Capitolo 6.- Un coso peloso

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-Sogno o son desto?- esclamò Matthew fissando Calendula a bocca aperta.- Sei uscita dalla tua stanza!

La ragazza fece una smorfia, ma poi chinò la testa, imbarazzata, perchè dopotutto il ragazzo aveva ragione: lei stessa era sorpresa della sua audacia che forse, sotto sotto, era dovuta alla sua certezza di essere impazzita completamente nell'arco di poche ore.

-Bhe.- disse stancamente, guardando fuori dalla finestra del corridoio, verso un giardino curato e degli alberi in fiore che nascondeva i grattacieli.- Credo di essermi ufficialmente persa.

Matthew sorrise, le fossette che attiravano il suo sguardo, sedendosi sul bordo del davanzale con eleganza. Indossava dei pantaloni neri e aveva una sottile spada appesa al fianco, che sfiorava il pavimento; i capelli umidi come se avesse fatto una doccia gli cadevano attorno al collo e i suoi occhi, nella luce del mattino, erano perfino più azzurri di quanto lei non ricordasse. Dovevano essere al terzo piano di quella villa intricata e Calendula era sull'orlo di una crisi di nervi. Avrebbe solo voluto trovare Beth o Niall e parlare del suo futuro, ma dopo l'ennesima rampa di scale si era completamente persa, senza avere idea di come tornare indietro, considerato che camminava in trance, persa nella contemplazione di tutto quello che vedeva.

Aveva perso le speranze, quando si era aperta una porta ed era comparso Matthew, sorpreso nel vederla. Chissà se era la sua stanza, quella da cui era uscito furtivo si chiese la ragazza distratta, perdendosi a guardare il volo distante di un uccello in alto nel cielo azzurro di quella mattina luminosa, dopo quelle piogge umide e pesanti che li avevano torturati.

-Speravo che volessi venirmi a trovare in camera.- disse allegro il ragazzo. Sembrava molto felice, ma i suoi occhi erano stanchi.- Cercavi qualcuno in particolare, oppure stavi solo esplorando la Casa?

Lei avvampò.- Volevo parlare con Beth. Lei è...mi fido di lei, ecco.

Matthew annuì, distrattamente.- Lo capisco.- poi si zittì e la guardò a lungo, con intensità quasi insostenibile.- Come stai, Calendula?

-Bene.- mentì lei abbassando gli occhi.- E tu?

-Stanco.- si strinse nelle spalle.- Ho passato la notte sveglio.

-Oh.- Calendula si arrovellò per cercare una frase che andasse bene per quel momento.- Mi dispiace.

-Anche a me, ora come ora.-  balzò agilmente in piedi.- Vieni. Andiamo a fare colazione e poi ti accompagnerò da Beth.

Lei esitò.- Veramente...- sfiorò la collana che Niall le aveva dato la sera prima e gli occhi di Matthew si fissarono sullo scollo lieve della camicia che indossava; l'aveva trovata nella sua stanza e non aveva idea di chi fosse, ma non poteva andare in giro nuda, dopotutto.- Non voglio che qualcuno mi veda.

Il giovane scrollò le spalle. -Non ci sono molti Discepoli qui in giro a quest'ora, sono tutti a lezione e gli Armati stanno ancora dormendo dopo le Missioni di ieri sera. E poi sei carina da vedere.

-E tu? Tu non studi?- chiese incuriosita, seguendolo lungo lo stretto corridoio e ignorando il suo ultimo commento.

-Un Armato normalmente finisce di studiare a sedici o diciassette anni.- commentò.- Di solito cambia Casa sin dai dodici anni e si separa dalla famiglia per diventare un Discepolo; ma io sono un caso particolare, la mia iniziazione è stata fatta in anticipo, ero già pronto secondo Jamie.- qualcosa nel suo tono la indusse a non fare domande riguardo alla sua diversità.- E poi si allena e va in Missione, oppure si occupa di preparare i Rifugiati, i Discepoli, tiene contatti con il Capo, con le Fate o con le Guardiane, insomma, affina le sue abilità migliori, qualunque esse siano.

Prigioniero- Senza aliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora