Capitolo 2.- Un'arma raffinata

223 13 0
                                    


-Non ho paura.- ribattè lei irritata che avesse capito cosa provava.- Non mi serve aiuto!

-Sì invece.- la strinse più forte, premendole il viso contro la spalla, la testa china sulla sua.- Calendula, non serve fingere, va bene? Kevin spaventa anche me, te l'ho detto ieri.- le sussurrò e le  dita di lei gli strinsero dolcemente il polso.- Ma non devi avere paura, perché io ti proteggerò.- le strofinò la guancia contro la testa.- Sono il migliore, lo sai, e sono anche deciso a non concedere a scimmie e gorilla vari di rivederti o toccarti.

Lei sorrise controvoglia, stringendosi contro il ragazzo. Lui respirò tra i suoi capelli, scompigliandoli. Restarono così per un po', i loro cuori che battevano all'unisono.

Calendula sapeva che avrebbe dovuto chiedergli del bacio del giorno prima, che dovevano parlare di quello che provavano, che doveva almeno provare a capire, dirgli che erano simili, lo erano davvero. Ma non in quel momento, si disse. Voleva solo restare ferma mentre Matthew la cullava dolcemente, senza parlare. Era piacevole, poteva staccare la mente, far vagare i pensieri, sentirsi bene per una volta, al sicuro.

-Una volta mi ha detto che vorresti essere capace di salvarti da sola.- le disse all'orecchio, facendola avvampare.- Posso insegnarti ad usare un'Arma. Ti farebbe sentire più protetta; mai quanto stare con me, ma se vuoi...

Lei scosse la testa.- Non sono portata per la lotta, per la vita che fate voi Armati; sarei un impiastro pericoloso.

Matthew si alzò.- Vediamo.- lei tese una mano alla cieca e sentì le dita del ragazzo stringersi attorno alle sue con forza e sollevarla da terra con delicatezza.

Lei si appoggiò al suo petto per riprendere l'equilibrio, irrigidita dopo quelle ore di immobilità e le mani dell'Armato le cinsero la vita. Si allontanò da lei, lasciandola sola per un istante, in quel buio che le metteva i brividi. Poi la luce si accese e lei dovette sbattere più volte le ciglia per recuperare la vista, abituandosi poco alla volta alla luminosità della stanza. Matthew si arrotolò le maniche della felpa, guardandola con i suoi occhi di zaffiro.



- Adesso ti farò vedere una cosa.- estrasse la sua katana dal fodero e Calendula la fissò immobile, esitante. Era molto lunga, sottile, dall'aria pesante e letale; era raffinata, lo capiva perfino lei, con quella lama damascata e l'elsa nera, intarsiata.

Il ragazzo la teneva con una mano sola, facilmente, abituato al suo peso; era un guerriero, pensò Calendula con una fitta, qualcuno che con lei non aveva nulla a che fare.- Tieni.- la prese per la lama, tendendola alla ragazza.- Prendila con tutte e due le mani, è pesante.

Lei scosse la testa, indietreggiando.- No.- lui alzò gli occhi al cielo e le si avvicinò, mettendogliela in mano. Era veramente molto pesante, troppo per Calendula. Le tremarono le braccia quando Matthew la lasciò, andandole alle spalle. Sentì il suo corpo tendersi contro il proprio quando strinse le dita attorno a quelle della ragazza, raddrizzando senza difficoltà la spada. -E invece sì.- le sussurrò.- Vedi? Devi solo stringerla così...-chiuse le dita minute di Calendula sull'elsa.- Con una mano, con due...come preferisci.

 Si mosse leggermente e lei sgranò gli occhi, rafforzando la presa sull'arma.- Non lasciarmi. Mi cadrebbe, è troppo pesante per me...

Lui sorrise contro la sua pelle, il mento appoggiato alla sua spalla.-Non vado da nessuna parte.- la strinse.- Ti ci abitueresti, lo fanno tutti.- poi si fece serio.- Fai un passo avanti, raddrizza le braccia....- corresse la sua presa e la spinse dolcemente avanti, facendo un affondo.

Calendula odiava le armi- anche se non aveva nulla contro la caccia o la pesca e di certo non criticava chi mangiava la carne- ma le fece un certo effetto vedere la lama brillare, stretta tra le sue dita, intrecciate a quelle di lui. Immaginò di trapassare la carne di un altro essere vivente, di un Demone o di qualcosa che comunque era vivo. -Come è uccidere? Come ci si sente?

Lui ci pensò, continuando a tenere la testa a livello di quella di lei, chinato in avanti, il suo corpo che aderiva a quello di Calendula.- Non lo so. Come è non uccidere?-sorrise e le diede un bacio leggero sul collo, facendola quasi sussultare.- Non posso sapere cosa si prova ad essere innocenti come te, pulcina. Non lo sono da molto tempo ormai, ho dimenticato come ci si sente nell'essere puri. Per me, uccidere è normale.

Lei esitò.- Ti piace quello che fai? Essere quello che sei?

Lui non rispose e si raddrizzò, togliendole dolcemente la spada dalle mani e rinfoderandola, senza guardarla. Lei si strinse tra le braccia, fissandolo imbarazzata dal basso.- Ho detto qualcosa che non va?

Matthew scosse la testa, prendendola tra le braccia e posando il mento sui suoi capelli, stringendola.- Sì, ma lo fai sempre.- le diede un bacio leggero in fronte.- E mi piace quando lo fai.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Matthew non è del tutto soddisfatto della sua vita a quanto pare...cosa ne dite, Calendula potrebbe cambiarlo? Nel prossimo capitolo scopriremo chi è il nuovo misterioso Discepolo...e qualcuno non ne sarà affatto felice. Il passato torna sempre a perseguitarci quando meno ce lo aspettiamo, dico bene?

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora