Capitolo 20.- Pappagallo

182 11 2
                                    



La luce del mattino filtrava attraverso la tenda leggera, cadendo fastidiosa sugli occhi chiusi di Calendula. Lei arricciò il naso, voltandosi sulla pancia e affondando il viso nel cuscino; sapeva di resina, zenzero e probabilmente lavanda, ma non ne era certa.

Aprì gli occhi e sorrise quando vide che era nella stanza di Matthew: non sapeva bene il perchè, ma aveva avuto paura che lui potesse portarla di nuovo nella sua celletta fredda mentre dormiva. Scacciò quel pensiero assurdo e si tirò a sedere, sbadigliando, avvolta nella coperta di pelliccia bianca, assonnata e ancora mezza addormentata.

 Il dolore al corpo, però, era scomparso quasi del tutto: si sentiva meglio e anche il viso non sembrava rigido quanto il giorno prima. L'occhio socchiuso era quasi guarito del tutto e poteva vedere molto più chiaramente: fu un sollievo scoprire che i danni che le erano stati causati non erano irreversibili.

 Vista alla luce del giorno, senza il torpore del dolore addosso, Calendula si rese conto che pur essendo pulita ed accogliente, la stanza era molto piccola. Matthew aveva posato una sacca nera in un angolo, da cui si riversavano abiti e armi che coprivano i tappeti costosi in un tripudio di lame, coltelli, foderi e oggetti che non conosceva; tutto sembrava pervaso dalla presenza dell'Armato, dal suo intenso profumo.

Allungò una mano e sfiorò con un dito tremante la foto che aveva visto nella sua stanza settimane prima, quella in cui lui era ancora un dolce bambino sorridente; posato accanto alla cornice, c'era un foglietto stropicciato, ripiegato diverse volte. Lo guardò incuriosita, e si mosse per prenderlo e scoprire cosa fosse.





-Guarda chi si è svegliato e fruga tra i miei averi.- disse una voce allegra e Calendula si voltò di scatto, imbarazzata per essere stata colta in fallo; era certa, infatti, che lui non volesse parlare di quella foto o del suo passato e che non avesse piacere nel vederla ficcare il naso nella sua vita.

Matthew era sveglio e sorrideva, fissandola appoggiato allo stipite della porta del bagno. Portava dei pantaloni neri e una maglietta bianca e leggera, i capelli corti umidi. -Buongiorno, pulcina.

-Ciao.- disse lei imbarazzata, tirandosi fino al mento la coperta: anche se era vestita, si sentiva sempre nuda davanti a lui.- Quanto ho dormito?

-Uhm, circa venti ore, ma stai tranquilla, guardarti mi è piaciuto.- rispose e si passò la mano affusolata tra i corti capelli biondi, facendo sollevare appena la maglietta. Calendula sussultò.- Cosa c'è?

-Hai un tatuaggio e prima non c'era!- esclamò lei sorpresa, allungando un dito, sgomenta. Lo aveva visto solo per pochi secondi, sul fianco del giovane, un intreccio di linee scure, che a ben guardare si scorgevano sotto i vestiti leggeri. Lui alzò l'angolo della bocca, gli occhi azzurri che brillavano.- Davvero? Ne sei sicura?

Si strinse tra le braccia, cautamente.- Sì, che lo sono.- arrossì ricordando il corpo caldo di lui sopra il proprio, che la baciava, la reclamava, per poi bloccarsi, lasciandola straziata dal desiderio.

Si erano visti nudi a vicenda, ricordò con un moto di imbarazzo, ma anche se così non fosse stato, lo aveva visto anche quando era con Sybil... Un nodo le serrò la bocca dello stomaco al ricordo di quegli occhi viola. Matthew sorrise, forse ricordando la stessa cosa, con espressione distante. Poi scosse il capo.- Okay, sì, non lo avevo. L'ho fatto poco prima che tu piombassi qui.

Si morse un labbro. Da un lato era curiosa, voleva capire cosa poteva essersi tatuato in modo indelebile Matthew, ma dall'altro sapeva che doveva rivelargli la verità su Neithel, su Lilo, Beth e la sola idea le tolse le energie.

Si lasciò cadere sui cuscini del piccolo letto, il viso sepolto nelle mani. L'Armato soffocò una risata.- Cosa ti prende, pulcina? Sei così sconvolta all'idea che abbia fatto qualcosa di ribelle?

-Non chiamarmi così!- scattò subito Calendula, arrossendo e lo guardò attraverso le dita.- Cosa hai tatuato?

-Un pappagallo.- commentò lui avvicinandosi al letto.- Colorato, a grandezza naturale. Volevo fare un corvo, ma il nero avrebbe stonato con la mia pelle.

Lei alzò gli occhi al cielo.-Ma per favore! Un pavone, piuttosto.- buttò le gambe oltre il bordo del materasso.- Mi faccio una doccia mentre tu torni serio.

Lui la bloccò per il polso, attirandola di nuovo sopra le coperte e rotolando su un fianco, guardandola.- No, resta qui con me.- le accarezzò la clavicola.- Calendula...ho una pozione che dovrebbe far sparire tutti i lividi, te ne ho messa un po' ieri, ma pare che non sia bastata...-si adombrò.- Ci sono andati pesanti con te. È stato Joannes?

Lei si morse un labbro.- Non volevo dire da dove venivo.- ammise sottovoce.- E credo...ecco è stata la guardia, ma non è...bhe, mi ha fatto male, ma...ma...

-Non avere paura, adesso sei con me. Hai fatto bene a non fidarti di loro.- le baciò la palpebra.- Ti darò ancora un po' di quell'intruglio: sarai come nuova, te lo prometto, pulcina.

-Hanno picchiato anche te quando sei arrivato?-chiese senza riuscire a trattenersi la ragazza.

Matthew sorrise, scuotendo la testa.- No, io ho avuto...un trattamento speciale.

-Perchè? Per i tuoi genitori?

-Non ha importanza.- si fece serio.-Devi dirmi perchè sei finita qui. Cosa sta succedendo Calendula?

Lei chiuse gli occhi, le dita intrecciate sullo stomaco. Da dove iniziare? Deglutì, la bocca secca e aprì le labbra per parlare, ma non uscì alcun suono; sospirò, inumidendosi le labbra con la punta della lingua.- Ecco...-ebbe un brivido.-Si tratta di una storia complicata.

-Parti dall'inizio.- le disse lui.- Sono qui per ascoltare, per sapere tutto.

Esitò ancora, la mente invasa dai vividi ricordi delle settimane precedenti, del dolore fisico e mentale, delle lacrime, del sangue, del suo odore metallico nell'atrio della Casa.

Si coprì il viso con le mani, agitandosi, gli occhi viola di Sybil che la torturavano. Era morta. Morta. Non sarebbe tornata mai più: l'aveva odiata, eppure ora era morta e la colpa era sua.

-Qualcosa non va?-la voce morbida di Matthew all'orecchio la fece sussultare.- Con me sei al sicuro, non avere paura.

-Non ho paura.- disse con voce soffocata.- Sono terrorizzata.

L'Armato le cinse i fianchi con un braccio, attirandola contro di sè, accarezzandola.- Con me non può succederti nulla.- le soffiò all'orecchio.- Nulla. Tu sei la mia priorità, la tua felicità e la tua sicurezza tutto quello che conta. Sono qui, non me ne andrò più.




ANGOLO DELL'AUTORE.

Cosa vi aspettate che farà Matthew quando scoprirà tutta la verità? Vi posso dire: qualcosa di molto tipico. Ah, per quanto riguarda il suo tatuaggio...sarà davvero un pappagallo? 

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora