Capitolo 21.- Matt

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Ignorò Niall che bussava alla porta e la chiamava e alla fine lo sentì sospirare; sbirciò dalla serratura e vide la sua sagoma scura contro il vetro di una finestra, un album da disegno in mano e una matita che volava sul foglio. Almeno, aveva di nuovo la sua passione a consolarlo. 

Si appoggiò al legno della porta con la schiena, asciugando le ultime lacrime che le rigavano le guance e studiò la stanza di Matthew, avvampando quando ricordò di averlo visto in quello stesso letto, nudo ed insieme a Sybil. Evitò con cura il baldacchino e camminò per il resto della camera: c'era un armadio da cui si riversavano vestiti stropicciati, una poltrona comoda e un vaso sul davanzale.

Accarezzò la rosa solitaria che si ergeva fiera nel suo vasetto di porcellana e guardò il cielo nero, il giardino buio. Pesanti gocce di pioggia rigavano il vetro: là fuori, da qualche parte, qualcuno voleva farle del male, pensò sfiorando la ferita rimarginata sul braccio. Con un brivido, tirò le tende di velluto scuro e la stanza divenne buia. Si avvicinò alla scrivania ingombra di libri e fogli spiegazzati; c'erano appunti sui Demoni, una copia fusta della storia degli Armati e alcuni libri in lingue che lei non conosceva, latino e greco. Ne accarezzò uno e si immaginò Matthew che leggeva a tarda notte, il capo biondo chino sui suoi appunti disordinati. 

Alla fine non trovò nulla di meglio da fare che sedersi sul letto del ragazzo. Le coperte erano disordinate e quando Calendula si stese, la testa sul cuscino, sentì il familiare profumo di Matthew, una fragranza particolare che le ricordava lo zenzero, ma più...acerba. Rotolò sulla pancia e si trovò a fissare una scacchiera. Era posata sul comodino, tutti i pezzi allineati, ma aveva l'aria di abbandono tipica degli oggetti cari che vengono messi da parte. Era coperta da un velo spesso di polvere e le si strinse lo stomaco. Matthew giocava a scacchi una volta? Sapeva poco di lui: come poteva conoscere qualcuno che le impediva di avvicinarsi abbastanza da vedere oltre la maschera che si era creato?

L'occhio le cadde su una foto: non aveva idea che gli Armati avessero delle foto né che Matthew potesse avere una cornice sul comodino. La prese esitante fra le mani.

Era una foto di gruppo, protetta da un vetro e sembrava essere stata scattata molto tempo prima. Non conosceva quasi nessuno dei visi che sorridevano; poi la osservò con maggiore attenzione. C'era una ragazza bassa, con folti capelli ricci e indomabili, come un'aureola crespa e al suo fianco un ragazzo magro come un fuso, molto alto, che aveva una Katana simile a quella di Matthew fissata alla vita. Una ragazza bionda con tratti delicati faceva una smorfia alla volta della fotocamera,  mentre un suo coetaneo dal volto coperto da strani tatuaggi contorti le faceva probabilmente il solletico.

Non li aveva mai visti, ma accanto a loro, sussultò per la sorpresa quando  li riconobbe, c'erano Alex ed Alexia, molto più giovani, l'una in spalle all'altro insieme ad una Cecily senza ali, con i capelli rossi raccolti in un nodo. Jamie, un Jamie dai lineamenti meno dolci di quelli che lei conosceva, guardava l'obiettivo con espressione distratta, e sule spalle teneva...Matthew.

Non poteva sbagliare, era lui ne era certa. Un bambino, dai folti capelli biondo cenere, che sorrideva sdentato, con le sue fossette a segnare due guance paffute. Le si strinse il cuore. Quella foto doveva risalire alla sua infanzia, non c'era neppure Beth. Si rese conto che non aveva mai visto il ragazzo così felice, così sorridente; la vita di quelle persone sarebbe stata stravolta dopo poco tempo, alcuni di loro sarebbero morti, altri se ne sarebbero andati e Matthew...Matthew sarebbe rimasto, cambiato nel profondo, pensò con un brivido prolungato. Si toccò il collo e sentì il vuoto lasciato dal Vincolo, la pelle fredda senza quell'Anello.  Forse avrebbe dovuto tenerlo, dopotutto: forse, la protezione di Matthew le serviva davvero.





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