Capitolo 20.- La morte in viso

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-Mamma...- Lilo aprì gli occhi ed iniziò a muoversi. Calendula lo cullò, accarezzandogli la testa: con suo fratello funzionava sempre, si riaddormentava subito.- Shht.

Lui iniziò a piangere, agitando i pugni paffuti. -Voglio la mamma...- La ragazza esitò, incerta su come comportarsi con un bambino che aveva conosciuto solo una manciata di minuti prima. Perché Matthew lo aveva lasciato con lei, una perfetta sconosciuta? Cercò di farlo addormentare, ma senza risultati. Anzi: quando si rese conto di non essere più con l'Armato, Lilo iniziò a strillare e gli comparvero due piccole ali candide.

Calendula sgranò gli occhi mentre il bambino iniziava a volare e cercò di afferrarlo al volo, ma non riuscì a mantenere la presa sulla sua caviglia con la mano ancora dolorante; Lilo inizio a svolazzare a un paio di metri da terra, allontanandosi. -Matt! Matt!

Calendula balzò in piedi e lo seguì, richiamandolo, ferendosi con le spine dei cespugli, cercando di non perdere mai di vista il bambino che volava e piagnucolava, alla ricerca del suo Matthew; provò a prenderlo per il piede, ma era troppo bassa per raggiungerlo e lui si agitò, volando ancora più in alto, fino a posarsi sul ramo di un albero come un grande uccello singhiozzante. Era molto in alto, forse sette metri e Lilo non pareva sapere controllare le sue ali, che si ritrassero improvvisamente. Non appena si rese conto di non poter scendere, scoppiò in lacrime isteriche, gridando a pieni polmoni.

La ragazza si passò le mani tra i capelli. Cosa poteva fare? Non certo lasciarlo lì da solo! Non poteva andare a cercare aiuto, se lui fosse caduto non ci sarebbe stato nessuno a prenderlo. Ebbe un attimo di esitazione mentre osservava l'albero, un faggio a quanto poteva intuire, alto e robusto: sin da bambina, aveva sofferto di vertigini. Alle elementari, quando avevano dovuto fare un esercizio alla spalliera, si era messa a piangere per l'altezza- non più di tre metri- e la maestra l'aveva fatta scendere fra le risate generali. Quando gli altri si arrampicavano come delle scimmie su per gli abeti, lanciando pigne dall'alto, lei restava in basso, le gambe che tremavano. Posò la mano sulla corteccia dell'albero e abbracciò il tronco.

Si immaginò Sybil che si arrampicava e suppose che lo avrebbe fatto in tacchi a spillo, con un vestito perfetto ed aderente. Bhe, lei non era quella ragazza e di certo non lo sarebbe mai stata. Riuscì a salire sino a sei metri, tremando, le braccia e le gambe che bruciavano per lo sforzo, il viso pieno di tagli, come il palmo delle mani, mentre l'ustione quasi guarita bruciava come fosse stata appena inferta. Cercò di non pensare al vuoto che si apriva sotto di lei e si issò sul ramo largo e resistente appena sotto quello di Lilo, che piangeva ancora.

-Sono qui.- balbettò senza fiato, tremando.- Lilo ci sono io, non avere paura.

Poi guardò in basso e sentì il cuore bloccarsi: un abisso si apriva tra lei ed il terreno duro sottostante. Cadere da quell'altezza sarebbe stato letale per chiunque: si sarebbe rotta come minimo tutte le ossa, mentre nella peggiore delle ipotesi... Cercò di vedere almeno la città, per darsi forza, ma le foglie coprivano tutto in quella direzione, se non il luccicare dei vetri dei grattacieli. Come sarebbe scesa? Era un problema che non si era posta quando aveva deciso di salire: aveva fatto qualcosa di stupido, decise, come spesso accadeva quando cercava di aiutare gli altri.

-Voglio scendere!- pianse Lilo.- Voglio scendere!

Calendula si alzò, tremando, tenendosi al tronco.- Ci sono io, Lilo, non avere...pa...paura- disse e fece un passo avanti tremando.- Dammi la manina, ti porto giù.- Bugia, pensò.- Ti aiuto io.

Lilo tirò su col naso ed esitò, guardandola con gli occhi vispi e luminosi, oscurati dalla lacrime.- Tu sei buona?

-Sì.- disse con la gola secca, gli occhi che le pizzicavano per il desiderio di piangere. -Sono amica di Matthew.

-Allora mi porti da lui?

Tese la mano.- Dammi la mano, ti prendo io.- sorrise con il cuore che batteva come impazzito nel petto, come se sentisse che quella situazione era troppo per lui.- Ti accompagno da Matthew.

-Sai volare anche tu?- chiese tutto contento.-Come il papà?

-No, ma posso arrampicarmi.- cercò di mantenere ferma la voce, mentre una folata di vento faceva tremare l'albero.- Vieni!

Lilo si mosse verso di lei...Calendula si staccò disperata dal tronco e prese al volo il bambino, stringendolo al petto, sostenendolo. Ora, però, non aveva nessuno sostegno. Diede un'occhiata in basso e si sentì mancare; barcollò verso il tronco e vi si appoggiò con la spalla. E ora? Se fosse riuscita in qualche modo a raggiungere il ramo sotto di loro, si sarebbe potuta calare a terra con Lilo...mosse un piede e si raddrizzò, trovando una sorta di equilibrio. Azzardò un passo, pensando che forse non sarebbe morta; accadde in un secondo. Una volata di vento le fece perdere l'appiglio: barcollò di lato e scivolò, precipitando, Lilo tra le braccia.

 Sentì i sette metri che la separavano dal suolo diventare sempre di meno, l'aria che le fischiava attorno, il panico che le bloccava lo stomaco; pensò alla sua casa, alla sua famiglia e chiuse gli occhi, pregando che almeno il bambino si salvasse. L'impatto non arrivò; quando aprì gli occhi, ansante, scoprì di essere viva. Lilo era stretto al suo petto e piangeva.

-Cosa ti è preso?-sibilò una voce al suo orecchio e lei si voltò. Matthew la fissava pallido, gli occhi sgranati, tenendola saldamente tra le braccia. Stava ansimando e poteva sentire il battito del suo cuore contro di sé; era teso, tutti i muscoli contratti. Lei arrossì sotto il suo sguardo rabbioso ed abbassò la testa per accarezzare i capelli di Lilo.- Volevo aiutarlo...

-Calendula.- la interruppe Matthew con voce soffocata.- Non provare mai più a fare una cosa del genere, potevi ucciderti.

La posò a terra con delicatezza, e lei scivolò a sedere sull'erba, lasciando andare Lilo, che camminò verso Matthew. Lui lo accarezzò, inginocchiandosi, con l'espressione di chi ha visto la morte in faccia e lo strinse contro di sè.- Shht, Lilo va tutto bene, sono qui...

 -Scusami- sussurrò Calendula imbarazzata, fissandosi le dita delle mani; era piena di graffi e lividi.- Non volevo che...

Matthew alzò una mano. Tremava ancora.- Vai in Infermeria e fatti dare una sistemata, sei conciata malissimo.- si voltò dall'altra parte, guardando verso la Casa.- Devo portarlo dai suoi genitori.

Si alzò, prendendo il bambino in braccio e sparì, lasciandole sola e tremante in quel posto sconosciuto.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Matthew si è decisamente arrabbiato con Calendula: voi al posto suo avreste cercato di salvare Lilo? 




Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora