Capitolo 2.- Amori infelici

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Galway balzò in piedi, con tutta la grazia e la rapidità che le concessero gli effetti lenitivi del Gin e puntò un dito tremante contro Niall.- Tu non capisci niente, come sempre!

Alex sospirò: con Jamie e Beth non aveva mai avuto quei problemi. In quella Casa molti avevano sofferto per amore, lui per primo, ma nessuno aveva mai fatto una dannata scenata nell'Atrio in piena notte che ricordasse.- Basta, sveglierete tutta la Casa!

Niall parve non sentirlo. Scese un paio di gradini, le mani strette a pugno lungo i fianchi.- Io? Io non capisco? Chi di noi è piombato nella vita dell'altro, distruggendo tutto quello che aveva costruito? Chi di noi ha deciso di ubriacarsi e piagnucolare la verità? Io ti amo, Galway e tu invece non provi nulla per me. Ami un bambino che hai ucciso, rifutandolo anni fa.

Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime.- Sei così diverso. Sei così spietato e freddo, sei come tutti gli altri. Sei solo un altro Armato che difende l'Ordine, che non pensa agli altri, che odia il resto del mondo, che odia chi è diverso.

Niall scoppiò in una risata acuta.- Vaffanculo, ipocrita che non sei altro! Tu non mi conosci, di me non sai niente!

Galway, in un gesto improvviso, scagliò con violenza la bottiglia ormai vuota contro Niall, che si coprì il viso con le braccia; una pioggia di vetri cadde sui suoi piedi scalzi e sui gradini di marmo.

Alex scattò, afferrando la ragazza per il polso.- Calmati! Questo non è il momento, nè il posto, per litigare!

-Vaffanculo!- urlò lei, fissando con ferocia Niall.- Avanti, amore, vieni qui a picchiarmi come faceva tuo padre con tua madre! Vieni qui ed affrontami!

-Stai zitta.- disse lui piano, senza guardarla.- Stai zitta, Galway.

-Dai, cosa aspetti?- rise amaramente, strattonando il braccio, ma Alex rafforzò la presa, bloccandole anche l'altro polso; nonostante fosse forte, Galway era pur sempre ubriaca, facile da tenere ferma.- Non vuoi che anche io mi butti dalla scogliera? Ti ricordi come piangevi, di notte, quando lo sognavi? Te lo ricordi, Niall? Chi ti veniva a trovare mentre frignavi come una femminuccia? Eh? Chi?

Urlava così forte che Alex ebbe paura potesse svegliare qualcuno: si guardò attorno, alla ricerca di un modo per farla stare zitta, ma trascinarla fuori avrebbe sortito l'effetto opposto e le sue grida avrebbero messo in allarme tutti.

-Cosa succede?- Kahius comparve dal corridoio che portava all'Infermeria, sorpreso da quel chiasso, gli occhi rossi ridotti a fessure.- Sapete che ore sono?

-Avanti!- continuava a gridare Galway, inframmezzando il discorso con farneticazioni in una lingua che doveva essere irlandese; Alex non capiva, ma Niall diventava sempre più livido e pallido, le labbra tremavano, sembrava sul punto di uccidere a mani nuda la ragazza che amava, che lo stava provocando, parlandogli del passato, di sua madre, suo padre, del dolore, della morte e del tradimento.

-Stanno litigando.- borbottò sottovoce Alex, strattonando Galway.- Basta così!

-Dico io basta!- ringhiò lei, fissando Niall rabbiosa, fuori di sè; puzzava di alcool in modo indecente e i suoi movimenti scoodinati erano pericolosi quanto quelli di un gatto che si agitasse nel sonno.- Pensi che ti sia rimasta fedele, Niall? Mi sono fatta una vita, avevo un fidanzato! Io sono andata avanti, tu, tu invece...l'unica che forse ti saresti scopato è la fidanzata del tuo migliore amico!

-Insomma!- Matthew comparve alle spalle di Niall, la Katana in mano, arruffato.- Cosa vi prende a tutti? Non si puà dormire in santa pace, cazzo?

-Niente.- disse Niall pacato, la voce tremante.- Solo una stupida bastarda che parla troppo.

-Ah, ora non mi ami più?- rise la ragazza, agitandosi.- Sei un figlio di puttana! Questo era tua madre, per questo lui la odiava, la picchiava...lei era solo una puttana!

-Niall, no!- gridò la voce di Matthew, che si gettò per afferrare l'amico con un secondo di ritardo.

Il ragazzo, infatti, aveva spiccato un balzo, atterrando oltre il gradino coperto di vetri ed ora stava avanzando con i pigni chiusi verso Galway, rigido, tremando; lei rideva, continuando a provocarlo nella loro lingua e Alex non riusciva più a tenerla ferma. D'un tratto lo morse, così forte che fu obbligato a lascuarla andare; si tenne la mano, imprecando, mentre Galway barcollava incontro a Niall.

Matthew e Kahius iniziarono a gridare nello stesso momento, precipitandosi in basso, ma era tardi.

Niall e Galway si stava azzuffando nel centro dell'Atrio, lanciandosi terribili insulti in irlandese, rotolando sul freddo pavimento di marmo; la ragazza bloccò Niall sotto di sè e lo prese a pugni, ma lui ribaltò la situazione, strattonandola con violenza.

Alex si mise le mani nei capelli e accorse, cercando di separare le due belve: Matthew fu raggiunto un calcio in pieno viso e si accasciò, coprendosi il naso con le dit, mentre Kahius cercava di trovare un punto per afferrare Niall.

Nel frattempo, anche il resto della Casa era stato ridestato dal rumore: passi affrettati si avvicinavano dai piani superiori, mormori preoccupati come un venticello leggero che spazzava la scalinata.

-Matthew!- urlò la voce di Calendula e la ragazza si precipitò dalla scale senza presatre la minima attenzione, scalza, con indosso un pigiama troppo largo. Si inginocchiò accanto al ragazzo, sollevandogli il viso coperto di sangue in ansia.- Stai bene?

Lui annuì, lanciando un'occhiata alla rissa ancora in corso e la cinse con un braccio, attirandola vicina al suo corpo.

-Basta!- Jamie dispiegò le ali, fermandosi sul primo scalino.- Niall! Galway!

Ma non c'era modo di placare i due amanti, continuavano a gridare, rotolare, picchiarsi, in una perfetta rissa da bar. Alex, ansante, alzò gli occhi verso Kahius, disperato quanto lui.

Beth strinse la mano di Jamie.- Devo evocare forse un Demone per farvi calmare?

Molti Discepoli, radunati lungo il parapetto del primo piano, si ritrassero precipitosamente, spaventati da quell minaccia, ma i due litiganti non sentivano altro che la loro furia cieca.

-Niall.- Calendula si era avvicinata appena, le mani strette al seno e stava chiamando dolcemente il ragazzo.- Per favore, ascoltami.

Lui voltò appena la testa ed Alex, fulmineo, lo afferrò per le braccia, tirandolo via dal pavimento, mentre Kahius sollevava come un sacco di patate Galway. Il giovane sbattè le ciglia, fissandosi le mani piene di sangue, come svegliandosi da un sogno. Alzò gli occhi su Calendula, avvicinandosi ed aprendo la bocca, ma lei indietreggiò, rabbrividendo e Matthew la attirò nel cerchio delle sue braccia e la strinse a sè, scuotendo la testa e guardandolo con durezza.

Niall deglutì, chinando il capo.- Scusatemi.

Jamie e Beth accorsero, chiedendo spiegazioni, ma Alex era troppo stanco per fornirle. Si limitò a fissare Calendula che accarezzava il viso pieno di sangue di Matthew, mentre lui la cingeva con un braccio, gli occhi socchiusi.

Perchè l'amore rendeva felici alcuni e tremendamente infelice altri? Era una grave ingiustizia.


ANGOLO DELL'AUTORE.

Esistono amori felici in questo Mondo?

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora