Capitolo 17.- Tutto ciò che conta

207 17 2
                                    


-Ma guarda.- commentò sedendosi e mettendo in mostra il suo seno nudo che rimbalzò lieve.- Sei in compagnia.

-Cosa fai qui?- chiese lui impassibile, rafforzando la presa su Calendula. -Non sei la benvenuta.

-Volevo solo divertirmi con te.- accavallò le gambe, la testa inclinata di lato.- Non vuoi mettere giù la bambina e venire qui, Matje?

Calendula iniziò a divincolarsi.- Torno nella mia stanza.- lui la strinse di più. -Non ti lascio andare via.- ribattè irritato.- Tu resti con me.

-Non intendo assistere!-disse arrabbiata, guardandolo dal basso.

Matthew strinse le labbra in una linea dura.- Non ti chiedo una cosa simile.- alzò gli occhi e li puntò sulla Armata ammiccante davanti a lui.-Ksenija, vattene dal mio letto.Ora. Subito.

Lei ridacchiò, scostando i capelli biondi dal collo, inginocchiandosi.- Non puoi dire sul serio, Matje, io lo so che mi vuoi.- si leccò le labbra.-Mi vuoi eccome...

-Vattene!- urlò lui e Calendula sussultò, nascondendo il viso nella sua spalla.- Non ti voglio, lo capisci? Hai torturato Calendula, non ti voglio neppure vedere!-scoppiò a ridere quando vide l'incertezza su quel viso di solito imperturbabile.- Credevi che di te mi importasse qualcosa? Sei solo un oggetto per me, mi servi per sfogarmi, per annullare la mia coscienza qualche ora! Vattene da questa camera, dalla mia dannata vita, io non ti voglio!  -la fissava con rabbia a stento trattenuta.- Ksenija, fuori. Ora.

L'Armata lo osservò attentamente con i suoi occhi pericolosamente rabbiosi. Poi spostò lo sguardo glaciale su Calendula, avvolta ancora nelle braccia del giovane e si alzò, lasciando cadere la coperta che l'avvolgeva, che si piegò in mille morbide pieghe ai suoi piede. Matthew distolse lo sguardo dalla sua pelle marmorea, dal fisico perfetto e levigato, puntandolo su Calendula: lei era rossa in viso, imbarazzata, come se avesse dimenticato che la donna nuda di fronte a loro l'aveva torturata, come se si sentisse lei l'intrusa, quella sbagliata. Matthew la strinse, mentre Ksenija usciva lentamente, senza darsi la pena di rivestirsi; anzi, dei suoi abiti non c'era traccia.

-Questo è stato imbarazzante.- disse sottovoce Calendula, senza neppure guardarlo.- Vederti cacciare una persona che è perfetta per te solo per colpa di una patetica Umana che odi.

Lui ebbe un colpo al cuore e chinò il capo sul suo.-Io non ti odio.- sussurrò piano.- E Ksenija non è perfetta per me, nessuno lo è...

Lei alzò lo sguardo.- Sei certo di non volerla, Matje?

-Non mi chiamare così.-la pregò piano il ragazzo.-Quel nome, non mi appartiene. Io sono Matthew.

Lei esitò, accarezzando il suo medaglione con dolcezza.- Perchè loro ti chiamano così, allora?

-È una lunga storia.- mormorò, poi le accarezzò l'occhio gonfio.-Cosa ti hanno fatto, pulcina? Me la pagheranno.

-No invece.- sospirò.- Sto bene, Matthew....

-Loro...-esitò.- Loro come stanno?

-Stanno bene, davvero...o almeno, stavano bene quando me ne sono andata.-lui fissò il labbro gonfio mentre parlava e perse il filo dei pensieri mentre odiava ferocemente Joannes.- Ti hanno picchiata per tutto questo tempo?

Lei chiuse le palpebre, sfinita.- No, ho sbattuto la testa contro al muro perchè ti sei tagliato i capelli.

-Spiritosa, Calendula.- L'Armato strinse le labbra, posandola con delicatezza sul letto. Lei rimase basita nel guardarsi attorno mentre lui entrava in un piccolo bagno; quella stanza non aveva nulla a che vedere con la sua, piccola e fredda.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora