Parte 1. Capitolo 1.- Prigioniero di se stesso

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Era piuttosto freddo per essere la metà di maggio. Di solito in quel periodo iniziava a fare un caldo insopportabile e un intenso lezzo di immondizia si spandeva nell'aria in quella zona della città, ma quella notte pareva piuttosto l'ultima di un autunno particolarmente piovoso. Un vento tagliente spirava dal mare, sollevando onde nere nella notte, che si infrangevano con violenza contro la banchina del molo, colpendo i pontili e le barche attraccate, facendole ondeggiare senza pace in un inutile moto perpetuo. Nubi oscure rotolavano nel cielo, coprendo le stelle e oscurando la luna, così che l'unica fonte di luce erano i lampioni che gettavano ombre sui marciapiedi quasi vuoti. Una pioggia leggera, ma fitta ed insistente cadeva implacabile e l'aria era umida e pesante. La città era addormentata: i barboni rintanati nei loro vicoli sporchi, i topi che pasteggiavano con i sacchi della spazzatura, le luci dei grattaceli come pallide stelle artificiali sullo sfondo nero del cielo. Alcuni Umani ubriachi barcollavano sostenendosi l'un l'atro mentre i bar tiravano giù le serrande. Quello era un quartiere pericoloso, sporco e disgustoso, a poche centinaia di metri dalla zona del porto, forse la più malfamata. Lì non c'erano i vialoni con le loro vetrine eleganti, niente scuole private, niente di bello da vedere. Quello era il regno dei dimenticati, degli uomini che erano stati abbandonati: barboni, tossicodipendenti, prostitute, rispettati uomini di affari in cerca di distrazioni e soprattutto Demoni. Sul tetto di uno dei palazzi fatiscenti sedeva una figura scura quanto la notte che la avvolgeva, un cappuccio calato sul viso, una spada lunga ed affilata posata sulle ginocchia, deposta con amorevole cura nel suo fodero lucente. Pareva una delle statue ornamentali che andavano tanto di moda in quell'epoca in cui i palazzi avevano un'anima, eppure i suoi occhi azzurri erano attenti, si muovevano rapidi, volgendosi verso i grattacieli che svettavano bucando il cielo e poi verso le strade pericolose, scivolando sulle ragazze ferme agli angoli buie vestite di lustrini, spaziando sino al mare. Lì si soffermavano, incantati. Il mare; era uno spettacolo quella notte, sotto quella pioggia insistente: si avvolgeva in mille onde bianche e rumoreggiava come fosse ferito a morte, richiamandolo con forza irresistibile. Il mare era la libertà, la libertà che lui non possedeva.

-Non dovresti essere qui.- disse una voce suadente e leggera. La figura estrasse la spada con un gesto veemente, puntando la lama affilata al cuore della donna che stava in piedi alle sue spalle, apparsa dal nulla. Lei non mosse un muscolo.- Matthew.

-Scusami, Natasha.- fu la risposta del giovane. Un tempo, gli tremava la voce nel parlare con quella Fata vecchia di mille anni, che aveva avuto un ruolo fondamentale nella Guerra di Edom, ma ormai la considerava una guida, un'amica di famiglia, una madrina per certi versi.- Non dovresti apparirmi alle spalle così.

Lei lasciò scivolare il mantello che le copriva il capo e parve che il suo viso splendesse di luce propria. Portava i capelli più corti che in passato e quella sera erano di un nero tempestoso. Matthew apprezzava il modo in cui cambiavano sfumatura quando Natasha provava dei sentimenti diversi: era come leggere la sua mente. Sedette con eleganza accanto al ragazzo, sul bordo del tetto e alzò gli occhi al cielo, studiandone le profondità sconosciute all'Armato, persa in un mondo che lui non poteva raggiungere.

-Tu cosa fai qui?- le chiese alla fine, grattandosi il mento, lasciando ricadere a sua volta il cappuccio sulla schiena, liberando i capelli ricci e ribelli, il viso spigoloso, puntandole i suoi occhi azzurri addosso con intensità.-Non è il tuo genere di posto.

-Ho promesso a Cecily di badare a te mentre si trova a Roma.

-Ah.- disse piattamente il ragazzo.- Pensavo fosse per Calliope.

La Fata arricciò l'angolo della bocca.- So che hai spezzato il cuore della giovane Fata che stava apprendendo i segreti della Casa, ma non posso fare nulla per cambiarti.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora