Capitolo 16.- La Fata Oscura in catene

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-Entrerete- disse Cecily, tesa, fissandoli negli occhi.- Cercherete di farlo parlare ed entro tre minuti uscirete, va bene?

Matthew sentiva appena cosa diceva: continuava a pensare a Calendula, alla sua rabbia, al suo bacio improvviso, alla bellezza delle sue labbra che premevano le sue. Lei stava davvero distruggendo tutto, stava facendo crollare il suo essere, stava mostrandogli sentimenti che lui non ricordava esistessero; ma non era spiacevole, anzi, era meraviglioso.

Scosse la testa: basta, doveva riprendere il controllo, lui non voleva Calendula, non poteva volere qualcuno che era così diverso da lui, così fragile, la cui vita era legata ad un Mondo che non era il suo.

Alzò la testa, fissando Natasha che ricambiava lo sguardo: sembrava triste mentre lo fissava, quasi come se fosse dispiaciuta di quello che stava accadendo. Lui si appoggiò al muro.- Va bene, Cecy, abbiamo capito.- si raddrizzò, guardando la Fata.- Comunque non mi va di parlare con quel coso.

Spinse la porta e fece cenno a Calendula di entrare, seguendola. Sentiva ancora sulle labbra il suo sapore e non riusciva a smettere di desiderare che lo baciasse ancora ed ancora.





La stanza di Kevin si rivelò essere spoglia e fredda. C'erano delle lampade appese ai muri e la loro luce si rifletteva sulle catene infisse nella parete, in profondità. Metteva i brividi tutta quella luce, che illuminava il ragazzo, seduto contro la parete, con il capo dritto, un sorriso affilato. Calendula rabbrividì sentendosi addosso quello sguardo e fece un passo indietro, urtando il corpo caldo dell'Armato, che la rimise in equilibrio e si scostò appena.

-Caly.- disse la voce suadente di Kevin.- La mia adorabile Caly.

Matthew si appoggiò al muro, le mani in tasca. -Adorabile quanto Lucifero.- borbottò e lei lo fulminò, arrabbiata, tanto con lui quanto con se stessa: cosa le era saltato in mente, baciarlo a quel modo, semplicemente perchè voleva farlo? Era completamente impazzita, aveva perso ogni controllo.

Gli occhi blu del ragazzo saettarono verso l'Armato e fece un sorrisetto indulgente, ma poi si concentrò di nuovo su di lei, che lo guardava dall'alto. Non era cambiato dall'ultima volta in cui lo aveva visto, restava una massa di muscoli proporzionati, cattiveria e, a quanto poteva vedere, denti affilati e unghie nere come ebano. Aveva delle pesanti manette che tintinnava attorno ai polsi e inclinò la testa, con un sorriso, mostrando per intero i canini, sfiorandoli con la punta della lingua appuntita; anche le unghie erano affilate come rasoi, lunghe almeno una decina di centimetri.

L'idea di essere toccata da quelle mani, gelò il sangue nelle vene a Calendula, che cercò di restare impassibile.

-Ti abbraccerei, ma non posso.- sollevò le braccia, dando uno strattone alle catene; lei sussultò, scattando indietro, impaurita all'idea di essere anche solo sfiorata da lui. Matthew fulminò il prigioniero.- E forse il tuo amichetto non apprezzerebbe.

-Chi può dirlo?- disse lui tra i denti, ma si appoggiò di nuovo al muro, senza guardare la ragazza. -Magari invece sarebbe carino, prima che ti amputi violentemente le mani per averla toccata.

-Armati, zuccherosi come disgustosi pupazzi di caramelle.- disse in tono beffardo Kevin. Poi sorrise, i denti che brillavano.- Allora Caly, cosa fai qui?

-Hai detto che avresti detto quello che sapevi se...- mormorò.- Se mi avessi visto. Sono qui. Parla.

-Non mi sento a mio agio a parlare con lui che ascolta.- inclinò il capo verso Matthew.- Non è romantico. Potresti mandarlo via?





-Dove va Calendula.- disse il ragazzo piano, alzando gli occhi freddi.- Vado io.

Lei avvampò e poi si strinse fra le braccia.- Perché mi volevi rapire?

-Rapire è un termine così violento.- commentò il ragazzo molto tranquillo, incrociando le gambe. -Volevo portarti a casa e torturarti, frustarti, farti supplicare pietà.

Lei sussultò e lo guardò negli occhi. Erano pozzi senza fondo e non c'era più l'iride, scomparsa nel blu; era come fissare il vuoto, non c'era nulla dentro quell'essere, niente di Umano o anche solo minimamente vivo.- Cosa?

-Mi hai sentito bene. Ad Edom, dove ci hanno confinato, non ci sono molte Umane con cui divertirsi e questo incarico in particolare prevedeva anche di poteri fare quello che volevo, come ricompensa. - i suoi occhi brillavano di una luce cruda.- Edom è un posto che ti farebbe paura, Calendula, ti terrorizzerebbe. Ci sono molti modi di passare il tempo, pochi posti dove nascondersi...e nessuno stupido Armato. Edom è selvaggio, come lo siamo noi Fate, quelle che tutti chiamano Fate Oscure...solo perché eravamo dal lato sbagliato della barricata durante la Guerra. Ricorda bene, Umana, la storia è scritta dai vincitori e non sempre rende giustizia alla realtà.- reclinò il capo e sorrise.- Non vedevo un'anima innocente, pura, attraente quanto la tua da tanto tempo...sei preziosa in molti termini, Umana. Sei eccitante, la tua anima da corrompere è bellissima. Non vedevo l'ora di sentirti gemere per il dolore...-ridacchiò.- Il tuo amico vuole uccidermi in questo momento, non lo trovi dolce? Vuole proteggerti da me, ma non può. Non puoi salvarti e questo lo consuma.

-Come sei uscito da Edom?- intervenne Matthew improvvisamente guardando Kevin, facendo un passo avanti, le mandibole serrate.- Natasha controlla ogni passaggio e nessuno può passare inosservato: neppure i Riethel si possono muovere senza il suo permesso!

Lui sorrise enigmatico.- Mi ha aiutato un vecchio amico morto.- si passò la lingua sui denti.- Avevo un lavoro semplice e divertente. Dovevo prenderti, torturarti e portarti da lei.

-Chi è lei?- Matthew era rigido, la mano posata sull'elsa nera della Katana; Calendula notò allora che c'erano dei nomi intarsiati su quella bellissima arma, "Antony" "Marie" "Cecily" "Nadine" "Lilo".- Una donna voleva rapire Calendula? Perchè?

 -Credi che la Regina lo abbia urlato?-disse ironico Kevin, poi sorrise.- Ma ho parlato troppo di affari...Dimmi, Calendula, come ti trovi nel mio Mondo?

-Meglio di te.- commentò asciutto Matthew, girandosi irritato verso la porta.- Tu stai per morire.

La Regina. Quelle parole risuonarono nella mente di Calendula per diversi secondi, come un'eco lontana; si voltò a sua volta per seguire il ragazzo, sentendosi soffocare in quella celletta di pietra, ma una mano artigliata la afferrò violentemente per la caviglia, facendola cadere a terra e attirandola indietro, mentre lei lanciava un grido, dimenandosi.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Matthew interverrà?


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora