Capitolo 10.- Una vita da schifo

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Calendula aprì la porta del suo appartamento con la sensazione che quella giornata fosse iniziata male e finita peggio. Non solo aveva dovuto accettare di prendere il posto di Andreas la sera seguente per il turno serale, ma non gli sarebbero stati pagati gli straordinari. Quei soldi le servivano. Le servivano assolutamente. Guardò triste il monolocale, il letto sfatto, la televisione posata in bilico su una pila di libri di zio Claudio. Come avrebbe fatto a pagare le bollette quel mese? E le medicine? Era vero che l'assicurazione copriva il costo del trattamento per lo zio, ma solo fintanto che restava in quel disgustoso ospedale pubblico. Avrebbe tanto voluto trasferirlo in una clinica privata. Ne aveva visitate alcune, senza farsi grandi illusioni: costavano e molto. Lei non aveva abbastanza soldi per riparare il ventilatore, figurarsi per una di quelle strutture. Ma l'unico modo per andarsene per tornare in Italia e completare la sua dannata istruzione, sostenendo anche l'esame finale, era quello di sapere lo zio in mani sicure: era certa che fosse stato per pura disperazione che l'uomo le aveva mentito, fingendosi ricco e desideroso di pagarle un anno di studio in quella città. Suo padre sarebbe andato fuori di testa se avesse saputo che anziché studiare nel College promesso sua figlia era invischiata in un lavoro da cameriera e studiava in una scuola pubblica nella zona malfamata. In effetti, era sorprendente che non fosse stata ancora pugnalata, data il genere di plebaglia che bazzicava per le classi sporche e maleodoranti.

Per contro stava imparando molto sul suo vecchio zio, che non aveva mai conosciuto nè sentito nominare prima di quella lettera arrivata dall'America mesi prima. I libri che aveva lasciato nell'appartamento, come premio di consolazione per quella stupida nipote che lo aveva raggiunto fidandosi ciecamente, pensava ironica la ragazza, erano davvero strani ed interessanti. La maggior parte sembravano libri di teologia, anche se Calendula non capiva esattamente a che religione si riferissero; lei non era una grande religiosa, non era neppure certa che Dio le piacesse, ma pareva che in quei tomi si parlasse di Angeli, Demoni ed altre entità non meglio definite. Altri erano complessi manuali in latino e in greco, che contenevano anche appunti presi a mano, in lingue a lei sconosciute. Non sapeva tradurne neppure mezza frase; forse Sara, la sua migliore amica...ma c'era un Oceano a separarle e quando riuscivano a vedersi su Skype avevano troppe cose da dirsi per perdere tempo con delle traduzioni di una lingua morta.

-Ehi Milky.- salutò inginocchiandosi. Il gatto dello zio era bello e piuttosto grasso; in effetti, Calendula credeva fermamente che si nutrisse di topi e cacciasse per il vicolo dietro la casa, dal momento che lei non poteva comprare del cibo per gatti diverso da quello del discount, che aveva l'aspetto di segatura tritata. Lo stomacò le brontolò e lei sospirò. Una delle poche cose positive di lavorare al Marinaio era che i pasti venivano offerti alle cameriere, come parziale paga. Aleandro cucinava male, spesso il cibo era insipido e la zuppa viscida, ma almeno poteva riempirsi la pancia.- Giornataccia pure per te?

Sollevò il grasso siamese, fissando i suoi occhi, che come sempre la incantavano: erano neri come pece, così scuri che distinguere la pupilla era quasi impossibile. Lo accarezzò, sedendosi sul divano, stringendolo per avere un piccolo conforto. La sua vita, in quel momento, faceva abbastanza schifo da considerare migliore quella di un gatto grasso e morbido che cacciava topi per sopravvivere. Era un pensiero orribile ed insieme umiliante, ma fu l'unica cosa che Calendula riuscì a pensare, prima di crollare addormentata sul divano letto, Milky stretto tra le braccia.



ANGOLO DELL'AUTORE.

Scusate se il capitolo è corto pinguini, ma non ho molto tempo ultimamente e sto aggiornando di fretta. La vita di Calendula è uno schifo: anche noi ogni tanto lo pensiamo, ma lei ha ragione potremmo dire. Vi piace questo personaggio?


Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora