Capitolo 10.- L'unica scelta

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-Non voglio.- Niall la fissava con le lacrime agli occhi, i pugni stretti lungo i fianchi.- Non voglio, Calendula, cazzo, questa cosa non è giusta.

Lei distolse lo sguardo, sentendosi sul punto di vomitare, oppure di scoppiare in un pianto disperato davanti a tutti.

- La vita non è giusta.- poi guardò Galway al fianco dell'Armato, i capelli raccolti in una coda che metteva in mostra il collo arcuato a candido. Arrossì davanti agli occhi scuri della ragazza e chinò a disagio la testa, mordendosi il labbro.- Ma almeno, tu non sarai solo.

Lui deglutì, facendo un passo avanti.- Calendula, ripensaci. Resta. Ti prego. Non farlo...per favore. Prova almeno ad aspettare, potremmo trovare una...

-Non esiste una soluzione.-sorrise, accarezzandogli la spalla; gli baciò la guancia rigata di lacrime e lui la strinse contro di sè, affondando il viso tra i suoi capelli.

-Matthew mi ammazzerà non appena scoprirà che l'ho permesso.- sussurrò piano contro di lei.- Probabilmente si presenterà all'Eremo e ti porterà via a forza.

-Immagino che sarà bello sognarlo.- si staccò dal ragazzo sorridendo e fissò Galway.- E tu prenditi cura di lui: quando è turbato beve e diventa incontrollabile, anche se di certo tu gli saprai tenere testa.

-Allora stanotte berremo insieme.- disse una voce e Jamie comparve alla sue spalle, tirato, guardando oltre il portone, gli occhi scuri e angustiati. Erano nell'Atrio e una delle carrozze di Annette attendeva fuori, una ragazza seduta a cassetta, annoiata.- Perchè questo...- accarezzò la testa di Calendula.- Mi rende molto triste.

Lei cercò di sorridere, di mostrarsi serena, perchè le sembrava corretto, giusto, non lasciare l'immagine di una ragazza stupida e spaventata; lei capiva appieno il perchè di quella scelta e non aveva risentimento verso di loro...verso se stessa, verso il suo vero padre, verso Matthew forse, ma nessuno degli Armati presenti le aveva in realtà fatto nulla di male.

 Se avesse potuto dirlo ad alta voce, sarebbe stato il momento perfetto, li avrebbe fatti sentire meglio, ma sapeva che sarebbe scoppiata in lacrime pronunciando quelle parole così rimase in silenzio.

Si voltò e scorse Sybil che la fissava da un angolo, senza mostrare il minimo dispiacere; pareva solo imbarazzata.

Non le aveva parlato dopo la fuga di Matthew e ora era troppo tardi per sprecare parole o tempo; si guardarono un istante solo, poi la giovane si voltò, senza dire nulla. Non che ci fosse qualcosa di cui parlare, in realtà: Sybil era stata un giocattolo per Matthew, al pari della stessa Calendula e non aveva senso odiarla solo perchè era così bella e perfetta per lui.

Chissà, magari un giorno sarebbe tornato davvero in quella Casa e l'avrebbe trovata, ormai un'Armata degna di tale nome: sarebbero stati felici insieme, due guerrieri che si completavano in tutto e per tutto e Matthew avrebbe dimenticato che una volta aveva conosciuto una ragazza chiamata Calendula.

 Abbracciò Alexia e Alex, Matthias e sussurrò un arrivederci a Cecily e Natasha. Lasciò che Jamie la avvolgesse in un abbraccio mozzafiato.

Era certa che non si sarebbero mai più rivisti: certo, l'Eremo non era un luogo irraggiungibile, ma lei non sarebbe stata una normale Guardiana, l'avrebbero di certo tenuta al sicuro, impedendole di vedere ogni altro essere vivente, per evitare problemi. Nessuno glielo aveva detto, ma Calendula sentiva che quello era un addio eterno.

Aveva odiato da sempre gli addii: e quello era decisamente l'addio peggiore che avesse mai dovuto dire, a persone che amava, a cui voleva davvero bene, che erano diventate una famiglia per lei, soprattutto ora che la sua vera famiglia non la ricordava più.

 L'ultima fu Beth. La donna la fissò con decisione e prese le sue mani fra le sue. Nonostante avessero parecchi anni di differenza, erano circa della stessa altezza e gli occhi nocciola della Guardiana la incantarono: erano verdi, con un alone grigio attorno all'iride e una punta di marrone che circondava le pupille dilatate. I suoi occhi erano bellissimi e la ragazza si chiese se non fossero stati quelli, prima della sua mente, a conquistare il cuore di Jamie.

-Calendula, ricorda che scappare da un Inferno non è da codardi.-le sussurrò all'orecchio, stringendola con forza sufficiente a non farla respirare.- Ti voglio bene, bambina.- le allacciò al collo qualcosa, una collana e sorrise, strizzandole l'occhio.

La giovane sfiorò con un dito la collana che la donna le aveva dato: era molto sottile e il pendaglio era un piccolo campanellino di un freddo color grigio che tintinnava dolcemente; deglutì, voltandosi per andare alla carrozza, mentre la ragazza smontava da cassetta per aiutarla con i suoi miseri bagagli. Avrebbe voluto portare Milky con sè, ma il gatto era scomparsa nel nulla giorni prima e lei provava una fitta di disperazione ogni volta che ci pensava: poteva essere anche solo un animale, per di più di quello che era suo padre e l'aveva condannata a quella vita, ma era consolante averlo vicino.

Camminò pensierosa per alcuni metri diretta alla sua nuova vita, quando sentì una voce alle sue spalle, fredda, rigida, estranea.

-Calendula, tu non vai da nessuna parte.





ANGOLO DELL'AUTORE.

Qualcosa di molto brutto sta per accadere: chi sta richiamando Calendula? 

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora