Capitolo 12.- Piangere sulle tombe

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Matthew li seguì; sembrava stanco e si mordeva un labbro, pensieroso. Sybil lo fissava sbattendo le lunghe ciglia.

-Come mai cerchi Jamie?- gli chiese mentre salivano verso l'Atrio, seguendo il vociare dei ragazzi in mensa. La sala mensa, da che Alex ricordava, era sempre esistita. Si trovava accanto alla Palestra, ma per molti anni era stata chiusa, poiché pochi Armati studiavano in quella Casa e si era preferito qualcosa di più intimo. Dopo la vittoria della Guerra, il numero di coloro che volevano essere addestrati dagli Eroi era aumentato esponenzialmente, obbligandoli a pulire le stanze dei piani più alti e cambiare assetto organizzativo. Ad Alex la Casa piaceva quando era animata, ma gli mancava la calma e la pace che la loro Marie aveva istaurato e gli mancava naturalmente anche lei, così come sentiva la mancanza di Antony, Lilo e Nadine; pareva che quelle vecchie ferite tornassero a bruciare non appena ci pensava e sapeva che era così per tutti coloro che avevano conosciuto, come lui, l'orrore della perdita.

-Devo chiedergli una cosa.- Matthew sbadigliò.- Voglio seguire un'Umana.

Alex aggrottò le ciglia.- Lo stalking è un reato, sai? Me lo hanno detto all'ultima riunione per la Cooperazione tra i Mondi.

-Per precauzione.- spiegò.- Un demone Pferd la pedinava, o almeno è quello che io e Niall crediamo.

-Non è una cosa rara. I Pferd sono stupidi.- commentò Sybil. Alex la fulminò: era irritato da lei.- Cosa ne sai, ragazza?

Lei lo fissò con aria di sfida.- Studio. Non voglio certo essere l'unica a restare bloccata in questa Casa per sempre. Non piango sulle tombe, io.

Alex si bloccò, il tatuaggio sul suo cuore che bruciava come fuoco maledetto.- Come hai detto?

Lei parve pentirsi di quelle parole. Matthew la guardava immobile, ma i suoi occhi chiari si incupirono. -Nulla.

-No. Hai detto che non piangi sulle tombe. Alludi al fatto che io invece visito le tombe dei miei amici?- chiese Alex seccamente. Lei si morse la lingua.- Bene.- alzò lo sguardo.- Matthew fammi un favore, portala da Jamie.- gli tese una lettera.- E dagli questa. Io non ho tempo da perdere con i ragazzini ingrati.

Detto ciò voltò sui tacchi e tornò verso la Palestra, le guance in fiamme, la mente invasa dall'immagine del viso di Lilo mentre moriva per mano di una Fata, per permettere a ragazze come Sybil di avere un futuro ed essere ingrate e ipocrite. Sputò a terra.



-Non volevo offenderlo.

Matthew chinò lo sguardo su Sybil. Non sembrava dispiaciuta, ma piuttosto sollevata: forse era felice di essersi sbarazzata del loro chaperon...anche lui per certi versi lo era, ma era anche arrabbiato con lei per quello che aveva detto.

-Non lo hai offeso.- commentò voltandosi.- Né ferito. Lo hai fatto incazzare.

-Solo perché ho detto la verità?- scosse il capo.- I nostri istruttori sono deboli. Dovresti insegnarci tu, Matthew, sembri in grado di tenere in pugno la situazione.

Lui soffocò un sorriso ironico, amaro.- Non perdo tempo con voi, ragazzina.

Lei si oscurò.- Bhe, comunque non sono io che dico che piange sulle tombe in giardino. Lo sanno tutti.

-E chi è stato il primo idiota a raccontarlo?- Matthew pensò alle tombe candide, ai nomi di Lilo e Nadine, nomi che nessuno di quei ragazzi pareva conoscere. Gli ribolliva il sangue: erano morti, caduti per quei bambini ingrati che ora ridevano di Alex? Alex che aveva amato con tutto il cuore Lilo?

-Penso...Non lo so, qualcuno che lo ha visto.- aveva una voce incerta.- Avanti, è ridicolo vedere un Armato piangere su una tomba.

-Se sapessi dove sono sepolti i miei genitori, Sybil, piangerei sulla loro tomba probabilmente.- alzò lo sguardo sul soffitto dell'Atrio, sul loro simbolo che svettava lassù.- Parli così, voi tutti parlate così, perché non sapete cosa vuol dire.

Sybil avvampò leggermente.- Anche i miei genitori hanno combattuto quella Guerra!

Matthew chiuse gli occhi e ripensò a Cecily che lo fissava disperata, supplicandolo di nascondersi, alla boccetta che teneva stretta al petto, a Beth, inginocchiata a terra, a Jamie che la proteggeva, al Demone, all'Angelo...Aprì gli occhi di scatto.

-Non è la stessa cosa.- disse con voce  gelida.- In questa Casa è stata combattuta una Guerra. Non la battaglia delle altre Case: una guerra vera. Nadine e Lilo, i due nomi sulle tombe che nessuno di voi conosce, sono morti per mano di Epoh, delle sue Fate.- ebbe un brivido.- Non hai idea di cosa significhi veder morire chi ami. Vedere, Sybil. Alex non era nascosto, era lì. Era davanti a loro. Li ha visti. Anche tu rimpiangeresti delle persone morte di fronte a te, che ti guardavano mentre se ne andavano.

Si appoggiò allo stipite della Sala delle Armi. Sybil pareva scossa, così le accarezzò istintivamente la guancia, scostandole una ciocca di capelli scuri e mettendola con cura dietro l'orecchio. Poi si chinò, fissandola intensamente negli occhi di ametista, così profondi e misteriosi.

- Non volevo metterti paura. -mormorò piattamente. -Cerca di non dire nulla di questa storia a Jamie.- abbassò la voce.- Attieniti ai problemi che hai causato prima. Sai, per essere un Angelo sa essere cattivo quando insultano i suoi amici morti per mano del carceriere di sua moglie.




ANGOLO DELL'AUTORE

Buonsalve pinguini! Cosa pensate di Sybil e del suo comportamento? è giustificabile, per voi? Per me assolutamente no, ma dopotutto, chi sono io per decidere :3



Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora