Capitolo 13.- La storia di Galway

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-Niall dice la verità.

Matthew non sapeva se essere più sgomento per la confessione di Galway o per la sua totale serenità. Stava seduta nello Studio del Tutore, le gambe accavallate, gli occhi fissi in quelli di Cecily e l'espressione di chi non ha nulla da nascondere. Il che era assurdo: tutti avevano un segreto, almeno uno, e lei pareva averne a decine, almeno da quanto poteva dedurre il giovane. -Non sono stata onesta con te.

-Come?- Cecily sbattè le ciglia e i suoi occhi verdi, già stanchi, antichi come il ragazzo non li aveva mia visti, sembrarono sfiniti.- Quindi mi hai mentito?

-Non mentito.- disse a disagio, lo sguardo che spaziava da Matthew, seduto sul davanzale della finestra, a Niall, appoggiato alle sue spalle accanto alla porta.

Era insieme a Calendula, che sembrava molto imbarazzata di essere stata accolta in quella che evidentemente era una riunione privata. Ma l'Armato era stato chiaro: la voleva con sè e visto che lui era l'unico a poter testimoniare contro Galway nel caso avesse detto qualcosa riguardo al suo passato, era necessario che fosse lì. Matthew non poteva dire di non capirlo; Calendula era una ventata fresca in un luogo asfissiante, era rassicurante poterla vedere o stringere, dava una sensazione di pace paragonabile solo all'oblio.

Scosse il capo, cercando di cacciare il pensiero, di dimenticare quello che aveva detto la sera prima. Lei si era innamorata di lui e lui le aveva spezzato miseramente il cuore.

-E come lo chiami raccontarmi che sei stata cacciata dalla Casa da una donna che invece a quanto pare stravedeva per te?- Cecily sembrava arrabbiata.- Io lo chiamo mentire. È un tradimento, Galway e io non vedo di buon occhio i tradimenti!

-Eleonore mi odia davvero.- Galway sospirò e alzò lo sguardo stanco.- Quando mio padre iniziò ad accogliere Umani ero troppo piccola per capire cosa significava esattamente. Lui non li accoglieva e basta, no. Permetteva che mantenessero legami con le loro famiglie, se lo volevano, li addestrava, ma non cancellava la loro esistenza dal Mondo Umano. Mi facevano paura: erano un pericolo per me, per la mia vita tranquilla. Non c'era più confine tra la mia vita e la loro e la cosa mi mandava al manicomio. Poi ho conosciuto Niall; mio padre lo aveva accolto e lui era spaventato, triste, solitario. Mi piacque subito, come se fosse stato destinato a diventare mio amico.- guardò verso il ragazzo, che si limitò a stringere le dita di Calendula. Matthew si adombrò, ma rimase fermo nel suo angolo.- Lui era diverso. Credevo fosse un Armato e lui non mi ha mai corretto; abbiamo giocato insieme, catturato folletti, perfino visto una Banshee sulla scogliera dove...dove la gente andava per tuffarsi.




-Tutto molto bello, ma...- Cecily abbassò lo sguardo sulle sue dita intrecciate.- Non è una scusa. Mi hai mentito a Roma, mi hai detto una bugia terribile.- si oscurò.- Io non sopporto le bugie.

-Neppure io.- disse Galway con voce smorzata.- Per questo quando ho scoperto cosa era Niall l'ho odiato. Gli ho urlato contro, l'ho buttato fuori dalla nostra casetta sull'albero, me ne sono andata in lacrime; non gli ho rivolto per mesi la parola. Non mi importava se ci eravamo giurati di stare insieme, se era il nostro destino, se gli volevo bene...e so che eravamo destinati l'uno all'altra, l'ho sentito. È una cosa strana, mi sembrava di guardare la parte migliore di me quando guardavo nei suoi occhi.

Matthew sentì una stretta a cuore e socchiuse gli occhi, fissando Calendula, che guardava preoccupata il viso pallido di Niall, stringendogli forte il polso; lui non doveva sentire molto, non mentre lo toccava una ragazza così piccola, ma sembrava che si fosse impercettibilmente rilassato.

 -Non lo volevo più. Mi aveva mentito. Non lo odiavo perché era un Umano, ma perché era...un bugiardo. L'Ordine aveva ragione nell'odiarli: Umani. Buoni solo se tagliavano i ponti con la vita prima della Casa e anche allora erano carne da macello.- sospirò.- Ma poi, dopo che lui partì, dopo che i mesi passavano senza che nulla cambiasse, mi resi conto che Niall mi mancava. Che mi mancava come amico e compagno di avventure. E che gli Umani erano veramente utili: mio padre aveva ragione. Collaborai con lui fino a pochi mesi fa e quando è morto...Allora Eleonore mi ha cacciata. Mi ha cacciata perché sapeva che la piccola e viziata Galway che aveva cacciato il suo migliore amico era morta e che io non volevo che agli Umani venisse negata la libertà che mio padre aveva introdotto. Sono fiera di lui, di come ha migliorato il nostro mondo!

-E perché sei venuta qui?- la voce di Matthew era pungente; poteva anche essere ancora arrabbiato con Niall perchè aveva ferito involontariamente Calendula, ma lo avrebbe difeso sempre.- Sapevi che Niall vive in America, lo hai fatto lo stesso, sapendo che vi eravate giurati di non vedervi- la fissò duro.- So che lo avevate fatto, quindi non perdere tempo a mentirmi.

-Era la mia unica speranza. Questa è l'unica Casa dove avrebbero accolto Galway, la stupida figlia di Richard, la nipote di Elias, che ha praticamente distrutto l'Ordine in passato.- si voltò e guardò Niall.- Noi due abbiamo fatto un giuramento e io non ho dimenticato; non ti chiedo di amarmi ancora, solo di non odiarmi.- si sfiorò il polso, distratta.- Potrai mai perdonarmi?




L'Armato si irrigidì.- Sei ridicola. Mi hai odiato perché non ero come te, perché io pensavo tu sapessi cosa ero...e invece tu non lo sapevi e quando l'hai scoperto mi hai spezzato il cuore per sempre. Dovrei perdonarti?

-L'amore non è mai facile.- disse Cecily e sembrò sull'orlo delle lacrime.- E le bugie non fanno che danneggiarci.

Niall scoppiò in una risata tetra.- Non crederò mai che tu sia cambiata! Non dopo quello che Eleonore ti può aver detto in questi anni. Sei qui per migliorare il Mondo? Bene, fallo senza rivolgere la parola a me.

Lei si adombrò, alzandosi per parlare, ma Niall sibilò qualcosa in un dialetto che Matthew non conosceva, spingendo piano Calendula alle sue spalle, come volesse proteggerla. Matthew posò istintivamente la mano sull'elsa della sua arma, pronto a scattare.

Qualcuno bussò alla porta, molto delicatamente. La Tutrice si asciugò gli occhi e disse qualcosa con voce soffocata, senza quasi essere udita dai presenti.

Natasha entrò nella stanza, avvolta in un abito di tulle rosso fuoco, i capelli morbidi sparsi sulle spalle nude. Calendula si addossò al muro, cercando di scomparire, allontanandosi dalla Fata e Niall le mise una mano sul gomito per impedirle di cadere, gesto che fece tendere i muscoli di Matthew. Natasha scoccò uno sguardo a Galway, in piedi, che fissava senza espressione Niall e Calendula, correndo da un viso all'altro.

-Un' Anima redenta.- disse rivolta a Cecily.- Lo hai notato?

-Sì.- la Tutrice si massaggiò le tempie. -Per questo è qui e non in prigione, perché so che dice la verità, per quanto assurdo possa sembrare.- Niall sbuffò sonoramente. Anche Matthew aveva seri dubbi sulla versione di Galway, a dispetto di quello che Cecily poteva dire o meno della sua anima; lui non credeva molto nella redenzione. 

Natasha scivolò verso la scrivania, ignorando tutti i presenti e sedette con grazia, sorridendo a Matthew.- Allora, come sta il mio prigioniero?

- Immagino che questo vuol dire che posso andare?-chiese Galway bruscamente, sempre fissando Niall con intensità, ma lui teneva la testa bassa, gli occhi sul viso di Calendula.

-Per ora.- puntualizzò Cecily.- Ma riceverai una punizione. Non amo le bugie...sono pericolose.- le si spezzò la voce e tossì.- Potete andare, tutti voi.

-Veramente, forse Matthew potrebbe restare.- disse con voce flautata Natasha. Poi i suoi occhi antichi videro Calendula.- E anche la nostra piccola Umana.


ANGOLO DELL'AUTORE.

Come promesso, ecco l'incontro tra Cecily e Galway; credete nella redenzione? Galway è cambiata davvero in questi anni, oppure Niall ha ragione e trama qualcosa? Di cosa vorrà parlare Natasha a Calendula?

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora