Capitolo 2.- La Casa rinata

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Scivolò silenziosamente dentro la finestra dell'Infermeria, che aveva lasciato aperta, sgattaiolano oltre la porta della camera del Guaritore, sperando che il satiro promesso da Natasha fosse duro d'orecchi, o magari occupato ad ambientarsi. Guardò l'orologio. Se avesse fatto in fretta non avrebbe neppure incontrato Alex e Matthias che rientravano dalla Missione...La luce del salotto si accese di scatto, gelandolo sul posto, il piede sul primo gradino, perfettamente visibile, lì, una macchia nera nell'atrio bianco. Si voltò lentamente, la coda fra le gambe, colto in fallo. Sulla soglia del salotto si stagliava una figura snella ma imponente, le braccia incrociate sul petto, sopra il medaglione che splendeva alla luce delle lampade. Aveva i capelli platino che cadevano sulla fronte in ciocche leggere e occhi di un candore accecante, fissi su di lui, che non lasciavano trasparire nessuna emozione.

-Ehilà, Jem.- salutò a disagio. Matthew conosceva il carattere del vice Tutore, sapeva che di solito era piuttosto facile farsi perdonare se commetteva un errore che lui stesso aveva commesso, ma uscire di notte forse era stato troppo anche per la pazienza e l'ironia dell'Angelo. Mentre Cecily ed Alexia erano a Roma, era lui il capo; Cecily ed Alexia da sei anni a quella parte, vivevano a Roma per periodi lunghissimi, cercando di mettere ordine nelle carte per il loro matrimonio, che molti ancora osteggiavano. Cecily poteva aver avuto un ruolo chiave nella Guerra, ma restava una Fata e le Fate facevano ancora paura a molti; Mahumut, il Capo dell'Ordine, sembrava convinto che quel matrimonio avrebbe sancito una volta per tutte la pace tra i due popoli e stava facendo del suo meglio per renderlo perfetto, con fini totalmente privati a quanto poteva capire Matthew.

-Matthew.- ricambiò Jamie facendo un passo avanti. Ormai non era più un ragazzo, aveva sui trent'anni ed era straordinariamente famoso. Il figlio di Herizel, il figlio di un Angelo che aveva vinto una guerra e aveva un'arma unica al mondo: le sue ali candide. Matthew era forse uno dei pochi, oltre ad Alex e agli altri abitanti della Casa, a conoscere bene la sofferenza che lo aveva accompagnato per anni, quando era certo di essere un Demone e di non poter amare. Da adolescente era stato un po' come Matthew, occupato a spezzare cuori, a cercare facili distrazioni per il suo dolore profondo; ma lo faceva perché cercava di sentirsi peggiore, di fare quello che era nella sua natura, odiandosi ogni volta: Matthew, invece, era veramente annoiato da quelle Armate con cui si divertiva; passava con loro una, due notti, poi si stancava di loro, dei loro corpi, delle loro risate, del loro non essere ed apparire, mentre erano vuote, senza altro che la loro nobile Missione in testa. Le Fate erano poco più interessanti, vaghe scintille nel vuoto, scintille luminose ma fragili, che potevano accendersi o spegnersi senza motivo. Forse avrebbe dovuto trovare anche lui qualcuna come Beth, la sposa di Jamie, la sua prima cotta, la ragazza dall'anima spezzata dal dolore che si era rialzata, ma lui non voleva che qualcuno forzasse il suo cuore di pietra, perché per quelli come lui non esisteva un lieto fine, non nell'amore e non voleva rischiare di essere felice per poi scoprire che tutto era stata un'illusione.

-Posso spiegare.- disse alla fine dopo un lungo silenzio.- Ero andato...

Jamie alzò una mano e scosse la testa. In quel momento la porta di ingresso si aprì. Un uomo alto, con capelli neri e occhi dorati, entrò ridendo, portando una folata di vento che sapeva di fumo. Alle sue spalle entrarono una ragazza sui vent'anni con una maschera in viso e Matthias, i lunghi dread raccolti in una coda e l'aria piuttosto infelice.

-Non c'è da ridere, Alex!- abbaiò avvampando.- Potevo restarci secco! Non ho più vent'anni.

Beatrice, la ragazza, rise, scostando la maschera nera che indossava. Aveva il tipo di viso che Matthew trovava interessante, bello al modo dei guerrieri, un intrico di cicatrici irregolari, ma c'era un qualcosa nei suoi occhi verdi che gli impediva di chiederle la storia di quelle ferite così affascinanti. Era come un mistero avvolto in un divisa, un divisa che metteva in mostra un corpo niente male, tutto sommato; era arrivata alla Casa sei mesi prima e aveva supplicato Cecily, presente per pochi giorni, di accoglierla. Veniva da un luogo di orrore diceva, ma si rifiutava di precisare; Jamie si era mostrato riottoso nell'accogliere una ragazza, ma la Tutrice si era imposta prima di ripartire, chiedendo di mostrare gentilezza nei suoi riguardi.

-Successo qualcosa di interessante?- chiese Jamie con un sorriso. Alex gli strizzò l'occhio.- Matthias, qui, non sa come chiamare un taxi. Si è messo in mezzo alla strada urlando.

-Sono arrivati perfino i poliziotti Umani.- ridacchiò Beatrice. Jamie sbatté le ciglia, guardandola diffidente; era sempre stato cauto nei confronti dei nuovi arrivati ed in particolare quella ragazza non godeva della sua simpatia.

-E qui invece che succede?- chiese Alex.- Matthew? Perché sei sveglio?

-Io...- balbettò l'Armato. Odiava che le sue scappatelle fossero scoperte e non voleva chiedere scusa davanti a così tanti Armati. -Me ne stavo occupando.- disse tranquillo Jamie.- Andate pure in Infermeria, dovrebbe esserci Khaius.

-Khaius?- chiese Beatrice aggrottando le ciglia.- Che fine ha fatto Calliope?

Matthew avvampò lievemente, ricordando il modo in cui era scoppiate in lacrime quella mattina quando si era alzato dal suo letto dicendole che era finita, che era stanco di lei, ma Jamie non si prese il disturbo di rispondere e lo spinse a salire le scale.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Bentornati nella Casa: come vedete alcune cose sono cambiate...Cosa pensate che farà Jamie? Sarà arrabbiato con Matthew per la sua scappatella notturna?


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora