Capitolo 10.- Nelle viscere della terra

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Alex sedeva solo, nell'oscurità del corridoio delle prigioni. Si trovavano nel livello più basso della Casa e non erano usate da molti anni, da prima della nascita di Matthew probabilmente. C'erano delle lanterne per fare luce appese lungo il muro di pietra, ma lui le aveva spente tutte. Voleva stare da solo e non voleva poter vedere. Aveva rovinato la vita di sua sorella, come aveva sempre avuto paura di poter fare.

Sin da bambini, Lexia era stato il suo unico affetto, il modello da seguire, avrebbe fatto di tutto per lei ed ora aveva distrutto il suo fidanzamento, tirando fuori segreti che non erano altro che passato, un passato senza futuro. Perché era così ossessionato dal passato? Perchè dopo Lilo voleva sempre e solo la verità? Alexia era felice, prima che lui si mettesse in mezzo. Prese la testa tra le mani.

Sentì dei passi avvicinarsi e sollevò la lancia, puntandola verso il buio. Una fiamma si avvicinava, tremolando, una candela. La reggeva una mano pallida, affusolata.





L'uomo abbassò la guardia mentre Matthew si sedeva accanto a lui, la schiena contro la parete, le gambe raccolte in quell'angusto corridoio umido. La porta della cella era serrata, chiusa da catenacci incantati e una finestrella permetteva di vedere il prigioniero rannicchiato in un angolo, incatenato a terra.

-Ti do il cambio.- la voce di Matthew rimbombò contro i pesanti muri di pietra. -Sei qui da stamattina.

-Non voglio andare da nessuna parte.- disse invece Alex. Non aveva la forza di salire al piano di sopra, di vedere sua sorella o di affrontare lo sguardo di Cecily. Non voleva affrontare la scoperta di essere nato Armato e di non aver mai scelto nulla in libertà, ma sotto in richiamo del sangue. Non voleva fare altro che restare lì, nel buio, senza muoversi, a fissare un muro eroso dal tempo, pieno di muffa per il resto della sua miserabile vita.

-Io non ho posti migliori dove stare.- commentò Matthew. Fissava il vuoto, la candela posata accanto che li immergeva in una pozza di luce; non c'erano finestre così in basso, nel cuore della terra.- E non ho sonno.

-Hai avuto una brutta giornata?- chiese Alex con un sospiro.- Anche tu?

-Di merda.- fu la risposta.- Sai quando dicono che una giornata non può mai andare troppo male, che è destinata a migliorare? Bhe, di certo non si riferivano a me. O a questa giornata. O alla mia dannata vita. Non ne faccio una giusta.

Alex sorrise.- Sei diventato maturo, vero piccolo Matt?

-Non sono piccolo. Non più.- il suo tono si fece amaro.- Mi mancano quegli anni, le persone che abbiamo perso, gli amici, l'innocenza...credi che sia possibile provare così tanta nostalgia?

-Mancano anche a me.- rispose in un sussurro.- Mi manca da morire ogni giorno, ma lo devo affrontare. Lo supero. E tu fai lo stesso.





Matthew alzò lo sguardo verso il soffitto a botte, pensieroso.- Credi che Kevin sia sveglio? Non mi dispiacerebbe dirgli due parole.

-Quel coso non dorme mai.- rispose in un sussurro Alex.- Mi mette i brividi.

-Posso parlargli?- chiese il ragazzo inginocchiandosi, gli occhi gelidi, l'espressione minacciosa.

-Puoi provare. Se le Fate non ne hanno cavato nulla, siamo disperati.- Si avvicinarono alla porta ed Alex sollevò lo spioncino di metallo, attraverso cui videro una figura seduta a terra, composta, la testa china.

-Ehilà gorilla.- disse Matthew e con somma sorpresa dell'altro due occhi blu scattarono verso l'alto e un sorriso illuminò il viso pallido alla luce delle candele.

-Il piccolo principino.- sputò a terra, un fiotto di saliva verdognola.- Cosa fai nella mia umile dimora?

-Volevo sapere cosa hai fatto di male per finire servo di un demone.- commentò, parlando tranquillo, come se si trattasse di un te con i biscotti. Alex dovette reprimere un sorriso.- Perché non sei abbastanza intelligente da aver concepito un piano da solo.

-Bel tentativo.- si complimentò il ragazzo. -Ma sono desolato, ragazzo innamorato. Da me non saprai nulla. A meno che...

-Non sei nella condizione di proporre nulla.- gli fece notare Alex, poi socchiuse gli occhi.- Sei un prigioniero destinato a morire.

-Ma sono anche un'utile fonte di informazioni.- si mosse e le sue manette tintinnarono, sinistre.- Non è forse così? Mi avreste già ucciso altrimenti. Voi non sapete nulla e io so molto.

-Molto divertente.- commentò Matthew piano.- Siamo nelle tue mani e tu sei nelle nostre. Sembra un paradosso.

-Come sta Calendula?- chiese Kevin con un ghigno, cambiando argomento.- Si trova bene presso di voi? Non le manco?

Matthew si irrigidì appena, la spalla contro quella di Alex che si tendeva.- Non ha accennato a nulla di simile, ma magari potrei portarla allo zoo. Se sente la mancanza di un gorilla...

Lui rise con aria folle. -Questo tuo comportamento non mi tange, Armato.- ridacchiò, gli occhi scuri.-Vi dirò quello che so, se la porterete da me. La mia Caly...

Alex chiuse bruscamente lo spioncino, attutendo le risate divertite della Fata. Scosse la testa.- Non è servito a molto.

Matthew si lasciò cadere contro il muro, l'aria nauseata.- Non gli permetterei neppure di guardare Calendula in foto. Figurarsi dal vero.

C'era qualcosa di terribile nei suoi occhi, la promessa di una guerra che stava infuriando dentro di lui. Una guerra che anni prima Alex aveva visto in altri occhi, nei suoi, in quelli di Jamie.

Si passò le mani tra i capelli.- Vai pure a letto, Alex. Resto io.

-Matt, ho rovinato la vita di mia sorella.- disse l'uomo sedendosi spalla a spalla con il giovane.- Non uscirò da qui per molto tempo.




Guardava il ragazzo con la coda dell'occhio mentre le ore passavano. Si rigirava tra le mani qualcosa pensieroso. Dopo diverso tempo, si rese conto che era un foglio, piegato con cura almeno una ventina di volte. Matthew lo guardava incerto, le dita che lo facevano girare lentamente, con dolcezza, quasi una carezza. Poteva essere un disegno di Niall, perché solo lui usava quella carte e non pergamena nella Casa; Alex sapeva che l'Armato ne regalava pochi, ma Matthew pareva il tipo di persona a cui avrebbe fatto piacere ricevere un proprio ritratto in dono.

-Cosa è?- chiese alla fine. L'Armato mise il foglio in tasca, rigido.- Un regalo.

-Hai parlato con Niall?

-Sì e no.- disse lentamente.- Ha detto cose strane. Dovrei fare in modo che Cecily parli con Galway. -si interruppe.- Non importa. Ci penserò domani.

La notte passò in silenzio, senza che Matthew o Alex aprissero più bocca. L'uomo non riusciva a smettere di pensare che il piccolo Matthew stava lottando per qualcosa che lui aveva perso molti anni prima:  il diritto di amare.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Matthew lotta per il diritto di amare. Tutti noi lo facciamo, dico bene? Credete che ammetterà mai cosa prova e soprattutto per chi? Magari ama Sybil sotto sotto. Magari invece ama Calendula. Magari non ama nessuno. 

Voi su cosa puntate?


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora