Capitolo 21.- Vivere

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La prima cosa che sentì fu l'aria satura di iodio che arrivava dal mare lontano, mischiato all'odore di fumo e metallo della città.

Matthew inspirò a pieni polmoni il profumo della sua Casa, del vero luogo a cui apparteneva, tenendo un braccio attorno ai fianchi di Calendula per non essere separato da lei; poi, molto lentamente, aprì gli occhi, cercando di prepararsi a rivedere il poto dove era stato più felice ed infelice nella sua intera vita.

-Non è cambiata.- sussurrò alzando la testa e guardando il liscio cancello nero che li separava dal Giardino verdeggiante alla luce dei lampioni. Sul marciapiede un paio di gatti li fissavano incuriositi, muovendo le code gonfie; Matthew puntò lo sguardo sulle finestre illuminate della Casa, sulla facciata liscia e semplice, paragonandola a quella Russa, con la sua bellezza decadente: preferiva immensamente quella americana.

-Non sei stato via più di tre settimane.- commentò pratico Niall, mettendo le mani in tasca e facendosi scivolare al collo il Legame ormai inutile. Sembrava stanco, provato e istintivamente Matthew gli strinse la spalla con la mano libera; lui sorrise, teso, dandogli una gomitata.- Voglio che mi racconti come è stato girare il mondo! Eri l'argomento principale di conversazione.

-Ho visto solo due Case.- ribattè lui raccogliendo i suoi bagagli.- E ho bisogno di una doccia...Calendula?-si voltò, notando che la ragazza non aveva detto ancora una parola, fatto strano per una così curiosa. Aveva voglia di infilarsi con lei sotto le morbide coperte del suo letto e dormire per ore ed ore.

Scoprì che stava guardano con occhi sbarrati il Cancello, tremando leggermente, quasi spaventata.-Ehi...che c'è?

-Ho paura.- sussurrò piano, alzando due occhi incerti su di lui.- Come so che non è una trappola? E se Mahumut fosse dentro la Casa con i suoi uomini, mi catturasse e obbligasse ad andare all'Eremo?

Matthew ebbe un brivido e guardò serio Niall da sopra la spalla.- Tu mi assicuri che non sia pericoloso per lei?

L'Armato esitò, massaggiandosi il mento dubbioso.- Io so solo quello che Matthias mi ha detto...-deglutì, poi abbassò la testa.- Non voglio affrontare lo sguardo di Alex, era il suo migliore amico. Chissà cosa gli succederà in quella Casa...?

-Spero nulla.- Calendula si strinse tra le braccia; portava ancora uno degli abiti che le avevano dato laggiù, di un rosso brillante e i capelli erano crespi, profumavano di sale, sabbia e sole. Matthew la fece ruotare, chinandosi per parlarle all'orecchio.- Se dovessero cercare di prenderti, dovrebbero uccidere prima me.-le sfiorò la tempia con le labbra, poi si raddrizzò, gli occhi scuri.- Siete pronti?

-E tu?-gli chiese dolcemente la ragazza, stringendogli la mano.- Tu, Matthew sei pronto?

-No.- disse con semplicità avanzando verso il Cancello ed estraendo il medaglione per aprirlo.- Ma sono scappato per troppo tempo.









-La notte ti piace da sempre più del giorno.-la voce melodiosa di Beth lo ridestò dalla trance in cui era caduto. Sbattè le ciglia, voltandosi verso la porta della Biblioteca per vedere in viso la moglie, che era entrata silenziosa come una gatta ed ora lo osservava con tristezza, avvolta nella sua camicia da notte bianca.

L'uomo accennò un vago sorriso teso, tornando a guardare i tasti del pianoforte a cui era seduto: era andato lì per rilassarsi, per suonare, ma la musica sembrava non volerlo consolare quella notte, non riusciva a muovere le mani come voleva, tremava quando cercava di comporre. Era troppo agitato perfino per suonare ed era per lui un evento rarissimo, soprattutto da quando aveva sposato Beth.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora