa e Benjamin che si baciavano proprio lì dove lui lavorava.
-"Federico!" La voce rabbiosa e possente di Benjamin tuonò nella stanza e il ragazzo sobbalzò.
-"I- io..." Balbettò Federico che pareva come immobile, incapace di andar via o compiere qualsiasi movimento. "I- io non v- volevo..."
-"Non ti hanno mai insegnato a bussare prima di entrare in una stanza?!" Continuò ad urlare il moro e si allontanò, leggermente, dal corpo della giovane.
Vanessa, invece, sembrava abbastanza tranquilla, anzi, il giovane avrebbe osato dire che sembrava quasi divertita di quella situazione, il suo sguardo, contornato da del trucco nero come quello di pochi giorni prima, si spostava tra i due ragazzi e sorrideva divertita, come se si aspettasse, o almeno sperasse, una situazione come quella.
-"M- mi dispiace..." Sussurrò il più piccolo e abbassò lo sguardo, pur sapendo di aver appena compiuto le due azione che il maggiore più odiava. "M- mi dispiace tanto, i- io non volevo e- entrare..." Continuò a scusarci il ragazzo.
-"Vai via, Federico!" Ringhiò rabbioso Benjamin. "Vai via!"Lo sguardo del più piccolo era perso oltre il vetro che lo separava dal mondo esterno, mentre lenti e rumorosi sospiri lasciavano le sue labbra mordicchiate osservava come il cielo di New York diventasse un oceano di colori al tramonto, solo il giorno precedente lo aveva definito magico ma ormai sapeva che quella non era la parola giusta, quel cielo era naturale e in un mondo tanto artificiale era forse tra le cose più belle che ci fossero.
Federico, seduto su un piccolo divano rosso mogano situato nel corridoio che precedeva quello diretto all'ufficio del moro, non riusciva a fare altro che pensare a ciò che era successo circa un'ora prima, ripensava alle labbra di Benjamin sulla pelle candida di Vanessa, a come questa lo osservasse e ripensava anche a ciò che Benjamin gli aveva detto il giorno precedente, non sono innamorato, eppure a Federico sembrava proprio che lo fosse di quella ragazza, non era però quella la sua preoccupazione maggiore, si chiedeva che cosa ne sarebbe stato di lui dopo l'ennesimo errore.
Dei passi raggiunsero le orecchie del minore che balzò in piedi, convinto si trattasse di Benjamin venuto per licenziarlo.
-"Tranquillo Federico, sono solo io." La voce suadente di Vanessa, seguita da una risata mal trattenuta, fece tirare un sospiro al ragazzo ma questo non seppe se di sollievo o meno. "Rilassati, accomodati pure." Aggiunse la giovane e indicò il divano alle spalle del biondo.
-"Mi dispiace tanto..." Sussurrò Federico e abbassò lo sguardo. "I- io non volevo interrompervi..." Aggiunse, per quanto gli sembrasse assurdo ciò che diceva.
-"Non potevi saperlo, non è colpa tua." Rispose la ragazza e si appoggiò alla parete di vetro, il tramonto alle sue spalle la rendeva, se possibile, più bella e la faceva apparire come un angelo. "E comunque, se questo può consolarti, la tua interruzione non ci ha impedito di continuare." Continuò lei prima di scoppiare in una fragorosa risata.
-"Il signor Mascolo è arrabbiato con me?"
-"Il signor Mascolo sa che tu vali molto e non se la prenderà per questa sciocchezza." Rispose Vanessa e si avvicinò a lui. "Benjamin non ti licenzierà se è questo che temi." Aggiunse e gli poggiò una mano sulla spalla coperta.
Federico, sinceramente dispiaciuto, alzò lo sguardo sulla ragazza al suo fianco.
-"Ne è sicura?" Chiese.
-"Punto primo, dammi del tu, non sono poi così vecchia." Rispose Vanessa e sorrise al biondo. "Seconda cosa, sì, ne sono più che sicura.
Benjamin non farebbe mai una cosa del genere, lo conosco bene, è pur sempre il mio fidanzato."---------------------------------------------------------
Ehi🌸
Ad una settimana dall'inizio di questa storia, vi ringrazio per le duemila visualizzazioni, ogni giorno cresciamo un po' di più e questo mi rende davvero tanto tanto felice, grazie♥️
A quanto pare Benjamin ha una relazione con Vanessa, come continuerà?
Ancora poco e i due piccoli inizieranno ad avvicinarsi, vi prometto che accadranno tante cose, belle e brutte, non ci sarà da annoiarsi!
Se vi va, vi ricordo, potete commentare questa storia su Twitter con l'hashtag #TerminalFenji, mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensate.
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Per qualsiasi cosa potete contattarmi, o mi trovate su Twitter come @fvedericoshvrt e su Instagram come @/fixhvrtx.
Fatemi sapere che cosa ne pensate.
Baci, Michi💕
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Terminal || Fenji.
FanfictionTerminal || Fenji. «Terminal 3. Un aereo preso nella speranza che tutto possa cambiare, tanti sogni ma poche speranze. Qualcosa però accadrà. Un paio di occhi saranno la sua turbolenza, sconvolgeranno la sua vita e lo cambieranno in ogni senso. Un v...