Capitolo 13.- Lui

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Perchè Calendula era lì?

Matthew la fissava, immobile al fianco di Luska, sentendosi messo alle strette, sentendo che, di nuovo, tutto stava crollando.

Lo aveva seguito? Chase le aveva detto dove trovarlo? Oppure lei aveva sentito il suo richiamo, aveva capito che la voleva con sè anche in quel viaggio? Chiuse gli occhi, cercando di calmarsi, ma stava tremando.

Lei non doveva essere lì, non sarebbe mai dovuta essere lì, mai. Nei suoi peggiori incubi, forse, ma non nella realtà.

-Come ti chiami?- chiese Luska e i suoi occhi quasi ciechi fissarono la figura inginocchiata davanti a lei, la testa ancora bassa.- Umana.

-Calendula.- rispose lei in un sussurro, senza guardarla. Vederla così sconfitta mise i brividi a Matthew, proprio lei che aveva lottato con tutte le sue forze per nascondere la paura.

Avrebbe dovuto capire prima che era lei la ragazza che Ksenija aveva catturato, ma lo aveva scoperto solo entrando nello Studio del Tutore poco prima e aveva sentito l'aria risucchiata dai polmoni per la paura: la sua Calendula in catene, davanti a Ksenija e ad una folla di Armati che non chiedevano di meglio che avventarsi sul suo corpo e distruggerlo.

Era un'immagine che, e ne era penosamente consapevole, si sarebbe aggiunta alla miriade che già lo torturavano ogni notte.

-Sei arrivata con un Legame.- disse la Tutrice Russa con calma, parlando con il suo forte accento straniero, ma in inglese.- Come hai fatto?

-Mi è stato dato da... un'amica- alzò lo sguardo e Matthew sussultò: il suo viso era quasi irriconoscibile.

Aveva un occhio chiuso, circondato da un alone nero e blu e le labbra gonfie; sembrava che qualcuno l'avesse picchiata selvaggiamente e la rabbia lo fece quasi scattare verso di lei, per controllare quelle ferite più da vicino. Lanciò uno sguardo alla guardia in piedi alle spalle della ragazza, che si doveva chiamare Joannes.

 Lui arrossì distogliendo lo sguardo, confermando i sospetti del ragazzo; strinse i pugni, pensando che avrebbe ricordato lui a quel bastardo che non doveva toccare una ragazza piccola e dolce come lei.

-Da chi?-chiese Luska chinandosi in avanti, posando le mani sul bastone contorto che usava per muoversi.- Chi può mai aver dato un Legame ad un'Umana?

-Una Guardiana.- rispose vaga Calendula, fissando con diffidenza la Tutrice. Matthew ebbe un moto di orgoglio per la sua Calendula, per il modo in cui stava aggirando le domande, decisa a non decedere.-Perchè eravamo stati attaccati.

Lui si irrigidì.- Cosa? Chi è stato?- chiese senza riuscire a trattenersi, mentre un nodo gli legava lo stomaco;  la sua voce echeggiò nello Studio deserto e la ragazza sussultò quando la udì, ma  riabbassò la testa; Matthew avrebbe voluto che lo guardasse, voleva rivedere quegli occhi che aveva sognato tanto.- Da...da dei Demoni.

-Demoni?- ripetè Luska poco convinta, mordendosi il labbro.- E perchè mettere in salvo proprio te? Sei una piccola Umana.

Calendula ebbe un tremito improvviso ed alzò lo sguardo.- Non ne ho idea.-mormorò piano.- Forse perchè sapevano che ci avreste pensato voi ad uccidermi?




Joannes alzò la spada, dandole un violento colpo sulla schiena e lei si inarcò, ma non emise alcun suono, mordendosi a sangue le labbra già rotte.

Matthew diede in un ringhio basso.- Non ce ne era bisogno, Joannes.

-Non mi sembra tu stia dicendo la verità.- commentò invece la Tutrice, battendosi un dito sul mento. Si voltò.- Matje, vivevi nella Casa Americana, hai detto di conoscerla. Perchè l'avrebbero protetta?

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora