Capitolo 31.- Un tuffo nell'oblio

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Fissava i cumuli di polvere che erano stati Demoni, spazzati via dal vento, incapace di cancellare quella scena dalla sua mente; era come se quel preciso momento della sua vita fosse destinato a restarle per sempre impresso in mente, con l'odore di sangue che la avvolgeva, nauseandola. Sentiva le urla di Beth e vedeva le figure degli altri Armati che la circondavano, sentiva qualcosa di terribile, qualcosa di orribile che si agitava nel suo cuore e le bloccava la respirazione; scorse Jamie correre verso la moglie, zoppicando e sentì il dolore peggiorare. Le faceva male tutto.

-Calendula.- Matthew era fermo davanti a lei, coperto di sangue, gli occhi azzurri fissi nei suoi, la spada in mano.- Ehi, è finita.

-Non è vero.- sussurrò e tremò, scoppiando in lacrime.- Non finirà mai....questa vita è un incubo!

Lui scosse dolcemente il capo.- Pulcina, sei solo sconvolta, vieni qui, lascia che ti aiuti, sei ferita...- allungò la mano libera, avvicinandosi. -Lascia solo che ti...

Lei si ritrasse, gli occhi colmi di lacrime.- Tutto questo è causa mia. È colpa mia!

-Non è vero.- Matthew avanzava lentamente verso di lei, guardandola con decisione negli occhi.- Calendula andrà tutto bene, devi solo venire con me.




Lei sorrise tra le lacrime.- Andrà bene?- ripetè.- Cosa? Che io sia la sorella di Justin? Che mi abbia appena cercato di sacrificare? Che la mia vita sia una bugia? Che tutto quello che mi hanno detto era solo...solo parte de piano di un pazzo?-deglutì, sentendosi inutile, piccola e fragile.- Niente andrà mai bene, Matthew. Niente è mai andato bene a me!

-Non devi prenderti la colpa perché lui è stato crudele e ti ha rapita, ti ha usata!- Matthew la fissava, stagliandosi contro la luce del faro che ruotava lento.- Stai tremando. Vieni qui, Calendula...-spalancò disperatamente le braccia.- Ci sono io. Vieni qui...

-Tutto questo è così...- mosse un passo indietro, avvicinandosi al bordo della scogliera.- Può essere solo un incubo, Matthew.

-Non lo è.- la guardò, allarmato.- Calendula...ascoltami, possiamo farcela, devi solo avere fiducia in me.

- Io sono...- affondò il viso nelle mani.- Sono la chiave per distruggere il vostro e il mio Mondo. Se qualcuno decidesse che...

-Io non lascerò che decidano!- disse perentorio.- Calendula, per favore, calmati...nessuno ti prenderà mai più! Nessuno ti porterà via da me, mai più.

-Voglio solo che voi tutti stiate bene.- sussurrò Calendula con un nodo in gola. -Tutti. Ho sempre e solo voluto questo.

Quel tutti non comprendeva solo lui, Matthew, che la fissava con i suoi bellissimi occhi azzurro mare-cielo, o Beth che ancora gridava, o Jamie, con la sua storia unica e la sua bellezza; era esteso anche a Niall, con il suo accento irlandese e gli occhi magici, a Galway  e alla sua nuova vita, a Lilo che aveva davanti così tanti anni duri, ad Alexia e Cecily, ad Alex, Matthias, Natasha. E naturalmente anche a Sybil, Elsa, alla sua famiglia, ad Aleadro, Jordan, a tutti gli studenti della sua scuola, a Scemo e più Scemo che erano rimasti senza il loro capo, ai Discepoli nella Casa, a quella che aveva creduto la sua famiglia in Italia, a Lorenzo, il suo fratellino, a Sara, ai misteriosi Marie ed Antony....tutti loro erano in costante pericolo se lei viveva, perchè lei era una chiave di volta per distruggere tutto. Quella non era vita, era solo un tunnel oscuro, una roulette russa che avrebbe deciso quando il mondo sarebbe finito.

Fece un passo indietro.- Una sola anima, non vale forse la salvezza di tutti i Mondi?

-Non...- Matthew la guardò.- Calendula....

-Forse è meglio così; forse il mio destino è davvero questo.-si voltò verso lo strapiombo alle sue spalle, fissando il mare nero sotto di lei, mentre il vento le faceva volteggiare i capelli attorno al viso.- Io non so nuotare.- sussurrò, chiudendo gli occhi.

Matthew si slanciò in avanti, ma era troppo tardi: la ragazza spalancò le braccia e si tuffò nel vuoto, come se stesse spiccando il volo. Matthias gridò qualcosa, ma lei non lo sentì. Sentiva solo l'aria fredda, gli spruzzi salati sul viso, le sue lacrime che le rigavano il volto; ripensò a quante volte da bambina aveva pensato di poter volare, alla bellezza che sembrava celarsi nelle ali degli uccelli. Una volta suo padre le aveva detto che sua madre viveva nelle stelle e da allora lei aveva sempre voluto raggiungerle, ma non era mai riuscita a comprendere come fare. Ora era così ovvio: per volare, bastava saltare. Sorrise: aveva aspettato anche troppo per essere libera a sua volta di toccare le stelle.

Il buio la avvolse e tutto scomparve nell'Oblio.





ANGOLO DELL'AUTORE.

E se vi dicessi che questa terza parte finisce qui? :3

Domani pubblicherò un breve interludio (così vi tengo sulle spine ancora un po', sì, sono crudele) che parlerà di un oscuro segreto. Have a nice day, pinguini.


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora