Capitolo 30.- Le memorie degli Armati

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-Capisco che tu sia felice del fatto che Calendula ti abbia battuto.- commentò pacato Niall, fissando Matthew che canticchiava, lanciando dei coltelli in aria e riprendendoli al volo.- Ma potresti smetterla di esserlo per un minuto?

Lui alzò l'angolo della bocca, continuando a fare il giocoliere.- Perchè dovrei? Solo perchè tu sei infelice?

-Sì.- disse seccamente Niall, lasciando cadere la frusta che aveva in mano e sedendosi a terra nella Sala delle Armi, la testa tra le mani.- Almeno per pietà.

Matthew smise di giocare e posò i coltelli sul tavolo di legno con cura, poi si lasciò cadere accanto all'amico, passandosi le dita tra i capelli ricci che erano ricresciuti; avrebbe potuto tagliarli, ma gli piaceva troppo sentire le morbide dita di Calendula che li tiravano mentre lei gemeva, di notte, stesa nel suo letto. Era la prima volta che desiderava così tanto una persona sotto così tanti punti di vista.

-Okay, volevo evitare di parlarne, ma forse non possiamo.-prese un profondo respiro, reclinando indietro il collo.- Avanti, dimmi tutto.

-Tutto cosa?-chiese infastidito Niall, fissando corrucciato le ombre delle inferriate che si proiettavano sul pavimento.- Di cosa dovrei parlare?

-Della persona che ti sta rendendo infelice.- socchiuse gli occhi, mordendosi un labbro.-Di Galway. Sono stato via per un mese, ma so che tra voi non sta andando bene: sembri infelice e non ti vedo così triste da anni, amico.

Niall soffocò una risata amara.- Hai ragione, le cose vanno male.-si tirò le ginocchia la petto.- Lo sai che non mi piace lamentarmi...

-Figurati, è la tua passione preferita.- Matthew prese una lancia e la fece ruotare in aria con due dita, pensieroso.- Ti lamenti almeno sette volte al giorno.

Niall alzò gli occhi al cielo.- Quello sei tu, idiota tronfio. Sei letteralmente scappato di casa per non dover affrontare Calendula e vieni a parlare a fare la predica a me perchè sono infelice!

-Già, hai ragione.- sospirò, posando a terra la lancia.- Non ne ho il diritto.

-Cosa è successo tra di voi?- chiese Niall dopo un attimo di silenzio.- Calendula sembra diversa e anche tu. Cosa avete fatto in Russia?

Matthew si adombrò.- Non ne voglio parlare. Sono successe delle cose che...di cui mi vergogno. Ho permesso che le accadessero certe cose e non...non so neanche come fa a guardarmi negli occhi.

-Alzando la testa.- rispose Niall e scosse la testa.- Se non vuoi parlare, d'accordo; lei sta bene, però?

-Sì, ora che siamo di nuovo insieme e al sicuro, sì.- socchiuse gli occhi.- La amo, Niall. Tu ami Galway? Ti piace almeno?

-Non è come la ricordavo; insomma, è forte, coraggiosa, sexy e bellissima ma...ma ha vissuto una vita senza di me. Quante persone ha perso in combattimento? Quante ne ha salvate? Cosa succederà quando Eleonore scoprirà che la figlia di Richard dice di lei peste e corna?- abbassò la testa.- Ci sono così tante domande nella mia testa e nessuna ha una risposta. Provo così tante cose quando sono con lei, che non capisco quale prevale, sempre che si sia un sentimento che prevale: sono arrabbiato, triste, nostalgico, diffidente, felice, innamorato...sento ogni cosa che un uomo può provare e il mio cuore non sa che sentimento ascoltare. Mi sento come amassi un fantasma, qualcuno che è morto e che è diventato...Galway.

Matthew rimase per un attimo in silenzio, poi alzò gli occhi al soffitto della sala. Gli era sempre piaciuta particolarmente quella stanza, lo faceva sentire protetto restare in mezzo alle armi; capiva perchè Calendula si rifugiasse lì quando aveva paura.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora