PARTE 3.- Capitolo 1.- Paura

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Calendula non sapeva perché fosse andata nella Sala delle Armi. Sapeva solo che l'idea di dormire sotto lo stesso tetto di Kevin, il suo aggressore,  anche se lui sarebbe stato legato in Prigione, controllato a vista, le aveva fatto passare l'appetito e la voglia di vivere.

Beth l'aveva guardata andare via con occhi tristi, come se il peso di dolori immensi sopportati in silenzio per anni le fossero piombati addosso insieme. Calendula sapeva che quello che le stava succedendo non era nulla rispetto a quello che aveva passato quella donna così minuta, eppure Beth stava soffrendo perché sapeva la verità, sapeva che Calendula aveva paura.

Anzi, lei non aveva paura; era terrorizzata. Si appoggiò con la schiena alla parete, gli occhi fissi sulle lame di metallo illuminate dai raggi della luna. Avrebbe voluto fare tante cose; cercare Matthew e parlare del loro bacio, cercare Niall e chiedergli scusa per il giorno prima, parlare con Beth del suo passato, piangere...ma non ne aveva la forza. Aveva passato il pomeriggio a vagare per i corridoi più isolati, fino alla sala dove si era svolta la Guerra, che aveva fissato per ore, chiedendosi cosa avesse provato Matthew nel vedere la morte così da vicino.

Poi si era ritirata lì, nella sala della Armi con la vaga speranza che nessuno avesse bisogno di prendere una spada o una delle altre cose appese al muro. Voleva essere al sicuro, sola e quelle lame luccicanti erano quanto di più simile alla salvezza in quella Casa. Sospirò. Milky l'aveva seguita e ora sonnecchiava sulle sue ginocchia, permettendole di accarezzarle il pelo soffice; era consolante sentire il suo peso familiare, poter dimenticare che era in pericolo.

"Calendula." aveva detto Beth quel pomeriggio, dopo averla scovata in un angolo del Giardino, accanto a due lapidi marmoree che contemplava in religioso silenzio, senza sapere neppure lei bene cosa fare, quale Dio pregare, quale Inferno dannare. "Avere paura non è sbagliato. Io avevo sempre moltissima paura quando Epoh..." poi si era interrotta, gli occhi offuscati dal dolore e aveva accarezzato sovrappensiero la pancia. "Se vuoi parlare, io sono qui. Non vedrai Kevin neppure per un secondo, te lo giuro; sarai al sicuro, io e tutti gli altri ti proteggeremo.".




Le credeva, ma aveva comunque paura.

-Calendula?- la voce che risuonò nella sala era dolce, maschile. Niall.- Calendula sei qui? Ti prego, dimmi di sì, è la terza stanza dove entro e sono disperato, sei scomparsa nel nulla.

Lei non rispose, non voleva essere trovata. Milky puntò i suoi occhi luminosi su di lei, con aria di rimprovero. Dopo qualche minuto la porta si richiuse; doveva essere molto tardi se andavano a cercarla. Aveva perso il pranzo, la cena e probabilmente l'arrivo del prigioniero. Le si annodò lo stomaco ancora di più.

Avrebbe aspettato  un po', per sicurezza, e sarebbe andata nella sua stanza. Rimase seduta rigida, la mente che correva e si perdeva. Pensò a casa sua, a suo zio, alla sua Patria lontana, alle cartoline che mandava a Sara durante le vacanze. La sua vita era crollata almeno due volte nell'ultimo anno e lei aveva perso il controllo di tutto, era in balia di correnti troppo forti per essere affrontate.

La tentazione di arrendersi era forte, ma cosa poteva fare se non restare al centro di quello schifo da sola? La porta si aprì altre due o tre volte: Jamie che la chiamava, poi Alexia ed infine Cecily. Lei non rispose, troppo sfinita per affrontare con il sorriso le loro occhiate apprensive.

 Forse sarebbe potuta rimanere lì per sempre, si disse. Magari sarebbe stato un buon per sempre.





La porta si spalancò e chiuse per la quinta volta.

-Calendula, so che sei qui.- Matthew. Lei si ritirò nell'ombra, mentre Milky dormiva sul suo grembo.- Sento il tuo profumo.

Lei rimase zitta, arrossendo. Come faceva a conoscere il suo profumo così bene? Sentì i passi del ragazzo avvicinarsi, anche se non accese la luce.- Pulcina, sono io, avanti; sai che ti puoi fidare, che sei al sicuro se ci sono io. Vieni con me. Ti perderai l'arrivo del nuovo Discepolo: non vuoi la torta di Chase? Non è che ti manca quella roba che mangiavi al Marinaio vero?- si fermò a pochi metri da lei.- Perché ti ci potrei portare a cena.

Lei sorrise e si arrese.- Non sono in vena, Matthew.- disse con voce roca.- Lasciami da sola. Ti prego.

Lui guardò verso di lei. - Allora avevo ragione: sei qui.

-No. Non sono qui.- rispose lei accarezzando il gatto.- Sono persa per sempre.

-Conosco quella sensazione.- commentò il giovane.- Se accendessi la luce potresti ritrovarti.

-Mi piace il buio.- mormorò Calendula.- E tu non ti sei ritrovato con la luce, ne sono certa.

-Hai ragione.- sentì i passi di Matthew avvicinarsi e presto la sua mano si posò sul suo viso, mentre si inginocchiava davanti a lei, una sagome scura. Lei ebbe un brivido. -Ma tu non sei me, non voglio che resti nelle tenebre.- sussurrò Matthew circondandola con le braccia, attirandola verso di sè, inginocchiato a terra.- Sono io, sono qui.

-Perchè mi hai cercato?- chiese lei posando la testa nell'incavo della spalla del ragazzo; Milky soffiò irritata e si allontanò, le unghie che ticchettavano contro il pavimento.

-Perchè ero preoccupato da morire, come tutti. Nessuno ti trovava, così ho pensato che solo io avrei potuto sapere dove eri.- disse lui con le labbra contro la sua tempia.- So che hai paura, ma non devi scappare. Non da me: io posso aiutarti. Voglio aiutarti.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Avviso: questa terza parte diventa oscura e tortuosa, spero siate preparati al peggio :3

Matthew è preoccupato che Calendula abbia paura: lei ammetterà la sua debolezza? E come reagirà il nostro Armato allora? Che si stia innamorando, come suggeriva Niall? E chi sarà il nuovo Discepolo? Un amico? Un nemico? 


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora